sabato, dicembre 30, 2017

Il mio 2017

Il NOSTRO blog si congeda dal 2017 con un egocentrico sguardo ad un po' di cose che il sottoscritto ha lasciato per strada nell'anno trascorso.



"Cielo viola" / "Un giorno senza amore" (Fay e Luca alla voce) è il 45 pubblicato con IL SENATO per Area Pirata
Area Pirata, www.areapirata.com



RAY CHARLES "Il genio senza tempo" uscito per Volo Libero Edizioni è il mio omaggio librario a RAY CHARLES, presentato al Salone del Libro di Torino.



WITHIN U "The Night the rock n roll broke" è un CD che raccoglie una session di gruppo a base di psichedelia e 60's rock beat

INOLTRE:
Dieci date con IL SENATO e cinque con lo spettacolo MODS, incisi due brani sul nuovo album di Alex Loggia mentre è finita l'esperienza con LILITH and the SINNERSAINTS.

Iniziata la collaborazione settimanale con il quotidiano di Piacenza LIBERTA', prosegue quella mensile con CLASSIC ROCK, quella quotidiana con il portale RADIOCOOP.it e quella saltuaria con IL MANIFESTO.
Con molto piacere continuo a fare parte delle giurie del PREMIO TENCO e dei ROCKOL AWARDS.

E' andata poi in scena al "Melville" di S.Nicolò (Piacenza) la quarta edizione del Festival del Rock d'Autore a cui collaboro sempre, con Alberto Fortis, Il Senato, Gomma e tanto altro.
FUTURO:
In arrivo la ristampa con aggiornamenti del libro su GIL SCOTT HERON "The bluesologist" (marzo/aprile), il doc video "SENZA ETA' / NO AGE" con il regista Francesco Paladino, il progetto letterario/musical/video "PARADISO o INFERNO" con lo scrittore e musicista Vittorio Bongiorno, nuove date e album per IL SENATO e un progetto musicale ancora in fase embrionale.

venerdì, dicembre 29, 2017

Dicembre 2017. Il meglio



BASTARD SONS OF DIONISO - Cambogia
Non è certo in questa sede che ci interessa dibattere di un programma come XFactor e di quanto possa essere deleterio o utile per uscire dall'anonimato.
Curioso il caso del trio trentino che grazie a quella apparizione nel 2009 ha trovato la popolarità ma che paradossalmente da allora continua a pagare dazio per quella “colpa” e viene visto con sospetto, distacco snob o superficialità. Loro proseguono imperterriti, pur se in modo sempre molto schivo e poco appariscente, una carriera più che dignitosa infilando eccellenti album in cui viene risaltata un'attitudine del tutto sincera e pura alla materia rock.
Canzoni che sanno mischiare un approccio aggressivo e potente che richiama Foo Fighters e Queens of the Stone Age, con la capacità, comune a pochi, di tessere melodie di sapore beatlesiano. Ma è soprattutto lo spessore compositivo delle canzoni a stupire per validità, la perizia nel confezionare arrangiamenti mai banali, testi incisivi e mai approssimativi (aspetto sempre più trascurato nell''ambito del “nuovo rock” nostrano), esecuzione tecnica mozzafiato e competente. Siamo di fronte ad un album maturo e di alto livello.
L'invito è di mettere da parte ogni prevenzione, dare un ascolto e lasciarsi trasportare da un sound che se arrivasse da oltremanica o oceano sarebbe incensato in ben altra maniera.

JOE PERRINO'S GROG - Bomba W W la guerra
Joe Perrino è una pura e semplice leggenda del rock italiano. Dall'esperienza con i Mellowtones, all' Elefante Bianco e a numerose altre incarnazioni soliste arriva ora ai GROG. Il secondo album della band sarda si dipana per oltre mezzora di musica divisa in sei lunghi episodi.
Il sound attinge da un hard rock tinto di prog e psichedelia, da Rob Zombie ai primi Deep Purple, sui giganteggia la voce di Perrino (nome d'arte di Nicola Macciò) ma che non disdegna un insert rap in "La mia piccola Hiroshima" con la partecipazione di Ergobeat.
Potente, originale, personale, notevole.

CURTIS HARDING - Face your fear
Secondo album per il soul man americano che spande blackness a piene mani tra soul, funk, rhythm and blues, northern soul. Sound sempre ottimo, buona la voce e canzoni di alta qualità. Ascolto molto piacevole anche se c'è una sensazione di manierismo con troppa carne al fuoco.

NICOLE MITCHELL - Liberation Narratives
Poderoso mix di jazz e poesia, condiviso dalla flautista Nicole Mitchell e dal poeta Haki Madhubuti. Jazz, funk, afro beat, militanza politica. Notevole.

NICOLE MITCHELL - Mandorla Awakening II: Emerging Worlds
Capolavoro di afro, spiritual, funk, poetry jazz. Con la forza dei primi album di Gil Scott Heron, di Charlie Mingus, di Kamasi Washington. Narrazione e musica, un album complesso nelle sue infinite sfaccettature.

IRREVERSIBLE ENTANGLEMENTS - Irreversible Entanglements
Potentissimo album di free jazz tra Ornette Coleman, Archie Shepp, Sun Ra, New York Art Quartet, Last Poets, Watts Prophets.
Testi militanti declamati su basi dure, dissonanti, travolgenti, improvvisazioni che seguono la voce e rafforzano la concretezza delle parole.

THE SHAME -Song of praise
Sonorità abrasive che pescano nel vasto campionario post punk tra Killing Joke, Therapy? e un retrogusto garage rock caro ai Dream Syndicate. Compongono bene, sono convincenti e credibili. Annotiamo un nome che potremmo ritrovare presto tra i migliori in circolazione in Gran Bretagna.

FRANCESCO PAOLO PALADINO - Siren
Francesco Paolo Paladino è un’eccellenza della cultura locale ma naturalmente non solo. Nella sua lunga attività ha abbracciato numerose branche dell’arte, partendo dalla musica (dalle storiche esperienze con La Pattona, gli Atrox e i Doubling Riders fino ad una nutrita carriera solista, densa di prestigiose collaborazioni) ma concentrandosi soprattutto sulla cinematografia, partecipando, con importanti affermazioni, ai più importanti Festival del cortometraggio nazionali ed esteri, dedicandosi dal 2000 alla videoarte. Insieme a Maria Assunta Karini ha formato i Kapa e dal 2003 collabora con importanti musicisti di tutto il mondo realizzando audio/video denominati “trancesfilm”.
L’ultima realizzazione discografica è il CD “Siren”, un’opera tra ambient e musica contemporanea con movenze classiche e operistiche, sperimentazione, rumorismo, avanguardia. Ad aiutarlo un’invidiabile cast di musicisti di primo piano, tra cui il chitarrista degli Area Paolo Tofani a Riccardo Sinigaglia, la prima cantante dei Fairport Convention Judy Dible e Alison O Donnel dei Mellow Candle.
Un album evocativo, liquido, avvolgente, malinconico e struggente.

CRACK OF DOWN - Spotlight
Band canadese con due album incisi alla fine dei 70's. Per il terzo album hanno aspettato 40 anni ma "Spotlight" è ottimo. Soul funk di grande raffinatezza, coolness e ballabilità.

CROWD COMPANY - Stone & sky
L'ottetto inglese al secondo album. Dinamico mix di funk, soul, pop, Hammond beat e un groove continuo di grande classe e raffinatezza ma a cui non manca un approccio particolarmente energico e potente.

QTY - Qty
Band new yorkese che attinge da Lou Reed, Strokes, Willie Nile e ricorda spesso i mai troppo lodati Lloyd Cole and the Commotions. Brani aspri ma melodici con un approccio che ha il marchio tipicamente made in NY. Molto buono.

GIULIANO PALMA - Happy Christmas
Album natalizio con tutti i classici del caso rivisitati in chiave ska...mah...o forse: bah.

GLI INUTILI – L’universitario di Bologna
Da una serie di esperienze di primo piano in ambito (genericamente) punk e affini (Skruigners , YokoanoEva’s Milk, Meanatons, Rotten Ponies) arrivano Gli Inutili con il primo album. Puro e semplice punk rock, diretto, senza fronzoli con una gamma di influenze che va dai Sex Pistols ai Punkreas via Social Distorsion. Tredici brani veloci, brevi immediati a cui si aggiungono gli apocalittici nove minuti finali di “Un tuffo nell’odio” sorta di suite punk.

LA BOCCA - Evoluzioni
A tre anni dal primo album “Due” Alessandra Lancini e Gian Franco Riva, con il nome La Bocca, tornano con un nuovo album composto da dieci nuovi brani (otto inediti e due cover). Protagonisti come sempre il basso e la voce, alle prese con atmosfere jazzy che affiancano un approccio vicino alla canzone d'autore. Sorprendente per efficacia la rivisitazione di "The killing moon" degli Echo & the Bunnymen e molto intrigante "Shock" che cita il riff di "Come together" dei Beatles.
Album originale e personale.

MOONSHINE BOOZE – Desert Road
Esordio con il botto per la band teramana. Rock ‘n’ roll, country, blues, rockabilly e un approccio punk sono il corredo di “Desert Road”, viaggio super energico nelle lande americane più oscure e ruvide. Azzeccata anche la produzione, potente ma ruvida come si addice al sound dei Moonshine Booze. Quattordici brani di grande effetto ed efficacia.

DAMIANALS – What the fuck are we talking about?
Il trio mantovano all’esordio con un ep di quattro brani rumorosi. Si spazia tra punk rock, rimandi ai Sonic Youth, shoegaze deragliante e urticante, garage punk diretto e minimale. Urgenza, immediatezza, approccio teen e sfacciato. Promettente.

ASCOLTATO ANCHE:
JIM JAMES (zzzzzzzz), RYUCHI SAKAMOTO (....)

LETTO

Harley Flanagan - La mia vita Hard core, Punks, skins e altre storie a New York City
Difficile rendere un'idea della vita vissuta da HARLEY FLANAGAN.
Padre delinquente, madre hippie sbandata, cresciuto per strada, nei peggiori quartieri della New York degli anni 70 e 80, dove ha incrociato (punk dodicenne) Allen Ginsberg e i Clash, Andy Warhol e i Dead Boys, Johnny Thunders e Debbie Harry.
Fino ad arrivare alla scena Hardcore Core New Yo orkese e americana di cui è uno dei riconosciuti fonfdatori.
Prima batterista con gli Stimulators poi bassista dei Cro Mags e infine con gli Harvey's War.
Una vita oltre ogni immaginazione, fatta di ultra violenza, qualsiasi tipo di droga, eccesso, aberrazione, abuso, tra carcere, risse, ferite, pestaggi etc.
In mezzo la musica (e le arti marziali) come tentativo di fuggire dall'abisso.
400 pagine di minuziose descrizioni di un inferno.
Talvolta prolisse e stucchevoli (all'ennesimo fiotto di sangue, faccia spaccata, dose del mix più inimmaginabile di stupefacente si tende a passare oltre).
Una testimonianza unica di come è stata New York in un certo periodo, di come la scena Hardcore non fosse solo musica veloce ed eccitante ma anche tanto altro, meno affascinante e gradevole.
Lettura interessante (tradotta come sempre in modo eccellente da Caterina Micci).

Gianluca Morozzi‎ Lorenzo Arabia - Skiantos
La storia DEFINITIVA degli SKIANTOS.
368 pagine di narrazioni, testimonianze dirette di ognuno dei numerosi componenti della band, foto, documenti, ritagli di giornali, copertine e tanto tanto altro. Una storia (sostanzialmente in perfetta linea con la "mission" della band) di INsuccessi.
Spesso ad un passo invece dalla popolarità monetizzabile.
Che è talvolta pure arrivata ma la realtà è sempre stata piuttosto diversa, complice anche l'assoluta ingestibilità professionale di Freak e soci.
L'artista unico e insuperabile che era Freak Antoni, il più banale e tipico esempio di genio e sregolatezza, ne ha determinato il raggiungimento del vertice ma allo stesso tempo ne ha spesso causato la caduta.
Gli Skiantos sono un fenomeno assolutamente unico, originale e inimitabile.

Emidio Clementi - L'amante imperfetto
EMIDIO CLEMENTI si è sempre diviso, a livelli di eccellenza, tra l'attività di cantante e compositore con i MASSIMO VOLUME e l'essere un valente scrittore.
Il suo nuovo romanzo dai connotati autobiografici (ambigui, mai esplicitamente dichiarati), esplora il crollo psicologico e umano di un ex libertino alle prese con un innocente "tradimento" della moglie.
Il racconto di un lento e progressivo scivolare in un inferno angosciante e opprimente.
Clementi scrive molto bene, asciutto, essenziale, colto, erudito, diretto.
Il libro scorre veloce e incalzante e merita un'attenta lettura.
Questo libro raccoglie tutto quello che c'è da sapere e ci induce a rimettere mano ai loro dischi e a ricordarne l'assoluto valore.

Massimo Pirotta - Le radici del glicine
In via Correggio 18 a Milano c'era una casa occupata in una ex fabbrica della Mellin.
I primi nuclei di persone e famiglie entrarono nel 1975, fu sgomberata nel 1984.
Era un luogo aperto, fulcro di mille incontri trasversali, una sorta di albergo per girovaghi ma anche e soprattutto un posto in cui si creava, si condivideva, si viveva un 'esperienza nuova.
Un laboratorio sociale che passò dalle esperienze dell'Autonomia a quelle dei primi punk organizzati milanesi.
Un ambiente in cui si mischiavano estremisti di sinistra e anarchici ma anche cattolici (che pensavano fortemente a sinistra).
Anni in cui si poteva ancora cambiare spesso lavoro.
Lì restò attivo per anni il VIRUS ma anche il VIDICON, ci passarono gruppi, artisti (dal Living Theatre a Nico a Basquiat a Keith Harding), si incrociarono migliaia di esperienze.
Molte vengono narrate in questo libro di MASSIMO PIROTTA, giornalista, scrittore, tra i fondatori del "Bloom" di Mezzago, attraverso testimonianze e ricordi di molti degli occupanti e dei protagonisti.
Libro prezioso che documenta una realtà lontana, inimmaginabile oggi.

John Lennon - Vero amore, i disegni per Sean
John fu, oltre ad una serie di altre cose, un tenero padre per Sean, nato dalla relazione con Yoko Ono.
Per lui disegnò parecchio.
"Vero amore, i disegni per Sean" è una raccolta di una cinquantina di disegni dai colori tenui di animali, prati e alberi, accompagnati da una breve didascalia, spesso surreale e sottilmente ironica.

La ferrovia sotterranea di Colson Whitehead
COLSON WHITEHHEAD è uno scrittore New Yorkese che con il suo (sesto) romanzo "The Underground Railroad" / "La ferrovia sotterranea" ha vinto il National Book Award, il Premio Arthur C. Clarke e il Premio Pulitzer per la narrativa.
Nei ringraziamenti cita David Bowie, Prince e Sonic Youth.
La prosa di "La ferrovia sotterranea" è poderosa, tagliente, diretta come un brano dei Sonic Youth, nera come uno di Prince, cosmopolita e universale come la musica di Bowie.
Si narra dello schiavismo in America nella prima metà dell'800 attraverso la tragica vicenda di Cora che fugge da una piantagione della Georgia in cui avvengono orrori inenarrabili a danno degli schiavi neri e che, dopo mille traversie, troverà la libertà. Il tutto con un crudo realismo a cui affianca il coup de theatre della "ferrovia sotterranea" (metafora dei collegamenti che avevano gli abolizionisti per salvare gli schiavi in fuga), che, scavata sottoterra, porta uomini e donne verso la libertà.
Un romanzo epico e potente, molto cinematografico, appassionante, dove nulla ci è risparmiato.
Libro epocale di rara intensità.
Personaggi credibili e azzeccati, riferimenti storici precisi, un inno contro il razzismo e le ingiustizie che ancora attanagliano America e non solo.

giovedì, dicembre 28, 2017

Libri 2017



Una serie di consigli letterari targati 2017 (e non solo)

1)
KRIS NEEDS - Dream baby dream
Uscita alla fine dello scorso anno "Dream baby dream" è la fedele (grazie anche all'apporto diretto dei protagonisti Alan Vega e Martin Rev) e dettagliatissima storia di una delle più importanti band della scena musicale, in grado di precorrere (spesso con riconoscimenti abbondantemente tardivi) tendenze, generi, sonorità con largo anticipo, grazie ad un approccio creativo ed artistico "totale".
Utilizzavano il termine, la filosofia, l'attitudine PUNK già nei primi 70's ma suonando un elettronica devastante, cruda, apocalittica, cattiva e senza compromessi.
Kris Needs descrive alla perfezione la New York dell'epoca, luogo disastrato, decadente, pericoloso, facendo centinaia di riferimenti ad artisti, musicisti, eventi.
Un viaggio spesso impegnativo ma sempre appassionante.
I SUICIDE non si sono mai ripetuti e fino alla recente morte di Alan Vega hanno sempre guardato avanti, caparbi, sfidando chiunque gli si parasse davanti.
Estremi, da un altro pianeta, fenomenali.
Pubblica Goodfellas, traduce molto bene Caterina Micci.

2)
JOHN DOE / TOM DESAVIA - Storia vissuta del punk a Los Angeles
Non era mai esistito niente di simile al punk di Los Angeles e non sarebbe mai esistito dopo.
Abbiamo vinto.
(Exene Chervenka)
E' un libro commovente, forte, struggente, potente.
Molti dei protagonisti di quegli anni pazzeschi a L.A. si raccontano e raccontano.
Storie di ragazzini, sconvolti non solo da droghe e alcol, ma da qualcosa che non si era mai visto e che non si vedrà mai più.
X, Flesheaters, Go Go's, Black Flag, Minitemen, Bags, Circle Jerks, Germs e decine di altri nomi si susseguono e accavallano nelle storie che ci propongono John De e Exene (X), Mike Watt (Minutemen, Firehose, Stooges), Tom Desavia (giornalista), Jane Wiedlin (Go Go's), Henry Rollins, Chris D. (Flesheaters), Charlotte Caffey (Go Go's), Dave Alvin (Blasters).
Eravamo perfettamente in grado di essere incapaci come tutti gli altri. Non importava che non sapessimo suonare i nostri strumenti - lo VOLEVAMO fare !
(Jane Wiedlin - Go Go's)
Gli inizi incerti, senza prospettive, concerti in locali allucinanti (il "Masque" in particolare) e i nsituazioni assurde, poi i dischi, le etichette, il successo per alcuni, l'oblìo e la morte per altri.
Anche i musicisti delle band erano così.
I concerti consistevano in un continuo scambiarsi i ruoli, passando dal palco al pubblico, non avevo mai visto nulla di simile.
(Mike Watt)
Poi il declino e la trasformazione in qualcosaltro a rendere irripetibile e irripetuto quel momento.
Encomiabile ricordarlo.
Il vecchio punk di fine anni 70, selvaggio, in cui valeva tutto, era stato spazzato via o, comunque, non era iù tollerato, ormai c'erano un sacco di regole da seguire per fare parte del movimento.
(Mike Watt)
Il tutto corredato da 50 fotografie di grande effetto.
Nota negativa nell'edizione italiana la copertina assolutamente impersonale (soprattutto se confrontata all'originale) e il titolo che per quanto più chiaro non può rivaleggiare con "Under the big black sun. A personal story of L.A. Punk"

3)
STEFANO GILARDINO - La storia del punk
Ci vuole una buona dose di follia ad affrontare una fatica immane come quella di riassumere LA STORIA DEL PUNK.
Stefano Gilardino ne ha da vendere per andare a scavare 40 anni (a cui, er non farsi mancare niente ne aggiunge altri dieci di ispiratori, dai Velvet Underground agli Stooges, MC5, New York Dolls etc.) di avvenimenti, gruppi, album.
Ci riesce alla perfezione in questa opera monumentale che mette in fila una dettagliata e precisa storiografia che parte da Patti Smith, Ramones, Sex Pistols, Clash, passa attraverso Crass e l'anarco punk, l'hardcore americano di Black Flag, Bad Brains, Husker Du e soci e quello inglese di Discharge e GBH, non dimentica il garage punk dei Fuzztones, le contaminazioni metal di Sucidal Tendencies e Anthrax, il grind dei Napalm Death, l'imaspettato arrivo ai vertici delle classifiche di Green Day e Offspring etc etc.
E nemmeno quello che il punk ha prodotto a fianco della musica: letteratura, arte, fotografia, film, video, fanzines etc In mezzo decine di dichiarazioni, schede di dischi, cenni a figure marginali ma ugualmente importanti come GG Allin ad esempio.
Ampio spazio alla scena italiana e a quelle europee, australiane e sudamericane.
Opera monumentale che per i più avvezzi alla materia è importante come manuale di consultazione, per i neofiti essenziale per un quadro totale di quanto è ascrivibile alla parola PUNK.

4)
HARLEY FLANAGAN - La mia vita Hard core, Punks, skins e altre storie a New York City
Difficile rendere un'idea della vita vissuta da HARLEY FLANAGAN.
< Padre delinquente, madre hippie sbandata, cresciuto per strada, nei peggiori quartieri della New York degli anni 70 e 80, dove ha incrociato (punk dodicenne) Allen Ginsberg e i Clash, Andy Warhol e i Dead Boys, Johnny Thunders e Debbie Harry.
Fino ad arrivare alla scena Hardcore Core New Yorkese e americana di cui è uno dei riconosciuti fonfdatori.
Prima batterista con gli Stimulators poi bassista dei Cro Mags e infine con gli Harvey's War.
Una vita oltre ogni immaginazione, fatta di ultra violenza, qualsiasi tipo di droga, eccesso, aberrazione, abuso, tra carcere, risse, ferite, pestaggi etc.
In mezzo la musica (e le arti marziali) come tentativo di fuggire dall'abisso.
400 pagine di minuziose descrizioni di un inferno.
Talvolta prolisse e stucchevoli (all'ennesimo fiotto di sangue, faccia spaccata, dose del mix più inimmaginabile di stupefacente si tende a passare oltre).
Una testimonianza unica di come è stata New York in un certo periodo, di come la scena Hardcore non fosse solo musica veloce ed eccitante ma anche tanto altro, meno affascinante e gradevole.
Lettura interessante.

5)
MAURIZIO CAMPISI - Everybody wants to know (La mia vita con i Sick Rose)
Un libro che gronda passione, sincerità e tanta amarezza.
Una storia comune nella sua unicità.
Unica come i SICK ROSE, gruppo tra i più rappresentativi della scena 80's (tutt'ora in attività), di cui si narra la storia attraverso le parole del loro bassista Maurizio Campisi, comune perchè è simile a quella di tanti, tanti altri.
Anni di sacrifici indicibili, un numero incalcolabile di kilometri su e giù per l'Europa, notti insonni, locali allucinanti, il "successo" a portata di mano, l'illusione, la speranza e alla fine la VITA REALE che ti affronta a muso duro, ti stende con un cazzotto e ti rimette in riga.
Maurizio scrive bene, composto, diretto e chiaro, non fa sconti, racconta lucidamente un'epoca che non esiste più.
Una storia che era giusto raccontare.
E farlo in questo modo.

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SEZIONE RISERVATA alla Collana SOUL BOOKS di Volo Libero

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CARLO BORDONE - Curtis Mayfield
La collana Soul Books di VoloLibero, curata da Alberto Castelli, giunge alla sesta puntata con un omaggio al grandissimo CURTIS MAYFIELD.
Non solo c'è la penna di Carlo Bordone, uno dei giornalisti musicali (e non solo) più preparati e competenti in Italia ma c'è la (triste) storia di un GENIO che ha saputo scrivere pagine immaginifiche della black music, prima con gli Impressions, poi come solista (spesso con tematiche dure e coraggiose da un punto di vista politico e sociale), per affrontare successivamente un progressivo declino artistico e commerciale, culminato con un incidente (sul palco) che lo lascerà paralizzato negli ultimi anni di vita, da cui si congederà con il commovente e straziante "New world order".
Curtis fu anche tra i primi artisti neri a fondare una propria etichetta e casa editrice, per gestire autonomamente i propri affari senza dover dipendere dall'esterno.
Una storia avvincente e completa.

EDDY CILIA - James Brown Nero e fiero
Un altro di quei personaggi estremi della Black Music, protagonista in modo del tutto disordinato e incoerente di lotte per i diritti, di rivoluzioni musicali (e non solo) e contemporaneamente perso in mezzo a droghe, eccessi di ogni tipo, galera, paura della mafia etc etc.
James Brown è stato tutto e ha fatto tutto e di tutto.
La sempre brillante penna di Eddy Cilia ci accompagna nel caotico mondo (soprattutto quello discografico) di James Brown, dagli inizi come "sosia" di Little Richard agli ultimi oscuri giorni.
"James Brown era nato per perdere. Ma rifiutò di accettare quel destino" (Cliff White)
Come sempre i volumetti della collana Soul Books per Volo Libero sono perfetti per conoscere e approfondire in modo critico l'immenso operato di certi Artisti che hanno scritto le migliori pagine della Black Music.

GIANNI DEL SAVIO - Nina Simone
Una lettura sofferta.
La vita di NINA SIMONE è una lunga sofferenza, pur tra successi, amori, ribalta, impegno politico ma che ogni volta finisce in lacrime, solitudine, delusioni, tracolli economici, cadute artistiche, abbandoni, fino alle soglie della follia.
Una vita vissuta intensamente e profondamente e che spesso abbiamo ritrovato nei suoi dischi, nelle sue canzoni, così simile ad altre due donne che ha ammirato (Billie Holiday e Janis Joplin).
Gianni Del Savio ne parla accuratamente in questo nuovo capitolo di Soul Books per Volo Libero, approfondendo l'aspetto umano e, con competenza, le vicende artistiche.
Lettura obbligata per chi non conosce il genio di Nina.

ALEX RIGHI - Sam Cooke
Sam Cooke era bello, figo, talentuoso, intelligente, uno dei primi neri a volere (e a riuscire) gestire la propria carriera anche da un punto di vista manageriale (attraverso la sua etichetta, SAR Records che fece incidere parecchie band e artisti di soul e gospel).
Scomparso tragicamente troppo presto, nel 1964, è uno dei tanti nomi che avrebbe potuto dare un enorme contributo artistico alla soul music e al movimento per i diritti per i neri (a cui era parecchio vicino).
Il libro di Alex Righi per Volo Libero, nella collana Soul Books, ci ripropone la sua storia, interessantissima e piena di particolari non sempre conosciuti che ne testimoniano la complessità umana e l'enorme caratura artistica.

INOLTRE (in ordine sparso)

DANIELA AMENTA - Freak Out Freak Antoni psicofisiologia di un genio
"Una biografia complicatissima la sua, perché non c’è percorso artistico che Freak non abbia sperimentato.
E dunque autore, scrittore, comico, animatore, rianimatore, conduttore, attore, musicista, operatore culturale, critico, poeta, punk".
Daniela Amenta (giornalista de L'Unità, Repubblica, Mucchio, Frigidaire, in Rai e tanto altro) ne ripercorre la vulcanica, estrema, esplosiva vita.
Non solo "il leader degli Skiantos" ma decine di altre cose, soprattutto un Artista a 360 gradi, provocatorio, di un'ironia tagliente, sublime, geniale.
Molte le testimonianze di amici e colleghi, molti i particolari inediti, anche intimi.
E' NECESSARIO, tremendamente importante, conoscere, non dimenticare, conservare la memoria dell'operato di certi artisti, così fuori dall'ordinario che vengono spesso depositati nel container dell'OBLIO. Ben vengano libri come questo, ben vengano.
“Con questi applausi voi mi confondete…. con un altro sicuramente”.

GIANLUCA MOROZZi LORENZO ARABIA - Skiantos
La storia DEFINITIVA degli SKIANTOS.
368 pagine di narrazioni, testimonianze dirette di ognuno dei numerosi componenti della band, foto, documenti, ritagli di giornali, copertine e tanto tanto altro. Una storia (sostanzialmente in perfetta linea con la "mission" della band) di INsuccessi.
Spesso ad un passo invece dalla popolarità monetizzabile. Che è talvolta pure arrivata ma la realtà è sempre stata piuttosto diversa, complice anche l'assoluta ingestibilità professionale di Freak e soci.
L'artista unico e insuperabile che era Freak Antoni, il più banale e tipico esempio di genio e sregolatezza, ne ha determinato il raggiungimento del vertice ma allo stesso tempo ne ha spesso causato la caduta.
Gli Skiantos sono un fenomeno assolutamente unico, originale e inimitabile.
Questo libro raccoglie tutto quello che c'è da sapere e ci induce a rimettere mano ai loro dischi e a ricordarne l'assoluto valore.

FRANCESCO GAZZARA - La storia dell'Acid Jazz
Il prezioso volume pubblicato nel 1997 rivede la luce in un'edizione rivisitata, aggiornata e corretta.
L'autore, Francesco Gazzara, è stato protagonista di primo piano della scena Acid Jazz (e non solo) con il suo progetto Gazzara (6 album tra jazz, elettronica, funk e lounge, tour all'estero, brani per “Sex And The City”), con gli Hammond Express oltre ad avere numerose altre attività di compositore per colonne sonore etc.
Il libro ripercorre la storia del genere con cura certosina, decine di nomi, dischi, particolari.
Ci sono preziose interviste a numerosi protagonisti (da Eddie Piller a James Taylor), capitoli sui principali club e negozi di dischi, discografia delle migliori uscite nell'ambito e tanto altro.
La lettura è veloce, semplice e appassionante, essenziale per chi vuole districarsi tra le mille variabili del genere.
La lista dei nomi ascrivibili al genere è lunga e a scorrerla ci si rende conto della qualità espressa: James Taylor Quartet ,Jamiroquai, Brand New Heavies, Incognito, Galliano, US3, Ronny Jordan, Guru, Jazzmatazz Pizzicato Five etc etc

JOYELLO TRIOLO - Intrusi a SanRemo
Joyello Triolo, oltre ad essere musicista, blogger (https://fardrock.wordpress.com/), scrittore e pure un amico, è soprattutto un raffinato e profondo conoscitore di Musica.
Sa spaziare dal punk all'avanguardia, dal jazz alla black music ma ha una grandissima competenza in ambito puramente POP.
Musica Pop(olare), "canzonetta" perfino.
Questo libro è un appassionante, colto e divertente viaggio attraverso gli INTRUSI entrati nel tempio della canzonetta per eccellenza, il Festival di SanRemo.
E non si parla solo delle scontate incursioni del rock (Statuto, Afterhours, Marlene Kuntz, Elio, Equipe 84, Decibel, Finardi, il Banco etc) ma anche e soprattutto di quegli "intrusi" insospettabili, quelli che hanno cambiato lo stile del festival, che lo hanno "disturbato" e reso inevitabilmente più interessante.
Da "Nel blu dipinto di blu" di Modugno a Rino Gaetano e la sua "Gianna", alla Nuova Compagnia di Canto Popolare fino all'unica apparizione di un'orchestra di liscio con Raoul Casadei nel 1974 è un infinito rincorrersi di aneddoti, particolari spesso inediti, curiosità.
Non dimenticando che "Papaveri e papere" di Nilla Pizzi può essere letta in chiave politica con il rimarcare delle differenze tra i potenti (papaveri) e il popolo che subisce (papere).
Un libro curioso e delizioso.

FLAVIO FREZZA - Italia Skins
E' nota e ovvia la complessità nell'addentrarsi nelle cosiddette SOTTOCULTURE senza correre il rischio di peccare di superficialità e approssimazione.
Tanto più se nascono e sviluppano "dal basso" sono infinite le sfumature, gli aspetti indefinibili, le particolarità impossibili da riportare correttamente a chi non ha vissuto o vive l'esperienza in maniera diretta. Ancora di più se parliamo della cultura SKINHEAD, una delle più osteggiate e male interpretate, soprattutto a causa delle note derive nazi/fasciste e della triste fama di violenti, aggressivi e provocatori.
Flavio Frezza, da protagonista, riesce a restituirci invece un quadro attendibile, preciso, cronologico, didascalico, alla stregua di un saggio sociologico. Il tutto in maniera lucida e distaccata.
Non facile quando si deve affrontare la profonda spaccatura tra chi andò a destra e chi a sinistra e chi cercò la "salvezza" nel concetto di "apolitico".
Ma in queste pagine ad esempio si chiarisce una volta per tutte che gli original skins non erano razzisti ma neppure troppo politically correct (come si dice oggi) e morbidi nei confronti dei pakistani ma come, allo stesso modo, certi episodi di violenza non fossero riconducibili ad una collocazione politica ma ad un contesto sociale, di strada, di quartiere.
Un testo essenziale per capire nel migliore dei modi la natura e l'origine di un movimento che ha vissuto fasi alterne, soprattutto in Italia, dove arrivò per la prima volta agli inizi degli anni '80, grazie all'insegnamento di gruppi come Nabat, Rough, Dioxina, Ghetto 84, Rip Off, Klasse Kriminale, SS 20 e tanti altri.
Altrettanto interessante la seconda parte del libro dove a parlare sono una trentina di skins ed ed ex skins italiani (peraltro ritratti in suggestive foto in bianco e nero alla fine del libro), ricordando, in modo schietto e senza peli sulla lingua la loro esperienza e soffermandosi sulle varie scene locali, sulla politica, le droghe etc.
Divertente, talvolta (positivamente) straziante, una testimonianza preziosissima.

NO STRANGE e SOGNI CORRELATI
E' un lungo Viaggio quello intrapreso dai NO STRANGE, una delle poche band veramente PSICHEDELICHE uscite in Italia, i cui primi passi sono addirittura alla fine degli anni 70.
Parte da qui il racconto, dettagliato, ricco di aneddoti e di lucidi sguardi sugli ultimi 40 anni di vita culturale e sociale italiana, della storia della band.
Come sempre, una storia fatta di alti e bassi, arrivi e ripartenze, delusioni e "successi" (sempre relativizzati alle potenzialità di un progetto sempre "contro" e veramente "alternativo").
Un libro coloratissimo (dalla penna di Ursus D'Urso, valente grafico e disegnatore, anima, con Alberto Ezzu, della band) e ricco di decine di interventi di personaggi chiamati a definire il concetto di psichedelia o a lasciare un contributo (ci sono tra i tanti Jutta Taylor Nienhausdegli Analogy, Matteo Guarnaccia,Cosimino Pecere, boss della Psych-Out Records, Twink dei Pink Fairies, Peter Daltrey dei Kaleidoscope, Brian Godding dei Blossom Toes, James Lowe degli Electrc Prunes etc etc.)
Coordina i racconti di Ursus e Ezzo, il giornalista Fabrizio Della Porta, stampa e distribuisce Area Pirata.

BRUNO PISANIELLO - Herbie Goins
Bruno Pisaniello ha raccolto una serie di testimonianze (oltre a foto, una breve biografia e la discografia completa) su HERBIE GOINS.
Personaggio solo apparentemente secondario, suonò con Alexis Korner e con i suoi Nightimer infiammò le platee dei mods londinesi nei primi 60's.
Tra il suo pubblico anche personaggi come Robert Plant, Steve Marriott, il giovane Jimi Hendrix, Mick Jagger o Keith Richards.
Poi l'arrivo in Italia dove si stabilì e continuò a suonare con i Soultimers ed altre band (tra cui un'esperienza proficua con il mai troppo stimato bluesman Guido Toffoletti).
Questo libro lo ricorda come (splendido) uomo e grande talento.
Da annotare l'aneddoto in cui Herbie ricorda che un giovanissimo Jimi Hendrix gli chiedeva spesso cosa fosse necessario per diventare famosi e lui ogni volta gli rispondeva “Experience, experience”.
Il buon Jimi si è ricordato, evidentemente, di quella parola...

DAVID NOWELL - The Story of Northern Soul: A Definitive History of the Dance Scene That Refuses to Die
Interessante, a tratti appassionante, ricco di aneddoti, esaustivo nel raccontare la nascita e la vita della scena NORTHERN SOUL dagli 70 ad oggi (2010...).
Molto accattivanti le numerose playlist dei vari club e DJ's che inducono ad andare a cercare un bel po' di titoli sconosciuti e ammiccanti.
Ci sono le rivalità tra club e DJ, le descrizioni dettagliatamente romantiche delle preparazioni alle serate (un po' stucchevoli le varie testimonianze tutte abbastanza simili), l'ammissione di quanta droga circolasse negli allnighters, l'ossessione per le rarità (c'è una descrizione mozzafiato di un capannone con 250.000 dischi tra cui rovistare...), il cambio della scena "infiltrata" da jazz funk e disco, la fine del Northern Soul originale che secondo alcuni coincide con la chiusura del Wigan Casino, i "soul fascists" (coloro che prendevano in considerazione solo i dischi prima del 31/12/1969...), la rinascita con le 6t's night di Ady Croasdell al 100 Club e tanto tanto altro .
Alla fine la storia diventa un po' ripetitiva e prolissa ma rimane interessante e basilare.
Un libro comunque consigliato per chi vuole avere un quadro abbastanza dettagliato della storia della scena e si vuole divertire con qualche racconto di chi c'era al Wigan Casino, al Torch, al Mecca etc etc.

MARCELLO PIRAS - Dentro le note. Il jazz al microscopio
Marcello Piras scrisse tra il 1983 e il 1995 una serie di articoli per il mensile «Musica Jazz». Articoli innovativi, ironici, graffianti in cui analizzava e scomponeva brani e dischi di jazz con una competenza unica. Articoli persi da tempo tra le pagine della rivista e recentemente (parzialmente, sono 39 più un inedito) ristampati da Arcana grazie a Vincenzo Martorella.
Non è una lettura facile, anzi, al contrario, è spesso molto tecnica e ad appannaggio solo a chi conosce jazz e musica in maniera molto approfondita.
Ma è tale la capacità di Piras di spiegare, pur con un linguaggio complesso, le peculiarità dei brani, aggiungendo una sterminata conoscenza della materia, aneddoti e approfondimenti, che il libro scorre veloce e curioso.
Solo per appassionati ma lettura interessantissima.

JOHN LENNON - Vero amore, i disegni per Sean
John fu, oltre ad una serie di altre cose, un tenero padre per Sean, nato dalla relazione con Yoko Ono.
Per lui disegnò parecchio.
"Vero amore, i disegni per Sean" è una raccolta di una cinquantina di disegni dai colori tenui di animali, prati e alberi, accompagnati da una breve didascalia, spesso surreale e sottilmente ironica.

BRUNO VAGNINI - John Lennon and Yoko Ono. Peace bed-in
Nel 1969 John Lennon e Yoko Ono si inventarono una forma di protesta non-violenta che chiamarono Bed-In.
Convocarono i giornalisti nella loro stanza d’albergo e li accolsero in pigiama per parlare della pace.
Una volta all’Hilton di Amsterdam, l’altra al Queen Elizabeth Hotel di Montreal.
Nella città canadese frequentava un corso di fotografia all’Accademia di Belle Arti un giovane italiano, Bruno Vagnini, che riuscì ad arrivare alla stanza d'albergo, la Suite 1742, di John e Yoko on un solo rullino in bianco e nero da 36 scatti e a fotografare la coppia.
I suoi scatti sono finiti in varie mostre e su un libro (che Gabriele Longoni dei Coys mi ha gentilmente donato nonostante non sia più di facile reperibilità), corredato da racconti e poesie di scrittori reggiani. Un documento importante.

RAY CHARLES - Brother Ray
Rilettura di un classico.
L’autobiografia, sincera e “senza filtri” di Brother Ray, attraverso i successi, le cadute,l’eroina, il sesso sfrenato e tanto altro. Non te l’aspetti dal piacione sorridente ma qui c’è tutto il ver oRay, con pregi e tanti difetti. Sempre ottima lettura.

GIL SCOTT HERON - Last Holyday - A memoir
MARCUS BARAM - Gil Scott Heron: Pieces of a man
Due letture "di lavoro" in preparazione alla riedizione di "The bluesologist" su Gil Scott Heron" in uscita a marzo 2018.

GABRIELE FINOTTI - Orzorock XX - 20 edizioni di musica in Trebbia
Per festeggiare i 20 anni di Orzorock, consolidato e mitico festival piacentino che si svolge sulle rive del fiume Trebbia, il suo ideatore guida Gabriele Finotti ne ripercorre la storia, edizione per edizione con dati, dettagli, aneddoti, testimonianza. Ogni riga trasuda passione totale, assoluta, amore per la musica, attraverso spontaneità e urgenza.
Lunga vita !!!

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LIBRI NON MUSICALI

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1)
COLSON WHITEHHEAD - La ferrovia sotterranea
COLSON WHITEHHEAD è uno scrittore New Yorkese che con il suo (sesto) romanzo "The Underground Railroad" / "La ferrovia sotterranea" ha vinto il National Book Award, il Premio Arthur C. Clarke e il Premio Pulitzer per la narrativa.
Nei ringraziamenti cita David Bowie, Prince e Sonic Youth.
La prosa di "La ferrovia sotterranea" è poderosa, tagliente, diretta come un brano dei Sonic Youth, nera come uno di Prince, cosmopolita e universale come la musica di Bowie.
Si narra dello schiavismo in America nella prima metà dell'800 attraverso la tragica vicenda di Cora che fugge da una piantagione della Georgia in cui avvengono orrori inenarrabili a danno degli schiavi neri e che, dopo mille traversie, troverà la libertà. Il tutto con un crudo realismo a cui affianca il coup de theatre della "ferrovia sotterranea" (metafora dei collegamenti che avevano gli abolizionisti per salvare gli schiavi in fuga), che, scavata sottoterra, porta uomini e donne verso la libertà.
Un romanzo epico e potente, molto cinematografico, appassionante, dove nulla ci è risparmiato.
Libro epocale di rara intensità.
Personaggi credibili e azzeccati, riferimenti storici precisi, un inno contro il razzismo e le ingiustizie che ancora attanagliano America e non solo.

2)
BEN WATT - Un paziente
I libri delle pop/rock star indulgono abitualmente su storie di tour, dischi, studi di registrazione, aneddoti, incontri, eccessi.
BEN WATT, famoso come membro con la moglie Tracey Thorn degli Everything But The Girl, ci parla invece degli inferi in cui è disceso nel 1992 a causa di una malattia rara e spesso letale, la Sindrome di Churg-Strauss. Mesi di ospedale, l'85% dell'intestino asportato, dolori insopportabili, terapie estreme.
Watt non ci risparmia niente. Descrizioni crude e spietate, disagio, frustrazione, dolori, disperazione, abbandono, particolari sgradevolissimi.
Scrittura immediata, scientifica, lucida, nessun fronzolo, nessun auto compiacimento nè auto pietismo.
Ne è uscito. Per noi lettori è invece difficile uscire indifferenti da una lettura del genere, a tratti agghiacciante e poco sopportabile.
Da leggere solo con un approccio consapevole e distaccato alla materia.
Mi accorsi di come il tempo e il mondo esterno avessero smesso di avere un interesse per me. Le condizioni atmosferiche erano qualcosa che riguardavano le altre persone, quelli che andavano nei loro uffici o momolocali, nelle loro casette con giardino o nei caravan.

3)
LEVI HENRIKSEN - Norwegian Blues
Un romanzo delizioso quanto amaro, malinconico ma allo stesso tempo molto divertente, frizzante e intriso di una dolcezza spiazzante.
Vi si narra di un discografico che scopre in un remoto paesino norvegese tre ottantenni che furono piccole star del folk.
Refrattari ad ogni contatto con l'industria discografica (e anche con il mondo) vengono conquistati dalla passione e del protagonista che diventa una sorta di membro della famiglia e li riporta a suonare e incidere. Ma...la vita riserva sorprese (dolci e amare).
Lettura estiva e non solo, consigliatissima.

4)
PAPA FRANCESCO - Terra Casa Lavoro. Discorsi ai movimenti popolari
Ha suscitato scalpore e discussione la decisione del"quotidiano comunista" Il Manifesto di pubblicare tre discorsi di Papa Francesco ai Movimenti popolari.
Ebbene è sufficiente leggerli per comprendere la portata storica e la potenzialità delle sue parole.
Egualitarismo, critica al capitale, una visione sociale lucida, pragmatica, potente, da grande leader di pensiero.
Non è del Vaticano e delle sue storture che si parla in questo caso ma di una concezione del tutto nuova di un mondo che non sta sicuramente riservando momenti di equità e giustizia (sociale e non).

5)
MASSIMO ZAMBONI- Nessuna voce dentro - Un'estate a Berlino Ovest
Massimo Zamboni è stato il chitarrista di CCCP e CSI, poi solista e collaboratore di una lunga serie di progetti, da Nada ad Angela Baraldi.
E' anche valente scrittore di colonne sonore e libri.
Il nuovo lavoro è la riscrittura e l'ampliamento di Il mio primo dopoguerra del 2005.
Vi si racconta di un'estate del 1981 in cui Massimo partì in autostop per Berlino, visse nelle case occupate, mantenendosi facendo il cameriere da un pizzaiolo italiano felliniano (le parti dedicate sono davvero esilaranti: mi sono immischiato in una compagnia di persone ai miei antipodi, quanto a sogni e pratiche quotidiane. Ma ammiro sinceramente quel loro non «pensarsi», ma semplicemente «essere». Storia geografia scienze, cultura generale: nessuna traccia. Ci sono giorni in cui la loro libertà mi appare infinita.).
Intorno Berlino che brucia e si consuma, quella del TUWAT (fai qualcosa).
E IL MURO.
DER MAUER (in tedesco è femminile).
Per chi è passato da quelle parti in quegli anni IL MURO, depauperato dei suoi connotati geo politici, è rimasto "dentro" e se ne conserva una sorta di nostalgia.
Un mondo da non rimpiangere ma che in qualche modo si è ricavato una nicchia nella nostra anima.
Il libro è molto bello.
Molto forte, molto intenso.
E' un libro MOLTO.

5)
EMIDIO CLEMENTI - L'amante imperfetto
EMIDIO CLEMENTI si è sempre diviso, a livelli di eccellenza, tra l'attività di cantante e compositore con i MASSIMO VOLUME e l'essere un valente scrittore.
Il suo nuovo romanzo dai connotati autobiografici (ambigui, mai esplicitamente dichiarati), esplora il crollo psicologico e umano di un ex libertino alle prese con un innocente "tradimento" della moglie.
Il racconto di un lento e progressivo scivolare in un inferno angosciante e opprimente.
Clementi scrive molto bene, asciutto, essenziale, colto, erudito, diretto.
Il libro scorre veloce e incalzante e merita un'attenta lettura.

5)
MASSIMO PIROTTA - Le radici del glicine
In via Correggio 18 a Milano c'era una casa occupata in una ex fabbrica della Mellin.
I primi nuclei di persone e famiglie entrarono nel 1975, fu sgomberata nel 1984.
Era un luogo aperto, fulcro di mille incontri trasversali, una sorta di albergo per girovaghi ma anche e soprattutto un posto in cui si creava, si condivideva, si viveva un 'esperienza nuova.
Un laboratorio sociale che passò dalle esperienze dell'Autonomia a quelle dei primi punk organizzati milanesi.
Un ambiente in cui si mischiavano estremisti di sinistra e anarchici ma anche cattolici (che pensavano fortemente a sinistra).
Anni in cui si poteva ancora cambiare spesso lavoro.
Lì restò attivo per anni il VIRUS ma anche il VIDICON, ci passarono gruppi, artisti (dal Living Theatre a Nico a Basquiat a Keith Harding), si incrociarono migliaia di esperienze.
Molte vengono narrate in questo libro di MASSIMO PIROTTA, giornalista, scrittore, tra i fondatori del "Bloom" di Mezzago, attraverso testimonianze e ricordi di molti degli occupanti e dei protagonisti.
Libro prezioso che documenta una realtà lontana, inimmaginabile oggi.

5)
ENRICO GABRIELLI - Le piscine terminali
Enrico Gabrielli è un musicista, un artista e ora uno scrittore.
Ma è soprattutto un VISIONARIO.
E come tale si accompagna prima ed ora ad altri visionari.
Come Pj Harvey, Capossela, i Winstons, i Calibro 35, Morgan , gli Afterhours e decine di altre esperienze sonore e non.
Sono visionari la sua musica e il suo approccio a qualsiasi del numero infinito di strumenti che suona, il modo in cui si inserisce nel contesto con un flauto, un sax, una delle tante tastiere, con i suoi arrangiamenti con i suoi interventi che ora prendono dal folk, ora dal prog, ora dalla classica, ora dal punk.
Non poteva essere di conseguenza più che visionario il suo primo passo nella scrittura.
"Le piscine terminali" raccoglie una serie di racconti strani, obliqui, sghembi, il più delle volte ambientati in una dimensione spazio temporale parallela o futura, tra astronavi e pianeti sconosciuti, specchi che ti parlano da un altro mondo, piccioni sapiens e ragni che cercano di uscire da uno strano crepaccio siberiano.
La scrittura è colta ma sempre divertente e ironica, pronta a stenderti con un coup de théâtre.

E INOLTRE (in ordine sparso)

PAOLO RUMIZ - Maschere per un massacro
Sono stato personalmente molto coinvolto emotivamente nella sanguinosa guerra che distrusse la Yugoslavia.
Abituati a vedere contendenti lontani, il più delle volte in "paesi esotici" si vivevano le immagini di guerra con distacco, come qualcosa che non ci riguardava direttamente, con scarso coinvolgimento. La Yugoslavia era una nostra vicina, in tanti ci erano stati, le facce erano così simili alle nostre.
Una guerra sporchissima che Paolo Rumiz evidenzia ancora di più, mostrandone le cause e le motivazioni.
Un libro tremendo e spietato che ci mostra una Yugoslavia sull'orlo del baratro economico, distrutta al suo interno da un sistema di tangenti che aveva arricchito e favorito gli altri gradi politici, dell'esercito, del potere economico locale.
Rumiz sostiene la terribile tesi che per non soccombere ad un tracollo economico ci si "inventò" una guerra spacciata per "etnica" che permise di saccheggiare e razziare (legalmente, a causa della guerra di conquista reciproca) le città, le campagne e i cittadini, alle banche di non pagare debiti e di non dare i soldi a chi li aveva a loro affidati, alla delinquenza organizzata di arricchirsi a dismisura grazie alla guerra.
Durante l'assedio di Sarajevo, ad esempio, l'esercito serbo assediante vendeva alla mafia bosniaca, che gestiva gli assediati, i beni di prima necessità che a sua volta girava a prezzi maggiorati ai cittadini allo stremo.
Un affare per entrambi.
Finiti soldi e disponibilità improvvisamente, dopo anni, la Nato bombardò le postazioni serbe e l'assedio finì. Un assedio incomprensibile visto che il serbi avrebbero potuto tranquillamente sfondare quando volevano.
Una guerra di mafia, interessi, ruberie, razzie, massacri di ogni tipo, distruzione e 100.000 morti.

VARLAM Tichonovič SALAMOV - I racconti di Kolyma
Un crudo, lucido, devastante viaggio nei gulag sovietici della Kolyma, inospitale regione siberiana, dove i prigionieri lavoravano nelle miniere fino alla morte per sfinimento, fame, malattie, percosse. Salamov sopravvisse a 15 anni di detenzione estrema, pur uscendone con il fisico distrutto.
Riabilitato proseguì la carriera di giornalista e scrittore.
La sua scrittura è potente per quanto semplice e pacata, pur di fronte ad orrori e sopraffazioni di ogni tipo.
Una delle grandi opere russe del 900.

PAUL AUSTER - Trilogia di New York
Città di vetro (City of Glass), Fantasmi (Ghosts) e La stanza chiusa (The Locked Room) sono tre romanzi di Paul Auster, pubblicati separatamente tra il 1985 e il 1987, che costituiscono la Trilogia di New York.
In Italia uscirono insieme nel 2005.
Pur se indipendenti le tre letture intersecano personaggi, eventi, riferimenti tanto da poter costituire un corpo unico.
Le storie sono complesse nella loro apparente semplicità e staticità (detectives e scrittori che finiscono per immedesimarsi nelle persone spiate e nei soggetti dei loro libri in situazioni surreali, ricche di tensione e di senso di instabilità).
Storie quasi psichedeliche, molto cerebrali, sospese, angoscianti, in cui la costante è l'auto alienazione, la fuga dalle realtà per entrare in una parallela, senza vie d'uscita.
Il tutto in una New York altrettanto surreale.
Un lavoro innovativo, un linguaggio personalissimo, una scrittura veloce e attrattiva.

JENNIFER EGAN - Il tempo è un bastardo
Uscito nel 2010, pubblicato l'anno dopo in Italia da Minimum Fax, permise alla Egan di vincere il Premio Pulitzer nel 2011.
Un romanzo complesso, caratterizzato da intrecci e rimandi continui, una sorta di saga post moderna dalle caratteristiche letterarie "antiche", dove le sliding doors che si aprono e si chiudono sono spesso amare, crudeli, spietate.
Si spazia dalla scena punk di San Francisco dei primi 80's ai vicoli di Napoli, da un'industria discografica soffocata dai suoi eccessi a storie estreme, tra droga, una New York che divora vite e persone, alcool, sesso, tecnologia, artisti disperati, esistenze bruciate.
Il libro è impegnativo ma scritto divinamente.
Un lavoro importante, unico.
Tra quelli comunque da leggere, a prescindere.

JONATHAN FRANZEN - Le correzioni
L'America in disfacimento, claustrofobica e ossessiva (che alla fine si affida Trump) descritta in modo preciso, Carveriano, quasi sadico, da Franzen in questo (lungo) romanzo del 2001.
Franzen è dettagliatissimo (talvolta prolisso) e alla fine riesce a portarti nel mondo terribile di Enid, Alfred, Chip e fratelli da cui fai fatica ad uscire senza un respiro affannoso.

VITTORIO BONGIORNO - Il Duka in Sicilia
Vittorio Bongiorno scrive benissimo, in modo diretto, pulito, solare.
E la storia che ci racconta è coinvolgente, divertente, gradevolissima, ironica, talvolta amara.
Protagonista la Sicilia del 1970 quando al Festival Pop di Palermo (a cui parteciparono nomi come Aretha Franklin, Arthur Brown, Brian Auger, Georgie Fame, Blossom Toes e tanti altri - saltarono i previsti Rolling Stones, Led Zeppelin e Pink Floyd !!!! -) arriva anche DUKE ELLINGTON.
E da qui parte la complicata storia del piccolo paese di Jato che per salvare la chiesa locale briga di portarlo come ospite alla locale festa patronale.
Il tutto assume toni a metà tra il drammatico, il surreale, il comico con personaggi tipicamente siciliani, storie jazz (e blues), un'esplicita evocazione della trama di "Blues Brothers".
Il libro scorre veloce e frizzante, tocca, in modo mai pesante, temi come mafia e degrado sociale, riuscendo ad uscirne, con una piroetta, in modo sempre elegante.
Banale e abusato dirlo ma....:
UN LIBRO JAZZ (e BLUES).

CURZIO MALAPARTE - La pelle
Mi piace periodicamente rileggere i libri che più ho apprezzato. E così ho ripreso tra le mani LA PELLE di CURZIO MALAPARTE, uno dei capolavori della letteratura italiana.
Il controverso (per usare un eufemismo) autore riporta in modo crudo, spietato, al limite dell'efferatezza, i giorni della liberazione di Napoli durante la Seconda Guerra Mondiale con l'arrivo degli americani, in cui "per salvare la pelle" la popolazione finisce nel degrado più abbietto , chinando il capo ai nuovi vincitori , vendendosi, vendendo i figli, i bambini, le mogli.
Triste metafora dell'Italia che verrà (e che forse è sempre stata).
“non è più la lotta per la libertà, per la dignità umana, per l’onore… oggi si soffre e si fa soffrire, si compiono cose meravigliose e cose orrende, non già per salvare la propria anima, ma per salvare la propria pelle”.
Il libro fu a lungo bandito, condannato, messo all'indice dalla Chiesa, Malaparte pagò la spietatezza del suo racconto (romanzato ma che attingeva da una tristissima realtà), tacciato di "poetica della crudeltà" e di una vita fatta di continui volta faccia.

IGNAZIO SILONE - Fontamara
Capolavoro della letteratura italiana, stile asciutto e drammatico ma che sa essere ironico e amaramente ilare.
E ci ricorda, in tempi bui in cui qualcuno ha nostalgia di tempi ancora più bui, la vera faccia del fascismo, al servizio dei padroni e dei potenti, a discapito dei poveri e degli ultimi.

IGNAZIO SILONE - Vino e pane
Un libro FEROCE che non lascia nè scampo nè speranze.
L'Italia oppressa dal fascismo, inebriata dall'imminente guerra all'Etiopia e dai sogni di gloria, i poveri sempre più poveri, la disperata e sparuta Resistenza all'orrore che si spegne sui monti abruzzesi o nelle prigioni del regime.
Finale atroce, cupo e durissimo.

LEONARDO SCIASCIA - A ciascuno il suo
Divertente e agro dolce giallo ,scritto nel 1964. Tanta ironia e uno spaccato della Sicilia dei tempi sullo sfondo.

Uno-Due
UNO-DUE è una pubblicazione periodica che racconta STORIE DI CALCIO.
Scritte, in modo colto e competente, da appassionati per appassionati, senza l'enfasi sensazionalista, senza partigianerie, senza menate.
In questi racconti ci sono storie a margine, sguardi a quel calcio che si gioca ogni giorno ma è lontano da qualsiasi riflettore, quello che convoglia passioni, vite, speranze, energie e che raramente concede soddisfazioni o trofei, quello che è ben altro di ciò che ci propinano le TV a pagamento (per usare un'immagine retorica).
E così andiamo a Donetks dove una volta lo Shaktar si batteva per la Champions e ora piovono bombe ucraine sui separatisti filo russi oppure in Libano dove da oltre 10 anni le partite si giocano a porte chiuse per paura di attentati e scontri, a Pietralata dove la Liberi Nantes raccoglie giocatori rifugiati, si parla del Latina e del Meadowbank Thistle, dello Jupiter e del Tanos, di Luciano Vassallo che fu campione etiope, figlio meticcio di italiano e di un'autoctona.
E di tanto altro.
Per chi ama il calcio da avere.

GIAN PAZZI - Anderground
Divertente e agrodolce romanzo sulle (dis)avventure (sentimentali e non) di Arlecchino Banti, ragazzotto di provincia alle prese con la post adolescenza.
Con un linguaggio veramente "di strada", situazioni surreali e paradossali (ma in cui è molto facile riconoscersi...) ci porta in una dimensione allegra ma non troppo.
Ma divertentissima e gradevolissima per il lettore.

mercoledì, dicembre 27, 2017

Harley Flanagan - La mia vita Hard core, Punks, skins e altre storie a New York City



Difficile rendere un'idea della vita vissuta da HARLEY FLANAGAN.

Padre delinquente, madre hippie sbandata, cresciuto per strada, nei peggiori quartieri della New York degli anni 70 e 80, dove ha incrociato (punk dodicenne) Allen Ginsberg e i Clash, Andy Warhol e i Dead Boys, Johnny Thunders e Debbie Harry.
Fino ad arrivare alla scena Hardcore Core New Yo orkese e americana di cui è uno dei riconosciuti fonfdatori.
Prima batterista con gli Stimulators poi bassista dei Cro Mags e infine con gli Harvey's War.

Una vita oltre ogni immaginazione, fatta di ultra violenza, qualsiasi tipo di droga, eccesso, aberrazione, abuso, tra carcere, risse, ferite, pestaggi etc.
In mezzo la musica (e le arti marziali) come tentativo di fuggire dall'abisso.
400 pagine di minuziose descrizioni di un inferno.

Talvolta prolisse e stucchevoli (all'ennesimo fiotto di sangue, faccia spaccata, dose del mix più inimmaginabile di stupefacente si tende a passare oltre).
Una testimonianza unica di come è stata New York in un certo periodo, di come la scena Hardcore non fosse solo musica veloce ed eccitante ma anche tanto altro, meno affascinante e gradevole.
Lettura interessante (tradotta come sempre in modo eccellente da Caterina Micci).

martedì, dicembre 26, 2017

Film del 2017



Poco assiduo al cinema segnalo comunque alcuni titoli usciti quest'anno e altri recuperati alla visione.

DETROIT di Kathryn Bigelow
The revolution will not be televised
Occorre subito sgombrare un equivoco di fondo: "Detroit" NON è un film sugli incidenti avvenuti nella città del Michigan nella 12th Street nel luglio 1967 nell'arco di cinque giorni, che portò all'intervento dell'esercito e alla morte di quarantatré persone.
La distruzione della città è sullo sfondo ma la vicenda gira intorno ad un singolo (gravissimo) episodio avvenuto nell'Algiers Hotel dove fu tenuto in ostaggio un gruppo di giovani (prevalentemente neri) e tre di loro uccisi a sangue freddo.
Anche il tema dei diritti civili rimane a fianco della vicenda.
La Bigelow tiene attaccati allo schermo per oltre due ore, in uno stato di estrema ansia e tensione altissima.
Anche la violenza è estrema ma mai esplicitata o ostentata.
E rende il tutto, paradossalmente ancora più violento.
Ambientazione affascinante, musica soul come colonna sonora, attori eccelsi (Will Poulter nei panni del poliziotto razzista è spettacolare).
Film potente, crudo, possente.

NICO 1988 di Susanna Nicchiarelli
E' sempre difficile addentarsi nell'improbabile tentativo di restituire credibilità al soggetto quando si parla di personaggi dell'ambito musicale.
Raramente si riesce a ricrearne lo spessore e un'immagine reale di quella che è la vita di un artista, in tour, in studio, in fase compositiva, nella vita quotidiana.
Susanna Nicchiarelli si cimenta con gli ultimi due anni di vita di NICO, figura decadente e decaduta, schiava di droga pesante, di un rapporto conflittuale e problematico con il figlio Ari, oscillante tra la voglia di lasciare la musica e costretta a suonare in luoghi improbabili per mantenersi.
Grazie all'immensa prova dall'incredibile espressività dell'attrice danese Trine Dyrholm che giganteggia in ogni inquadratura, il film si mantiene ad un buon livello anche se personalmente non condivido l'entusiasmo nè le lodi sperticate lette in giro.
Molte le cadute di tono, frequenti gli adattamenti sbrigativi, superficiali e poco credibili (pur se cinematograficamente comprensibili).
Ottima la scelta dei brani (riarrangiati molto bene da Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo e cantati perfettamente da Trine Dyrholm), suggestivi i brevi inediti filmati d'epoca dei Velvet Underground, ottime le ricostruzioni ambientali dell'epoca.
Buon film, comunque interessante pur se con molti dubbi.
Nel film viene rappresentato l'incontro tra Nico e Dome La Muerte che avvenne a Pisa (lei rimase una settimana a casa sua) con un Dome interpretato da un poco attendibile Thomas Trabacchi (barba bianca, capelli corti...mah...pur se sul braccio sinistro ha un tatuaggio che riproduce la copertina di "Black n Wild" dei Not Moving).
Poi Dome entrerebbe nella band di Nico (cosa mai avvenuta) e avrebbe una relazione con lei (nemmeno...).

GIMME DANGER di Jim Jarmusch
Un doveroso (seppur tardo e fuori tempo massimo) tributo ad una delle più grandi ed influenti rock n roll band di tutti i tempi da parte di uno dei suoi più grandi fan, lo stupendo regista Jim Jarmusch.
Non facile farci un film di quasi due ore con la scarsità di filmati originali (vera pecca del doc).
Ci sono le testimonianze di Iggy, lucidissimo e preciso protagonista principale e assoluto (ovviamente) oltre a Ron Asheton, Scott Asheton, Steve MacKaye, James Williamson, Mike Watt e Danny Fields.
Accuratamente (e stranamente) evitati cenni agli album più recenti The Weirdness e Ready To Die si parla dell'epopea della band dalla nascita allo split a metà dei 70's e alla reunion recente.
Un buon lavoro anche se piuttosto lento e un po' sbrigativo su molti aspetti (ad esempio il ruolo di Bowie in "Raw Power" e nel "ripescaggio" di Iggy poco tempo dopo lo scioglimento degli Stooges).
Molte parole e poca musica ma tanti stupendi aneddoti.
Vederlo è un imperativo per chi ama Stooges e un certo tipo di musica e cultura ma alla fine ne sono uscito tiepidamente impressionato.
Forse è davvero troppo tardi...

JAWBONE di Thomas Q. Napper
Sempre difficile fare un film sul pugilato.
Lo schema è spesso il solito: duri allenamenti e combattimento sanguinoso e grand guignolesco che finisce con il protagonista a pezzi ma vincitore.
Non sfugge alla regola JAWBONE di Thomas Q. Napper e scritto (e interpretato, già attore della serie TV "This is England" e in tanto altro) da Johnny Harris.
Nel film è Jimmy McCabe, ex pugile, una vita rovinata dall'alcool che prova a rientrare nel giro ma trova solo un combattimento clandestino.
Combattendo per ritornare ad essere in forma e contro la dipendenza troverà la vittoria e la forza per provare ad uscire dall'alcolismo.
Film molto crudo, diretto e tipicamente brit.
La colonna sonora di PAUL WELLER, elettronica, cupa e poco orecchiabile si adatta benissimo ai colori lugubri della vicenda.

FREAKBEAT di Luca Pastore
Un road movie visionario consumato sulle strade dell'Emilia tra bocciofile ed ex negozi di dischi o bar storici diventati altro.
Il tutto alla spasmodica ricerca del “Sacro Graal” del Beat: un presunto nastro perduto di una mitica session fra l’Equipe 84 e Jimi Hendrix in una notte nebbiosa a Correggio ("era una serata strana, si tagliava la nebbia con il coltello ma non era nebbia, quindi non mi ricordo un accidente..." confessa alla fine uno scorbutico Maurizio Vandelli).
Freak Antoni trascina sua figlia Margherita su un vecchio furgone Volkswagen alla ricerca di quel nastro e in questo viaggio stralunato parla e racconta, come sempre lucidamente e ironicamente.
Alla fine lo troverà e ascolterà (e finiamo anche noi per crederci).
"Mia figlia è sicuramente diversa da suo padre, ogni generazione deve trovare il suo modo di essere diverso dalla precedente. Mia figlia è una delle poche persone ad aver sentito quella musica leggendaria anche se lei ci ha sentito solo un gran casino, suona di chitarra distorta, bonghi ma soprattutto gente che rideva e urlava.
Non so se ha mai capito di aver sentito la risata di Jimi Hendrix"
"Quando con l'Equipe siamo andati a Milano abbiamo trovato questa bellissima villa liberty in via Bodoni ed era diventata l'ostello per tutti gli artisti un po' fuori di testa che arrivavano in Italia.
E' passato anche Jimi Hendrix ma mi sono rotto le scatole di parlarne.
Una volta ho detto agli Hendrixiani italiani che Jimi Hendrix è stato a casa mia quattro o cinque volte. Mi hanno scritto un'email dicendo: è impossibile. E allora andate affanculo e non ho mai più risposto. Jimi per me era un ragazzino di sei anni . Si faceva delle canne lunghe così ma era come aver per casa un bambino che si guardava intorno ed era più felice lui di stare a casa mia che io che ero in brodo di giuggiole ad vere lui lì." (Maurizio Vandelli)

Big Star: Nothing Can Hurt Me
BIG STAR.
La malinconica storia di una band seminale che ha influenzato una valanga di gruppi (chiedere a REM, Replacements, Bangles, all'intero Paisley Underground, i primi Primal Scream, Teenage Fan Club e, perchè no?, Smiths tra i tanti) ma la cui fama è rimasta sempre circoscritta ad un ristretto culto di appassionati (come dice nel doc Chris Kirkwood dei Meat Puppets "Non è mai stata una cosa epocale, è sempre stata solo una cosa per musicisti. Erano leggendari per molti musicisti".
Scarso successo, pochi i riscontri, tre soli album, la riscoperta della critica (e pubblico) e una reunion negli anni 2000 prima che Alex Chilton ci lasciasse per sempre nel 2010.
"Nothing Can Hurt Me" di Drew DeNicola e Olivia Mori ripercorre in due dettagliate ore tutta la storia, attraverso una lunga serie di testimonianze dei protagonisti, scarse immagini (tra cui imperdibili quelle di Cramps e Tav Falco, bands prodotto e scoperte da Alex Chilton) e tanta musica.
Bello e triste...

sabato, dicembre 23, 2017

Regali di Natale



"Cielo viola" è un brano originale firmato da Andy e Pete Twymane con testo di Luca Re, cantato da Fay Hallam mentre "Un giorno senza amore" (Fay e Luca alla voce) è la cover di "A day without love" dei Love Affair.
Area Pirata, www.areapirata.com

IL SENATO è Fay Hallam ( tastierista e voce di Makin Time e Prime Movers e dalla lunga e proficua carriera solista), Andy Lewis,(già bassista di Paul Weller e produttore artistico di fama internazionale), Luca Re (voce dei Sick Rose, storica garage band in attività dagli 80’s), Alex Loggia (chitarra degli Statuto e Il Santo), Tony Face Bacciocchi (già batterista con Not Moving, Lilith e Link Quartet).


Il video di "UN GIORNO SENZA AMORE"
https://www.youtube.com/watch?v=EIzmiIr0PBQ&feature=youtu.be



Disponibile il mio nuovo libro su RAY CHARLES "Il genio senza tempo" per Volo Libero Edizioni.
Personaggio contraddittorio sia a livello umano sia artistico (ha alternato capolavori ad album mediocri o trascurabili), una vita unica e irripetibile, Ray Charles ha attraversato epoche diversissime e segnate da cambiamenti radicali, quasi incurante, talvolta perfino sprezzante, con la tipica risata e sempre a testa alta.
Una storia tutta americana, la sua, a volte difficilmente comprensibile in un’ottica attuale o rispetto a concetti etici e morali convenzionali, tuttavia ci troviamo di fronte a chi è stato soprannominato The Genius.
Ogni altro discorso è superfluo.

https://www.vololiberoedizioni.it/ray-charles/



WITHIN U - The Night the rock n roll broke
In occasione dell'uscita di un tributo a "Sgt Peppers" dei Beatles nel 40° anniversario della pubblicazione, nel 2007, un gruppo di musicisti piacentini si trovò in studio per una riedizione di "Within you without you" di George Harrison.
Dalla registrazione scaturì un'estemporanea session che produsse altri quattro brani di cui uno inedito.
La band riprende "I see you" dei Byrds, il tradizionale "John Rilet" e un oscurissimo brano dei Beatles, "Can you take me back" (uno spezzone acustico di pochi secondi che Paul Mc Cartney inserì senza accreditarne il titolo nel "White album") in cui viene inserito l'altrettanto misconosciuto "Wild honey pie". Il tutto trattato con ampie dosi di psichedelia.
Mezzora di musica, pane per i denti di tutti gli appassionati di suoni colorati.

Suonano nel disco oltre al sottoscritto, Silvia Molinari (Link Quartet) alla voce, Stefano Pibio Silva (Temponauts) alla chitarra, Simone Modicamore (Warm Morning) alla chitarra, Alberto Callegari (Art & Illusion, Elfo Studio) al basso, Paolo Apollo Negri (Link Quartet) alle tastiere.

Il video di "Within you without you"
https://www.youtube.com/watch?v=wRSz7FECKYc

Tiratura limitata, per chi è interessato:

https://www.facebook.com/OtherEyesRecords/

http://othereyesrecords.com/

venerdì, dicembre 22, 2017

I migliori album del 2017



Il 2017 è stata una discreta annata anche se non ha regalato capolavori indimenticabili.

In passato i migliori album furono:
nel 2005 White Stripes, Oasis e Supergrass
nel 2006 Bellrays, Capossela, Who e Beatles
nel 2007 Graham Day, Pj Harvey, Amy Winehose
nel 2008 Last Shadow Puppets, Oasis, Racounters
nel 2009 Madness, Dylan, Rancid
nel 2010 Gil Scott Heron, Paul Weller, Lanegan/Campbell
nel 2011 Beady Eye, PJ Harvey, Meat Puppets
nel 2012 Secret Affair, Neneh Cherry and the Thing, Macy Gray, Martha High, Patti Smith
nel 2013 Strypes, Miles Kane, Franz Ferdinand, Excitements, Julie's Haircut
nel 2014 Sleaford Mods, Damon Albarn, Temples, The Ghost of a Saber Tooth Tiger e Benjamin Booker
nel 2015: Paul Weller (fuori concorso), Kamasi Washington, Gaz Coombes, Ryley Walker
nel 2016: Iggy Pop, Fantastic Negrito, Motorpsycho, Myles Sanko, Last Shadow Puppets con Rolling Stones e David Bowie fuori concorso


1)
GOSPELBEACH - Another summer of love
CAPOLAVORO di delizie 60's.
Ogni nota del quartetto californiano è intrisa di Byrds, del Dylan di "Higway 61 revisited", dei Beatles 1965, Kinks, Big Star, primi Grateful Dead, Beach Boys.
Brani stupendi, atmosfere solari, calde, avvolgenti.
Una bellezza rara.

2)
KAMASI WASHINGTON - Harmony Of Difference

Ritorna il grande saxfonista californiano con un ep di oltre mezzora con 6 brani uniti da un filo conduttore sonoro che sviluppa un tema principale in varie connotazioni di stile, aprendosi al funk e alle atmosfere latine. I titoli sono indicativi di ciò che necessita un'America (e un mondo) sempre più in difficoltà etica e morale: Desire, Knowledge, Integrity, Perspective, Humility, Truth (quest'ultima stupenda lunga suite di 14 minute che riassume i temi dei brani precedenti).
Manierismo o genialità è il quesito che attanaglia gli appassionati.
Propendo sempre per il secondo.

3)
PAUL WELLER - A kind revolution

La carriera solista di Paul Weller ha riservato ovvi e prevedibili alti e bassi ma ha sorpreso molti il precedente SATURNS PATTERN, per qualità, freschezza, spessore compositivo e realizzativo, uno dei suoi migliori album in assoluto.
A KIND REVOLUTION raccoglie quella pesante eredità e prosegue sulla linea sapientemente (ri)tracciata due anni fa.
Troviamo ampiamente coperto lo scibile del Weller autore che si muove, in modo attuale e moderno, senza cadute revivaliste, tra le suggestioni sonore a lui più care (soul, beat, melodie 60's, i Beatles più Mc Cartney, soprattutto nelle ballate), richiami ai migliori Style Council, qualche asperità chitarristica di sapore rock psichedelico, sapori gospel e blues.
Un album di nuovo convincente, compositivamente sempre ad alto livello, vario, intenso, che ci conferma l'eccellente salute di Mr. Weller.

4)
DREAM SYNDICATE - How Did I Find Myself Here?
Un muro chitarristico ai limiti del noise, vellutate melodie Loureediane, sapori lisergici psichedelici, umori 60's, abrasioni sonore.
Stupisce per immediatezza, attualità, freschezza ed entra senza problemi tra i migliori album dell'anno.

5)
LIAM GALLAGHER - As you were

Liam ha un pregio importante.
Ti dà sempre quello che ti aspetti. Nè più nè meno.
Il suo primo album solista è esattamente quello che ci si poteva immaginare: ballate in palese stile Oasis, influenze beatlesiane sparse ovunque, qualche brano più ruvido e ritmato. Su tutto la sua voce inimitabile.
A me piace.

6)
SONGHOY BLUES - Resistance

Poderoso secondo album per la band del Mali. Afro funk, hard prog rock, african soul, reggae, ritmiche travolgenti, brani anfetaminici, chitarre desert, cambi di tempo improvvisi.
In un brano ospitano Iggy Pop !

7)
STONE FOUNDATION - Street rituals

La band inglese si lascia abbracciare da mr. PAUL WELLER (che produce, arrangia, suona il piano, canta e compone in due brani) e rilascia un album con i fiocchi.
Soul, funk, eccellenti ballate mid tempo, tanto groove, sound soft ma crudo, pulito, spesso vicino agli Style Council.
Ottimo disco (dove l'impronta di Weller è evidente e chiara), raffinato, godibile, pieno di anima e passione.

8)
ANDY LEWIS / JUDY DYBLE - Summer dancing

Andy Lewis ha una carriera infinita come bassista (da Paul Weller a Fay Hallam, carriera solista, Spearmint fino alle radici mod con i Pimlico), produttore e DJ (aprì i concerti del tour di "Parklife" dei Blur).
Ah, suona anche con Il Senato...
La voce di Judy Dyble invece era nell'esordio dei mitici Fairport Convention, collaborò ai primi demo di Glies, Giles and Fripp (QUEL Robert Fripp che dopo poco formò i King Crimson), fondò i Trader Home e dopo una lunga sosta dalla scena musicale è tornata ad incidere album solisti.
La collaborazione tra i due ha dato alla luce uno stupendo gioiello psych folk rock di sapore marcatamente 60's, ipnotico e avvolgente ma che ha il pregio di risultare moderno e attuale, fresco e solare.
Un album cool, ispirato, ricco di eccellenti composizioni.

9)
CHARLATANS - Different days

Notevole il tredicesimo album del quartetto inglese.
Ospiti d'eccezione come Johnny Marr, Paul Weller, Stephen Morris dei New Order, Pete Salisbury dei Verve, Anton Newcombe dei Brian Jonestown Massacre.
Il sound è il consueto incantevole mix di melodie e sapori 60's con brit pop, psichedelia, chitarre jingle jangle e quel sottile gusto new wave 80's (dalle parti di Echo & the Bunnymen). Alcuni brani sono assolutamente irresistibili ma è il ton o generale ad essere altissimo. Bello, bello, bello.

10)
JULIANA HATFIELD - Pussycat

Sempre adorato la Hatfield (una che tra Blake Babies, Lemonheads e carriera solista ha infilato quasi una trentina di album dai primi 90's e che considero tra le migliori compositrci della sua epoca, troppo sottovalutata) e il suo alt rock aspro, di sapore grunge, semplice, diretto, con melodie 60's a colorare il tutto.
Il nuovo lavoro esce dall'urgenza di sparare a zero contro Trump e Juliana non le manda a dire con testi violentissimi.
Il sound è il consueto, lei suona tutto (a parte la batteria) e l'album si fa godere tantissimo.

IN ORDINE SPARSO:

THE RIDE - Weather diaries
Assenti da 11 anni, torna un'altra band del giro brit pop con un lavoro riuscitissimo, completo, tra melodie 60's, ottimi brani, una grande cura compositiva.
Spicca ancora una volta la figura del produttore, il dj Erol Alkan, apparentemente lontano dal sound della band e che invece ne plasma brani e attitudine senza snaturarne le radici, rendendo il tutto attuale e moderno. Ottimo album.

LITTLE BARRIE - Death express
La band londinese è al quinto album, sempre guidata da Barrie Cadogan, che si divide tra band e altre collaborazioni, da Paul Weller a Morrissey e Primal Scream (il batterista è invece Virgil Howe, figlio di Steve Howe degli Yes, per curiosità...). 21 brani per 1 e 10 minuti di musica, un furioso, torrido e acido mix di rock blues hendrixiano, freak beat, soul, funk.

STRYPES - Spitting image
Terzo album e nuovo passo evolutivo verso un sound sempre più personale che conserva il gusto 60’s dei ma si sposta dalle parti di quelle atmosfere che furono care a nomi come Elvis Costello, Joe Jackson, Undertones degli esordi.
Anche Arctic Monkeys, un po’ del sempre amato rhythm and blues e sapori dal mod revival del 1979 (Jam, Merton Parkas, Secret Affair).
Brani di grande spessore compositivo, splendidi i suoni, grande groove.
Album eccellente (dopo il deludente precedente).

LYDIA LUNCH - Under the covers
Notevole il nuovo album della sempre verde Lydia Lunch accompagnata da Cypress Grove (che fu sodale di Jeffrey Lee Pierce nel progetto Ramblin' Jeffrey Lee).
"Under the covers" stravolge una serie di brani più o meno noti (Doors, Elvis Costello, Steely Dan - "Do it again" ! - , Tom Petty, Jon Bon Jovi e altri) portandoli in un inferno di cupo, torrido, malatissimo, blues punk.

FILTHY FRIENDS - Invitation
Primo album per i FILTHY FRIENDS ovvero PETER BUCK (ex REM), Corin Tucker delle Sleater-Kinney, due ex Young Fresh Fellow e Bill Rieflin che ha suonato la batteria con Ministry, Nine Inch Nails e ora coni KING CRIMSON !!
"Invitation" è un super energico mix di stupende chitarre jingle jangle e all'occorrenza ruvide e garage, una voce che riporta alla Patti Smith degli esordi, un ultra teen e un'ospitata di Krist Novoselic al basso.

DOWNTOWN BOYS - Cost of living
Terzo album per la band Providence, Rhode Island.
E ancora una bastonata che arriva diretta, violenta, potente, durissima.
PUNK ROCK che accenna a X Ray Spex (grazie all'uso del sax) e al punk californiano dei primi 80's.
Testi impegnati, attitudine MC5.

MOTORPSYCHO - The tower
Imponente e monolitico come sempre (doppio e 85 minuti di musica), il nuovo album della band norvegese conferma quanto la qualità non difetti mai da queste parti.
Psichedelia, stoner, doom, ballate acustiche di sapore 60's folk, avanguardia, sperimentazione.
Musica totale e assoluta.

RAT BOY - SCUM
E' giovanissimo (21 anni), incrocia lo spirito di The Streets, Jamie T e Sleaford Mods con Beck e Beastie Boys e con quel gusto brit che riporta perfino a Big Audio Dynamite e Happy Mondays.
C'è un gusto "punk" e nichilista alla base che rende il tutto molto interessante. Una delle sorprese dell'anno.

ALAN VEGA - IT
L'album postumo di ALAN VEGA è, come sempre un passo avanti.
Violentissimo, durissimo, elettropunk caotico e devastante, a tratti insopportabile, asfissiante.
Pura violenza psichica.

THE GODFATHERS - A Big Bad Beautiful Noise
Una delle migliori e più sottovalutate bands degli 80's, i Godfathers hanno sempre interpretato al meglio quello spirito "brit" fatto di provocazione sfacciata, attitudine punk, gusto per lo stile estetico, amore per il pub rock e il rhythm and blues.
Della line up originale è rimasto il solo cantante e leader Peter Coyne ma il sound rimane lo stesso splendido guitar pop punk rock, potente e travolgente, con stupende melodie 60's e irruenza mod. Un bellissimo album.

SLEAFORD MODS - English Tapas
Continua la saga del duo di Nottingham all'esordio su Rough Trade e al decimo album (il terzo dopo la notorietà).
La formula è il solito abrasivo, irriverente, esplosivo mix di Fall, PIL, Crass, The Streets, hip hop. Basi in loop minimali e una valanga di parole vomitate da Jason Williamson che se la prende con chiunque gli capiti a tiro. Originali e disturbanti come sempre.

NEVILLE STAPLE - Return of Judge Roughneck
Rieccolo !
Immarcescibile, il grande Neville torna con un album divertente, solare, godibile. Ska, rocksteady, reggae, dub, nuovi (ottimi) brani, qualche cover (da Peter Tosh a una bella "Enjoy yourself" semi acustica in chiave ragtime e "The lunatics..." dei Fun Boy Three che perde il gusto "tribale" dell'originale a favore di una versione rocksteady), tanto groove.
Niente di nuovo (e chi lo vuole da lui?) ma fresco e corroborante.

giovedì, dicembre 21, 2017

Calciolandia, Il Meglio del 2017



Come lo scorso anno (http://tonyface.blogspot.it/2016/12/calciolandia-il-meglio-del-2016.html) ALBERTO GALLETTI ci delizia con il meglio del 2017 in ambito pallonaro.

Sta per chiudersi l’anno solare 2017 con la stagione calcistica nel pieno dell’attività.
La pausa natalizia è alle porte e quasi tutti i grandi campionati si penderanno una vacanza a parte i forsennati britannici, seppur meno di un tempo, imitati quest’anno dagli italiani in un patetico tentativo di emulazione (dittatura esercitata da Sky all’ormai inesistente FIGC), che ricorda tanto di quando si mettevano le cartoline tra i raggi della bicicletta per imitare i KTM 250cc..
Ancora una volta mi sono divertito a mettere in fila un po della roba che ho visto quest’anno e che sono riuscito a ricordare. Ho cercato di essere credibile pur se non conforme, parziale il giusto senza esser troppo serio.

MIGLIOR GIOCATORE 2017
Gol, gol, gol,ancora gol (9 presenze e 15 gol nelle qualificazioni mondiali;6 presenze e 9 gol in CL quest’anno, 13 presenze e 12 gol nel 16/17, 29 presenze e 25 gol in campionato nel 16/17.
Doppietta in finale di CL e gol vittoria nella finale del Mondiale per Club: mostruoso) e trofei per il fenomenale Cristiano Ronaldo, asso pigliatutto e giustamente ancora Pallone d’oro.
E’ davvero il più grande di ogni tempo?
Scalando con le ovvie proporzioni, Harry Kane, ricalca le orme del portoghese.
Anche per lui valanghe di gol: 43 in 38 partite con una media di 1,13 gol/partita, superiore a quella del portoghese. Partite giocate con grande classe, ma nessun trofeo.
Ad ogni modo il miglior giocatore inglese in circolazione.
Kevin De Bruyne sa giocare al calcio in maniera sopraffina.
Intelligentissimo, capacità di vedere le famose autostrade di Boskov e infilarglici la palla con un attimo di anticipo, passa la palla in maniera fantastica.
Inoltre dotato di una notevole castagna.
Ha seguito, e forse guidato, la crescita del City negli ultimi mesi, da incompiuta ad inavvicinabile corazzata. Vederlo giocare è uno spettacolo.
Il vecchio bomber Sand ha trascinato il piccolo Lanùs ad un passo dal più grande traguardo di sempre. A 37 anni dimostra ancora la voglia e l’entusiasmo di un ragazzino. Un esempio.
Non sono mai stato un grande estimatore di Chiellini, nel senso che ho sempre pensato che avrebbe potuto fare molto meglio lasciando perdere atteggiamenti spesso sciocchi e inutili, ma in quest’ultimo scorcio di stagione mi è parso spesso, e finalmente, insuperabile, mentre intorno a lui il reparto ha mostrato qualche crepa. Un vero baluardo.

1 Cristiano Ronaldo (Portogallo, Real Madrid)
2 Harry Kane (Inghilterra, Tottenham Hotspur)
3 Kevin De Bruyne (Belgio, Manchester City)
4 Pepe Sand (Argentina, CA Lanus)
5 Giorgio Chiellini (Italia, Juventus)

MIGLIOR SQUADRA DI CLUB
Il Real Madrid si conferma la miglior squadra al mondo.
Ha demolito la Juventus nella finale di CL, grazie soprattutto al suo fenomenale asso Cristiano Ronaldo e si appresta a riconfermarsi Campione del Mondo, Gremio permettendo.
Due CL e due Mondiali per club consecutivi, è la prima volta.
Volenti o nolenti giù il cappello. Il Manchester City sembra finalmente rispondere agli input di Guardiola. Dopo i patemi della passata stagione, il gioco fraseggiato degli azzurri di Manchester stà dando i risultati sperati: 14 vittorie ed un pareggio in campionato, di un altro pianeta, e primo posto nel girone di CL. Il tutto condito da prestazioni di grande livello.
Vecchia conoscenza degli appassionati italiani, Renato Portaluppi sembra aver trovato la sua dimensione ideale in panchina.
Tornato al suo club del cuore, lo ha condotto ad una splendida affermazione in Coppa Libertadores, dove è parsa sicuramente anche la squadra migliore.
Battuti nella finale mondiale solamente da una punizione del grande Ronaldo.
La Juventus riscrive la storia del calcio italiano, e la propria, aggiudicandosi il sesto scudetto consecutivo. Fuor di polemica un grande traguardo. La seconda finale in tre anni di CL, inoltre,la pone tra le grandi compagini europee del momento, nonostante la sconfitta e nonostante uno stile di gioco a volte discutibile.
Il Bayern ha vinto l’ennesimo campionato tedesco e sembra inattaccabile anche quest’anno.
In Europa stenta, anche se nella partita di Madrid della scorsa stagione ci fu più di un dubbio, ma ha i mezzi per arrivare sempre tra le ultime quattro.

1 Real Madrid
2 Manchester City
3 Gremio
4 Juventus
5 Bayern

MIGLIOR SQUADRA NAZIONALE
Nessuna competizione internazionale ma, con i mondiali in vista per il prossimo anno, si è giocato per le qualificazioni.
Difficile confrontare i valori con le gare frammentate in una miriade di gironi, eccezion fatta per il Sud America.
Ci provo, pur non essendo un gran appassionato di nazionali.
Premio la Germania che ha vinto tutte le partite giocate e il Perù per aver raggiunto la fase finale di un mondiale per la prima volta dal 1982, e per le maglie.

1 Germania
2 Brasile
3 Francia
4 Portogallo
5 Perù

MIGLIOR GOL 2017
Personalissima, ovviamente e ampiamente discutibile.
Ho privilegiato la varietà nella scelta dei gesti tecnici tenendo conto del contesto, del realizzatore e ovviamente delle mie preferenze personali.

1 Christian Eriksen (Tottenham Hotspur) in Tottenham Hotspur 4-2 Paris SG del 23 luglio
2 Aaron Mejirs (ADO Den Haag) in ADO Den Haag 2-2 Feyenoord del 5 novembre
3 Enzo Perez (River Plate) in River Plate 8-0 Jorge Wilsetrmann del 21 settembre
4 Cristiano Ronaldo (Real Madrid) in Barcellona 1-3 Real Madrid del 13 agosto
5 Alvaro Morata (Chelsea) in Chelsea 1-0 Manchester United del 5 Novembre

MIGLIOR PARTITA 2017
Personalissima, anche qui.
Son partite che ho visto avendo scelto di farlo, sulle quali avevo aspettative e, che per un motivo o l’altro mi hanno lasciato in qualche modo a bocca aperta alla fine. Fondamentali anche qui le preferenze personali.

1 Real Madrid 4-2 Bayern (d.t.s.); Champions League 2016/17 Quarti di Finale, ritorno
2 CA Lanus 4-2 River Plate; Copa Libertadores 2017 Semifinale, ritorno
3 Barcellona 6-1 Paris SG; Champions League 2016/17 Quarti di Finale, ritorno
4 Chelsea 2-3 Burnley; FA Premiership 2017/18, 1° giornata
5 Burnley 0-1 Lincoln City;Fa Cup 2016/17 5° Turno
6 Ferencváros 3-1 Videoton; Nemzeti Bajnokság I 2017/18 del 2 dicembre 2017, per ovvi motivi.

SORPRESE 2017
Exploit ‘mundial’ per un piccolo club dei sobborghi bonaerensi che arriva, tra la sorpresa generale, alla finale di Copa Libertadores, massimo torneo sudamericano.
Lo fa regalandosi un impresa incredibile: rimontando il grande River Plate in semifinale, dopo aver perso l’andata 1-0 in trasferta ed essere finiti sotto 0-2 in casa alla fine del primo tempo della partita di ritorno. Da ricordare.
Il Burnley è la rivelazione di questo primo scorcio di stagione in Inghilterra. Un discorso che parte da lontano, da una promozione, una retrocessione ed una nuova promozione, l’allenatore, sempre lui, mai licenziato Ora, dopo la tranquilla salvezza del maggio scorso, una partenza eccellente e il quarto posto in classifica mentre scrivo. Da non credere.
Notevole per una città di soli 75.000 abitanti che si trova a fronteggiare realtà metropolitane molto più grosse, rese oggi economicamente inarrivabili dal doping finanziario di arabi, oligarchi,russi e miliardari, in dollari, americani o cinesi, ma che l’anno scorso ha avuto una media spettatori a partita, in casa, di 20.558 unità. Non credo ci troviamo davanti ad un altro Leicester in termini di successo finale, e il mantenimento del quarto posto mi sembra comunque improbabile, ma certo meritano solo applausi.. Il Rijeka ha compiuto davvero una grande impresa. Non aveva mai vinto un campionato e lo fa centrando l’accoppiata campionato/coppa, interrompendo tra l’altro la striscia di ben undici titoli consecutivi della Dinamo Zagabria e battendo (3-1) questi ultimi nella finale di coppa, notevole.
Complimenti al AS Monaco che vince il campionato di Francia, stracciando la concorrenza degli arabi stramiliardari del PSG. Vero che le palanche a Montecarlo non mancano, ma vero anche che il protagonista principale della vittoria è stato Mbappè, diciottenne prodotto del vivaio.
L’ Holstein Kiel, è ai più misconosciuta, ed è un bene.
Ma ha vinto il campionato tedesco del 1911/12 e perso altre due finali nel 1909/10 e nel 1929/30.
Da allora solo III o IV serie, e due soli campionati di II serie quando per giunta non era ancora a girone unico (1978/80). Poi un mucchio di campionati regionali. Una specie di Casale teutonico.
Ad ogni modo a maggio ha vinto la III serie (ora a girone unico), ed ora è in testa alla Zweite Bundesliga, con all’ orizzonte una clamorosa, ed inedita, promozione alla potente Bundesliga. E’ ancora lunga ma forza.
Chiudo con la SPAL, un nome che rievoca glorie antiche per molti vecchi appassionati. Una bella impresa, promozione in Serie A dopo 49 anni di assenza. Li premio per il 2017 ma anche per un biennio d’oro nel quale hanno vinto consecutivamente prima il campionato di Serie C e poi quello di Serie B, bravi.
Spero riescano a restare su, se questo non significa che a retrocedere sarà il Genoa..

1 CA Lanùs – Finalista Copa Libertadores 2017
2 Burnley – 4° in Premier League 2017/18
3 NK Rijeka – Campione di Croazia e Vincitore Coppa di Croazia 2016/17
4 AS Monaco – Campione di Francia 2016/17
4 Holstein Kiel - 1° in 2 Bundesliga 2017/18 e vincitore 3 Bundesliga 2016/17
5 S.P.A.L. – Vincitrice Serie B 2016/17

MIGLIOR ALLENATORE 2017
Classifica difficile,in assenza di exploits clamorosi. Zinedine Zidane si conferma grandissimo allenatore. Al timone della squadra più forte della Terra ribadisce tutta la sua bravura nel gestire un pollaio nel quale ci sono solo galli, e che galli.
L’accoppiata campionato/Champions League parla da sola, il tutto a suon di partitoni. Guardiola stà finalmente raccogliendo i frutti di quanto seminato già dalla scorsa stagione.
Prestazioni eccellenti e primo posto inattaccabile in campionato con la netta sensazione di essere davanti ad una squadra fortissima, non solo per valore dei singoli ma anche nella qualità di gioco, altissima.
La Germania ha compiuto il percorso netto nel girone di qualificazione, 10 vittorie su 10 partite. Una macchina perfetta, sapientemente condotta da Herr Löw, allenatore attento e preparato, che da molta importanza alle doti umane dei calciatori dai quali ottiene rispetto e stima che gli consentono di mettere in pratica la propria dottrina calcistica. Inoltre un’ uomo di grandissimo stile.
Antonio Conte ha raccolto un Chelsea distrutto dall’ultima gestione di Maureen(ho) e ha fatto centro al primo colpo, i suoi metodi penetrati in profondità nel tessuto Chelsea.
Ora stenta ma con questo City ci sarebbe poco da fare comunque.
Sean Dyche è saldamente alla guida del sorprendente Burnley da cinque stagioni e la squadra continua a migliorare. In più rimane fedele a se stesso,la squadra da il massimo nella consapevolezza dei propri limiti, cosa rarissima oggigiorno, e lui mantiene quella semplicità tutta inglese che sembra sparita dalle panchine di PL in quest’epoca inondata da milioni di sterline e allenatori stranieri. Il suo recente ‘Football is about dreams’ lo pone, visto il contesto in cui opera, due gradini sopra ai colleghi che lo precedono in questa lista, escluso, forse, Löw.

1 Zinedine Zidane (Real Madrid)
2 Pep Guardiola (Manchester City)
3 Joachim Löw (Germania)
4 Antonio Conte (Chelsea)
5 Sean Dyche (Burnley)

MIGLIOR DIVISA 2017
Il giudizio è basato sui miei personalissimi criteri, di stampo tradizionalista e ispirati alla conservazione del patrimonio delle divise per giocare a calcio che considero da sempre importantissimo e motivo di distinzione.
Per giocare a calcio bisogna presentarsi vestiti come si deve.

1 Chelsea 2017/18
2 Tottenham Hotspur 2017/18
3 Sheffield Wednesday 2017/18
4 Perù 2017
5 Bayern 2017/18

MIGLIOR DIVISA DA TRASFERTA 2017
1 Vitesse Arnhem 2017/18
2 Flamengo 2017/18
3 Tottenham Hotspur 2017/18
4 Hamburger S.V. 2016/17
5 Fortuna Dusseldorf 2017/18

I miei complimenti vanno a tutti coloro che ho menzionato, e soprattutto a tutti quelli che, pur meritevoli, ho tralasciato e dimenticato.
Un ‘ultimo pensiero, non riguardante il meglio, ma il peggio, va a tutti i sostenitori del VAR e in special modo ai criminali che ne hanno autorizzato l’utilizzo.
Grazie per aver contribuito all’ennesimo passo verso la rovina del gioco,per voi un bel andateaffanculo.

A tutti buone feste
E buon calcio, se qualcuno ancora ne ha voglia.

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