giovedì, novembre 30, 2017

Novembre 2017. Il Meglio



Siamo alla fine dell'anno e i candidati al top del 2017 sono sempre più numerosi.
Gospelbeach, Paul Weller, Dream Syndicate, Liam Gallagher, Filthy Friends, Motorpsycho, Stone Foundation, Charlatans, Ride, Little Barrie, Mavis Staple, Martha High, Rat Boy, Strypes, Kamasi Washington, Andy Lewis/Jusy Dyble, Godfathers, Sleaford Mods, Como Mamas, Songhoy Blues, Sinkane, Juliana Hatfield, Nicole Willis, Gemma & the Travellers, Ani Di Franco, Kevin Morby, Alan Vega, Neville Staple, Selecter tra gli stranieri.
Edda, Mauro Ermanno Giovanardi, Era Serenase, La banda del brasiliano, Cut, Julie's Haircut, No Strange, Giovanni Succi, Senzabenza, Cesare Basile, Giancarlo Onorato, Diplomatics, Don Antonio, Cesare Cremonini, Bastard Son of Dioniso, Gang, Strato's, Four By Art, Funkallisto, Five Faces, Todo Modo, Love Thieves tra gli italiani.


SHARON JONES and the DAP KINGS - Soul of a woman
E' purtroppo postumo il nuovo album dell'indimenticabile Sharon, recentemente sconfitta da un brutto male.
Poco prima di andarsene ha voluto lasciare un saluto ai fans e seppur minata dalla malattia ha tenacemente portato a termine questo commovente album, come sempre intriso di gospel, jazz, blues e soul, cantato con la consueta voce potente, forte, ruvida ma allo stesso tempo morbida e avvolgente.

MARTHA HIGH - Tribute to my soul sisters
Per 30 anni corista di James Brown, recentemente tornata sulle scene con una serie di ottimi nuovi lavori, Martha High tributa un sentito e riuscito omaggio alle voci femminili che negli anni sono state, anch'esse, a fianco del Godfather of Soul.
Tredici brani pieni di funk, blues e soul, voce superba, arrangiamenti di prima qualità.

LYDIA LUNCH - Under the covers
Notevole il nuovo album della sempre verde Lydia Lunch accompagnata da Cypress Grove (che fu sodale di Jeffrey Lee Pierce nel progetto Ramblin' Jeffrey Lee).
"Under the covers" stravolge una serie di brani più o meno noti (Doors, Elvis Costello, Steely Dan - "Do it again" ! - , Tom Petty, Jon Bon Jovi e altri) portandoli in un inferno di cupo, torrido, malatissimo, blues punk.

MORRISSEY - Low in high school
Ammetto di aver seguito poco la carriera solista di Morrissey e che anche gli Smiths non mi facevano impazzire (per avendoli visti dal vivo e apprezzati agli esordi).
Il suo nuovo album “Low in high school” è stato preso quasi unanimemente a pesci in faccia dalla stampa specializzata.
Personalmente lo trovo invece particolarmente riuscito, eclettico, vario, stimolante.
Spazia tra ballate di umore tipicamente britannico fino ad arrivare a pomposi brani che echeggiano addirittura prog, glam, rock sinfonico.
Grande classe compositiva, voce inconfondibile, uno degli album più personali dell'anno.

NOEL GALLAGHER HIGH FLYING BIRDS - Who built the moon ?
Diciamolo subito: Liam-Noel 2-0.
Appurato questo, Noel cerca di rinnovarsi affidandosi a nuove sonorità più pysch, shoegaze, con un po' di quel gusto "screamadelico" anni 90.
Ma il risultato è confusionario con un brano che guarda a Blondie di "Heart of glass" ("She taught me how to fly"), un altro che copia "Come together", qualche bizzarria, piccole dosi di Oasis e tanta dispersione.
Mancano i brani, quelli che un tempo sapeva comporre così bene.

WILLOW - 1st
Lei è la figlia di Will Smith, cantante, rapper, attrice, doppiatrice da tempo. E ha solo 17 anni...
Il nuovo album è un sorprendente e maturo lavoro cantautorale intriso di soul, di ballate ruvide a metà tra PJ Harvey, Alanis Morisette, Liz Phair, Tracy Chapman.
Voce sicura e adulta, brani notevoli. Da ascoltare.

SYLEENA JOHNSON - Rebirth of soul
Ottimo album di puro vintage soul per la vocalist di Chicago, figlia di Syl Johnson, ottimo interprete rhythm and blues nei 70's. Suoni perfettamente groovy, qualche cover un po' banale ("Chains of fool" , "I'd rather go blind" , "These arms of mine") ma ben fatta. Godibilissimo.

NEIL YOUNG & PROMISE of the REAL - The Visitor
Il buon vecchio Neil prosegue a pubblicare dischi senza sosta, riuscendo sempre a mantenere alto il livello qualitativo. "The visitor" è ancora una volta un buon album, crudo e immediato, tra blues, addirittura funk, ballate, rock classico, suonato con impeto e urgenza.

HAGGIS HORNS - One of these days
Prosegue il suo percorso a base di funk soul la band scozzese nel quarto album di una carriera sempre ottima.
Non sfugge alla regola anche il nuovo lavoro che si avvale di diversi ospiti vocali a intramezzare la prevalenza di episodi strumentali. Talvolta si arriva a sonorità vicine alla disco ma sempre con raffinatezza e grande coolness.

NIC CESTER - Sugar rush
L'ex voce degli australiani Jet ora vive in Italia e all'esordio si fa accompagnare dai Calibro 35 (lo abbiamo visto anche prima di Weller a Milano). Ottimo album di rock blues dalle movenze soul, qualche pizzico psichedelico, brani mid tempo ben calibrati, suadenti, avvolgenti. Si ascolta molto bene.

COURTNEY BARNETT - KURT VILE - Lotta sea lice
Un buon album in cui si affiancano dolenti ballate un po' strascicate e "fatte", vicine a Neil Young e momenti più spediti affini alla roots americana.
Alcuni brani particolarmente riusciti, altri meno ma è un buon lavoro.

CESARE CREMONINI - Scenari possibili
Il suo sesto album ci conferma ancora una volta la qualità eccelsa del suo comporre POP. Canzoni perfettamente strutturate, melodie originali, sempre azzeccate, arrangiamenti superbi, riferimenti a Chemical Brothers, Noel Gallagher, Beatles, brit pop, ballate strappa cuore.
Divertente, bravo ad ascoltare quello che accade intorno, eccellente nel trasporlo in chiave "italiana".

ALEX LOGGIA - Blue Star
Alex Loggia giunge all'esordio solista dopo decenni di attività musicale.
Prevalentemente negli Statuto ma che ha abbracciato tantissime altre esperienze, collaborazioni, gruppi, progetti.
C'è tutto il mondo di Alex in questo disco: beat, blues, funk, soul, rock, ritmi caraibici.
Ma è la qualità compositiva che eccelle.
I brani sono maturi, ricchi di intuizioni, di groove, melodia, classe.
Album di primissima qualità.

NO STRANGE - Il sentiero delle tartarughe
La band torinese aggiunge un ennesimo tassello al loro unico e originale mosaico psichedelico.
Il nuovo album si muove in equilibrio tra momenti di lisergia assoluta, folate folk e una forma di canzone autorale che si apre talvolta ad una visione quasi pop (vedi certi brani delle prime Orme o New Trolls) che riporta agli anni a cavallo tra 60 e 70.
Eccellente il lavoro di arrangiamento e di ricerca sonora molto curata (tanto quanto, come sempre, l'aspetto grafico).

WITHIN U - The night that rock ‘n’ roll broke
In occasione dell'uscita di un tributo a "Sgt Peppers" dei Beatles nel 40° anniversario della pubblicazione, nel 2007, un gruppo di musicisti piacentini si trovò in studio per una riedizione di "Within you without you" di George Harrison.
Dalla registrazione scaturì un'estemporanea session che produsse altri quattro brani di cui uno inedito.
La band riprende "I see you" dei Byrds, il tradizionale "John Rilet" e un oscurissimo brano dei Beatles, "Can you take me back" (uno spezzone acustico di pochi secondi che Paul Mc Cartney inserì senza accreditarne il titolo nel "White album") in cui viene inserito l'altrettanto misconosciuto "Wild honey pie". Il tutto trattato con ampie dosi di psichedelia.
Mezzora di musica, pane per i denti di tutti gli appassionati di suoni colorati.

LA BANDA DEL BRASILIANO - Volume 2
Torna il supergruppo toscano con il secondo album in studio, seguito del “Vol.1” pubblicato nel 2013. Undici brani che scavano nell'immaginario 60's e 70's, tra brani perfetti per diventare sigle tv e colonne sonore di film polizieschi dell'epoca, beat, lounge, soul funk, rhythm and blues.
Ci sono anche alcune deliziose cover come "Ti voglio" dell'accoppiata Ornella Vanoni / New Trolls e "Eclisse twist" di Mina (che nel 1962 fu colonna sonora de "L'eclisse" di M.Antonioni). Disco fenomenale, divertente, suonato benissimo, potente.

GERARDO FRISINA - Modern Latin Jazz
Una raccolta di brani inediti e di altri disponibili solo su vinile. Latin jazz, Nu jazz, lounge, bossa e tanto altro, rivisitato in chiave danzereccia. Molto cool.

LUCA LEZZIERO - s/t
Luca Lezziero ha una lunga esperienza alle spalle, come musicista, autore, scrittore, regista.
Il suo esordio solista si avvale non a caso della collaborazione e della produzione di Cesare Malfatti, ex membro dei La Crus con cui Lezziero lavorò a stretto contatto come autore di testi.
Gli otto brani (oltre alla ghost track finale che coverizza un brano degli Scisma) sono un elegante e raffinato viaggio nella migliore canzone d’autore italiana. Colori pastello, tonalità romantiche, approccio (apparentemente, vedi i sofisticati e ricchi arrangiamenti) minimale, la lirica di Gino Paoli in sottofondo ma una visione moderna e attuale. Un album destinato ad accarezzare i vertici delle migliori produzioni italiane dell’anno.

BEE BEE SEA - Sonic boomerang
Secondo album per il trio mantovano e nuova sferzata elettrica che attinge da power pop (dalle parti degli Undertones), punk (Ramones e dintorni) e generose dosi di garage e beat trattato con le giuste dosi di carta vetrata.
Brani diretti ma che non disdegnano aperture di sapore psichedelico, intrecci surf, un approccio talvolta tra Velvet Underground, Modern Lovers e Yo La Tengo con un pizzico di Franz Ferdinand. In definitiva: originali, personali, ottimi.

THE TRIP TAKERS - s/t
Esordio per il quintetto siciliano con un ep di sei brani che rappresenta al meglio la direzione della band.
I Beatles 63/64, i Byrds di "Fifth dimension", ampie influenze che arrivano dalla mitica compilation "Nuggets", chitarre jingle jangle, melodie sognanti, il tutto non lontano da quanto ai nostri giorni propongono Allah Las e Gospelbeach. Partenza incoraggiante, interessante e di sicuro impatto.

WIDE HIPS 69 - The gang bang theory
Terzo album per il quartetto abruzzese e consueta scarica di adrenalina ed elettricità.
Radici ben solide nel garage punk, nel punk rock, nei riff degli Stooges e MC5 e un approccio molto vicino al classico groove di una band come i Bellrays che a quelle influenze accosta da sempre un'anima soul/rhythm and blues.
Dieci brani crudi e immediati, sporchi e deraglianti come si conviene per un album riuscito e convincente.

THE CLASSMATES - Between the lines
La band bolognese bissa l'esordio del 2015 con un nuovo album di esaltante mix di punk rock primigenio e power pop. Undertones, Saints, Buzzcocks, un pizzico di Ramones, un approccio urgente, semplice, diretto.
Dieci brani che travolgono per freschezza e immediatezza, ben composti e ben fatti.

GORILLA PULP - Heavy lips
Secondo album per il poderoso quartetto viterbese.
E ancora una colata metallica di acciaio chitarristico, filtrato attraverso un gusto psych stoner e un substrato rock blues che rende il tutto particolarmente originale.
I Black Sabbath si affiancano ad un approccio molto affine ai Motorhead ma con tocchi di Hawkwind, Kyuss e Queens of the Stone Age. Esecuzione perfetta, attitudine totale, brani originali e compositivamente di grande spessore.
Più che ottimo.

FRENCH BOUTIK / POPINCOURT - The place I love/Tonight noon
Tratte dall'album "Gifted" (4 cd dedicati a cover dei Jam realizzate da band di tutto il mondo e i cui fondi sono devoluti a famiglie in difficoltà, "living in difficult circumstances"), due canzoni riprese da due nomi francesi.
I ben conosciuti FRENCH BOUTIK rivedono "The place I love" (da "All mod cons") in francese in una stravolta versione che spazia tra Kinks, jimgle jangle e psichedelia tardo 60's.
Tinta di psichedelia anche "Tonight at noon", uno dei migliori brani del primo Weller, ripresa in versione dream pop da POPINCOURT (con l'aiuto di Gabriela Giacoman dei French Boutik).

ASCOLTATO ANCHE:
BJORK (una martellata nei coglioni senza precedenti!), ALEX LAHEY (buon pop punk dall'Australia), WEEZER (bruttino forte), GRANDADDY (fortissimanente brutto), COURTNEY PINE and OMAR (jazz, soul funk, ottimo), AMP FIDDLER (funk hip hop spesso vicino a Prince ed affini), WILCO (buona raccolta di outtakes)

LETTO

Varlam Tichonovič Šalamov - I racconti di Kolyma
Un crudo, lucido, devastante viaggio nei gulag sovietici della Kolyma, inospitale regione siberiana, dove i prigionieri lavoravano nelle miniere fino alla morte per sfinimento, fame, malattie, percosse. Salamov sopravvisse a 15 anni di detenzione estrema, pur uscendone con il fisico distrutto.
Riabilitato proseguì la carriera di giornalista e scrittore.
La sua scrittura è potente per quanto semplice e pacata, pur di fronte ad orrori e sopraffazioni di ogni tipo.
Una delle grandi opere russe del 900.

Maurizio Campisi - Everybody wants to know (La mia vita con i Sick Rose)
Un libro che gronda passione, sincerità e tanta amarezza.
Una storia comune nella sua unicità.
Unica come i SICK ROSE, gruppo tra i più rappresentativi della scena 80's (tutt'ora in attività), di cui si narra la storia attraverso le parole del loro bassista Maurizio Campisi, comune perchè è simile a quella di tanti, tanti altri.
Anni di sacrifici indicibili, un numero incalcolabile di kilometri su e giù per l'Europa, notti insonni, locali allucinanti, il "successo" a portata di mano, l'illusione, la speranza e alla fine la VITA REALE che ti affronta a muso duro, ti stende con un cazzotto e ti rimette in riga.
Maurizio scrive bene, composto, diretto e chiaro, non fa sconti, racconta lucidamente un'epoca che non esiste più.
Una storia che era giusto raccontare.
E farlo in questo modo.

VISTO

Lydia Lunch live al "Fico" di Cremona 27-11-2017
Lydia Lunch emana magnetismo, carisma, forza.
E' piccola e sembra quasi indifesa, sale sul palco un po' claudicante ma è sufficiente che ti osservi con il suo sguardo e capisci che potrebbe mangiarti.
Ma non lo fa, sembra di buon umore.
Scherza sul fatto che ogni volta che hanno fatto una cover di un brano di una rockstar che odiava da teenager poi è morta (Eagles, Tom Petty, Gregg Almann).
Nel nuovo album "Under the covers" di omaggi a varie rockstar ce ne sono molti...attendiamo con un po' di paura.
Chitarra acustica di Cypress Grove (ex compagno di avventure di Jeffrey Lee Pierce) e un batterista ad accompagnarla.
Concerto di torrido blues punk, voce secca, cartavetrata, "Ode do Billie Joe" di Bobbie Gentry ad aprire, una "Black Betty" di Leadbelly caotica con la sola batteria di supporto a chiudere. In mezzo "Midnight rider" degli Almann Brothers, "Breakdown" di Tom Petty, la sua, drammatica, "Won’t Leave You Alone" e tanto altro.
Suona un'ora e poi dice al pubblico di non rompere le palle con richieste di bis che lei il concerto lo finisce lì.
Alla fine si mette al banchetto a vendere i CD, dispensa sorrisi e autografi, rifiuta di fare foto.
Questo si chiama PUNK.

Mauro Ermanno Giovanardi in concerto- Teatro Bibiena S.Agata Bolognese 11-11-2017
Buona la prima.
La prima data, la classica "data zero", del prossimo tour de "La mia generazione" di Mauro Ermanno Giovanardi (vedi qui: http://tonyface.blogspot.it/2017/10/intervista-mauro-ermanno-giovanardi.html ) si svolge nel minuscolo ma incantevole Teatro Bibiena nella pianura (avvolta da un'altrettanto classica fittissima nebbia autunnale) modeno/bolognese.
E tutto riesce al meglio.
L'evidente e dichiarata emozione per l'esordio crea empatia con l'artista, le rare sbavature arricchiscono il clima della serata, quasi una prova pubblica che rende ancora più partecipe e parte integrante dello spettacolo gli spettatori.
I brani sono scarni ed essenziali, più diretti rispetto al disco.
Ci sono anche episodi rimasti fuori come "Corri" dei Tiromancino (bellissima versione) e uno dei Prozac+.
Si chiude con una travolgente "Forma e sostanza" dei CSI mentre nel bis spazio (idea molto gradevole) ad un brano a testa per i musicisti che lo accompagnano, Lele Battista, Alessandro Gaben, Marco 'Cosma' Carusino oltre al batterista Leziero Rescigno e al fonico Marco Posocco.
Serata riuscita, band in gran forma, spettacolo da non mancare.

Alberto Fortis al "Melville" di San Nicolò (PC) 3 novembre 2017
Ci sono artisti che nel corso degli anni trascuri e lasci da parte.
Poi al Melville Caffè Letterario nella rassegna Rock d'Autore incappi in ALBERTO FORTIS e (ri)valuti un personaggio che è sempre stato un outsider nel panorama cantautorale italiano.
Qualche successo ma un ruolo sempre un po' sfumato.
Voce pulita e potente, soul a tratti, riconoscibilissima, virtuoso del pianoforte, ottima verve, impegnato nel sociale, ricorda l'esperienza con George Martin e tante altre cose interessanti, piazza un medley che passa da "Little wing" a "One love" degli U2 e incanta il folto pubblico presente.
Bel concerto.

Gomma live al "Melville" S.Nicolò (Piacenza) 24-11-2017
Giovani, aspri, scarni, minimali. romanticamente abrasivi, echi di Fugazi, Ciampi, postcore, Sonic Youth, post punk nel concerto dei GOMMA in un discreatamente affollato Melville Caffè Letterario all'interno della Rassegna Rock d'Autore.

FILM

Nico 1988 di Susanna Nicchiarelli

E' sempre difficile addentarsi nell'improbabile tentativo di restituire credibilità al soggetto quando si parla di personaggi dell'ambito musicale.
Raramente si riesce a ricrearne lo spessore e un'immagine reale di quella che è la vita di un artista, in tour, in studio, in fase compositiva, nella vita quotidiana.
Susanna Nicchiarelli si cimenta con gli ultimi due anni di vita di NICO, figura decadente e decaduta, schiava di droga pesante, di un rapporto conflittuale e problematico con il figlio Ari, oscillante tra la voglia di lasciare la musica e costretta a suonare in luoghi improbabili per mantenersi.
Grazie all'immensa prova dall'incredibile espressività dell'attrice danese Trine Dyrholm che giganteggia in ogni inquadratura, il film si mantiene ad un buon livello anche se personalmente non condivido l'entusiasmo nè le lodi sperticate lette in giro.
Molte le cadute di tono, frequenti gli adattamenti sbrigativi, superficiali e poco credibili (pur se cinematograficamente comprensibili).

Ottima la scelta dei brani (riarrangiati molto bene da Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo e cantati perfettamente da Trine Dyrholm), suggestivi i brevi inediti filmati d'epoca dei Velvet Underground, ottime le ricostruzioni ambientali dell'epoca. Buon film, comunque interessante pur se con molti dubbi.

Detroit di Kathryn Bigelow

The revolution will not be televised.
Occorre subito sgombrare un equivoco di fondo: "Detroit" NON è un film sugli incidenti avvenuti nella città del Michigan nella 12th Street nel luglio 1967 nell'arco di cinque giorni, che portò all'intervento dell'esercito e alla morte di quarantatré persone.
La distruzione della città è sullo sfondo ma la vicenda gira intorno ad un singolo (gravissimo) episodio avvenuto nell'Algiers Hotel dove fu tenuto in ostaggio un gruppo di giovani (prevalentemente neri) e tre di loro uccisi a sangue freddo.
Anche il tema dei diritti civili rimane a fianco della vicenda.
La Bigelow tiene attaccati allo schermo per oltre due ore, in uno stato di estrema ansia e tensione altissima.
Anche la violenza è estrema ma mai esplicitata o ostentata.
E rende il tutto, paradossalmente ancora più violento.
Ambientazione affascinante, musica soul come colonna sonora, attori eccelsi (Will Poulter nei panni del poliziotto razzista è spettacolare).
Film potente, crudo, possente.

COSE VARIE
Ogni giorno mie recensioni italiane su www.radiocoop.it, ogni domenica "La musica ribelle", una pagina sul quotidiano "Libertà", ogni mese varie su CLASSIC ROCK.

IN CANTIERE

Venerdì 1 dicembre: Mauro Ermanno Giovanardi alla Camer del Lavoro di Piacenza. Concerto acustico e mia intervista pubblica.

IL SENATO IN TOUR
6 dicembre : Courgnè (TO) "Linc"
7 dicembre : San Nicolò (PC) "Melville"
8 dicembre : Vittorio Veneto (TV) "Spazio MAVV"
9 dicembre : Milano "Ligera"
10 dicembre: Torino "Blah Blah"

3 commenti:

  1. Grazie nuovamente per l'attenzione che Tony presta ad ogni nostra uscita "Nostrangica"...per i torinesi & per chi è nei paraggi VENERDI' 8 DICEMBRE comunico che presenteremo il nuovo album "Il Sentiero delle Tartarughe" nei locali artistici del MAU (museo di arte urbana) in via Rocciamelone 7...in orario preserale (dalle 18,30 in avanti):si tratterà,oltre che di un concerto,di una performance in cui verranno esposte diverse mie opere grafiche ed interverranno i poeti Gianni Milano (autore dei versi che danno titolo al nuovo disco) e Daniele Martino...in formazione,oltre al consueto duo,avremo l'apporto determinante di Matteo Martino (tastiere elettroniche e synth) e di Paola Scatena voce lirica "rinascimentale" URSUS :)

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  2. Devo ringraziarti per la dritta sul libro di Rumiz relativo alla tragedia della ex Jugoslavia. Adesso mi tornano molte cose che all'epoca non mi quadravano.
    About Moz: su di lui le aspettative sono sempre molto alte e quindi un album medio viene subito bollato come brutto. Siamo lontani da Vauxhall and I o Viva Hate ma non è un disco malvagio. Fosse durato un po meno (3 pezzi sono pesanti e inutili) sarebbe stato meglio secondo me.

    Charlie

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  3. Il nuovo album dei No Strange è particolarmente ispirato e curato negli arrangiamenti e lo consiglio caldamente a tutti i segnaci della psichedelia e non solo

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