venerdì, dicembre 23, 2016

I migliori album del 2016



A dispetto dei LUTTI a valanga e delle lamentele costanti, il 2016 è stato un'ottima annata per le novità discografiche con album di grande pregio, eccellenti esordi e conferme.

In passato furono:
nel 2005 White Stripes, Oasis e Supergrass
nel 2006 Bellrays, Capossela, Who e Beatles
nel 2007 Graham Day, Pj Harvey, Amy Winehose
nel 2008 Last Shadow Puppets, Oasis, Racounters
nel 2009 Madness, Dylan, Rancid
nel 2010 Gil Scott Heron, Paul Weller, Lanegan/Campbell
nel 2011 Beady Eye, PJ Harvey, Meat Puppets
nel 2012 Secret Affair, Neneh Cherry and the Thing, Macy Gray, Martha High, Patti Smith
nel 2013 Strypes, Miles Kane, Franz Ferdinand, Excitements, Julie's Haircut
nel 2014 Sleaford Mods, Damon Albarn, Temples, The Ghost of a Saber Tooth Tiger e Benjamin Booker
nel 2015: Paul Weller (fuori concorso), Kamasi Washington, Gaz Coombes, Ryley Walker


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Ho escluso dalla classifica "Blackstar" di DAVID BOWIE e "Blue and lonesome" dei ROLLING STONES.
DUE ALBUM EPOCALI, chi per una ragione, chi per l'altra, destinati a rimanere per sempre nella memoria a prescindere dal contenuto artistico. Eccellente quello di BOWIE, iconico quello degli STONES, meritano un posto a parte e un ascolto necessario.

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1
IGGY POP - Post pop depression
CAPOLAVORO scritto, prodotto e suonato con Josh Homme dei Queens of the Stone Age a cui si sono affiancati anche Dean Fertita (QoTSA e Dead Weather) e il batterista degli Arctic Monkeys Matt Helders. Un sound cupo, gotico, oscuro, decadente che riporta ai primi due album, al Bowie più ostico, in cui si sente la penna acida di Josh Homme e in cui Iggy conserva il tono gutturale da crooner degli ultimi lavori ma con una tinta rabbiosa di derivazione Stooges che rende il tutto inquietante e minaccioso.
Un blues moderno intensissimo e profondo
Album eccelso, sperimentale, anti commerciale, scostante, arrogante, duramente malinconico.

2
FANTASTIC NEGRITO - The last days of Oakland
Blues with punk attitude. Lui descrive così la sua musica. D’accordissimo.
Il risultato è talvolta vicino a certe cose di Jack White/White Stripes/Raconteurs, altre volte ad un cattivissimo modern blues, altre ancora ad una malatissima forma di gospel.
Notevole, profondo, finalmente una musica che infonde un senso di pericolo.

3
MOTORPSYCHO - Here be monsters
Un viaggio acid folk prog psych rock nei 70's dei Pink Floyd di "More", nelle progressioni degli Hawkwind con una personalità che già sappiamo essere indiscutibile.
Avvolgente, mistico, psichico, solenne, davvero bello.

4
MYLES SANKO - Just being me
C’è il Marvin Gaye di “What’s goin on”, il primo Gil Scott Heron, Bill Whiters, soul, funk, blues, jazz, testi profondi, arrangiamenti sontuosi di archi, fiati, pianoforte spesso protagonista e voce sublime.

5
LAST SHADOW PUPPETS - Everything you’ve come to expect
Maturati, induriti, piglio strafottente da artisti navigati.
Pop chitarristico degli 80's, gusto white soul, palese ed evidente PERSONALITA' che permea ogni nota.

6
KING GIZZARD & the LIZARD WIZARD - Nonagon Infinity
Sono in giro dal 2010 e questo è già l'ottavo album.
Mettono insieme la follia dei GONG, la musica totale dei COLOSSEUM, il tiro dei MOTORPSYCHO in anfe (anzi in acido), i primi TAME IMPALA , un po' di TEMPLES e psichedelia varia.


7
STEVE GUNN - Eyes On The Lines
Steve Gunn è uno che ha già fatto una dozzina di dischi e suona con Kurt Vile.
Amore sconfinato per le sue atmosfere 60's psych / Paisley Undergound / folk rock con intrecci di chitarra alla Television, quell'incedere alla Dream Syndicate, quel gusto primo Van Morrison.


8
MONKEES - Good times
I MONKEES (quel che ne rimane) festeggiano il 50° compleanno con un nuovo ambizioso album con fior di contributi da parte di amici e ammiratori da Andy Partridge (ex XTC), della coppia Paul Weller/Noel Gallagher, Rivers Cuomo dei Weezer, Ben Gibbard dei Death Cab for Cutie.
Un pop beat dalle tinte easy rock, cantato benissimo, suonato e prodotto senza fronzoli, in maniera essenziale e diretta.

9
KRISTIN HERSH - Wyatt At The Coyote Palace
Un nuovo album solista, doppio, in cui la chitarrista delle Throwing Muses suona, canta, compone tutto ed è un lavoro dal fascino doloroso e dal dolore fascinoso e ammaliante.

A tratti talmente intenso da risultare struggente e quasi insopportabile. 
Ma è bello, molto bello, un piccolo gioiello folk/roots.

10
YUSSEF KAMAAL - Black focus
Yussef Dayes e Kamaal Williams sono l'anima del progetto YUSSEF KAMAAL e dell'album d'esordio "Black focus" prodotto da Gilles Peterson.

Album notevole, ritmiche afrobeat, groove funk, jazz funk dei 70's, gusto blaxploitation, musicisti eccelsi, un gusto non lontano da certi umori traghettati da Kamasi Washington, sapori dubstep e jungle.
Melting pot londinese che guarda indietro e lontano.


11
NICK CAVE - Skeleton Tree
L’empatia per una tragedia come la morte di un figlio rende l’ascolto del nuovo album di Nick Cave ancora più rispettoso e attento.
“Skeleton tree” è una solenne, devastante, drammatica elaborazione di quel lutto.
E’ un GOSPEL moderno, un canto funebre straziante e difficile da sopportare, tanto ferisce l’anima. Ipnotico come il dolore quando taglia il respiro.

12
LEONARD COHEN - You want it darker
Ci sono artisti al cospetto dei quali DEVI avere una cura particolare nell'ascolto, nella comprensione, nel rispetto per una carriera di fronte alla quale ci si deve inchinare con una genuflessione simbolica (ma neanche tanto).
"You want it darker" è blues, gospel, anima, cuore, corpo e sangue.
Intenso, (o)scuro, denso, rauco, profondo.


13
SERATONES - Get gone
Figli legittimi dei Bellrays che mischiano soul music (grazie anche alla spettacolare voce di AJ Haynes) con un tiro punk, folate 60’s rock e Hendrixiane, un adorabile tocco jazzy.
C’è addirittura qua e là qualche atmosfera Crampsiana/Link Wray o riferimenti ai Feelies e Dream Syndicate.

14
KULA SHAKER - K 2.0
Il nuovo album è una piacevolissima conferma delle qualità della band che mantiene fede alle radici (brit pop con influenze “indiane” mutuate dal George Harrison periodo beatlesiano) ma assimila anche connotati funk, folk e addirittura country.
Canzoni eccellenti, prodotte alla grande, grande groove e gruppo in forma eccellente.

15
The GOAT - Requiem
Il collettivo svedese arriva al terzo album e ancora una volta ci porta in un mondo sciamanico che attinge da psichedelia, quella meno manieristica, dal desert sound del Sahel, da Tinariwen, Bombino o Mdou Moctar, oscuro folk svedese, sprazzi di world music da ogni parte del globo.
Ci sono anche rock, blues, i 60's e i 70's.
INNOVATIVI e UNICI, "Requiem" è forse inferiore al precedente capolavoro "Commune", ma vale parecchio.

16

MADNESS - Can’t touch us now I MADNESS continuano a collezionare album di alto livello, dignitosi, freschi, divertenti, interessanti.
Anche il nuovo lavoro si destreggia tra pop soul, stupende ballads, qualche occasionale ritorno a ska e rocksteady.

Brani belli, sound immediatamente riconoscibile, classe, eleganza, groove.

17
LEMON TWIGS - Do Hollywood
Giovanissimi new yorkesi all’esordio con un sorprendente mix di Wings, Supertramp, primi Queen, il Lennon solista dei primi 70’s, Todd Rundgreen, un pizzico di Syd Barrett.
Un immaginario molto preciso, tra il 1971 e il 1974, replicato però con creatività e freschezza.

18
BOB MOULD - Patch the sky
Bob Mould, bene o male, non delude mai.
Anche "Patch the sky" funziona alla grande, con quel suo inconfondibile marchio di fabbrica HuskerDu/melodico (ma quando schiaccia l'acceleratore non ce n'è per nessuno), elegantemente duro, energicamente raffinato.
Una conferma costante, un punto fermo.

19
A TRIBE CALLED QUEST - We Got It From Here – Thank You 4 Your Service
La BLACK MUSIC che cambia, si evolve, mischia, cresce, rinnova.
Hip hop che assorbe soul, funk, jazz, groove pazzeschi, ospita Kendrick Lamar, Jack White, Elton John (!), André 3000, Kanye West, Consequence, Busta Rhymes e altri.
Album pieno di stimoli, prospettive, nuovi suoni che si stratificano sulla classe cristallina della old school.

20
NEIL YOUNG - Peace Trail
Non ho sufficiente conoscenza dell'opera di NEIL YOUNG per parlare con cognizione di causa del suo nuovo "Peace trail".
Ma per me è un buon album, diretto, minimalista, buona canzoni, tanta interpretazione, alla batteria un sempre grande Jim Keltner, tematiche politico/sociali, ruvidezza, urgenza, immediatezza.

6 commenti:

  1. Grazie Tony, devo dirti che la tua playlist è sicuramente più interessante e meno scontata di altre qui in rete. Prendo nota di alcuni nomi. Auguroni!!!

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  2. Personalmente concordo con Fantastic Negrito tra i dischi dell'anno, ma mi piacerebbe capire come mai, nelle principali testate musicali italiane, non ce ne sia ALCUNA traccia. Secondo te?

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  3. Perchè è un personaggio molto di nicchia, rimasto finora escusivamente in USA e con scarsa copertura mediatica in Europa (Italia in particolare)

    E poi qua il blues e la black music in generale sono da sempre poco considerati

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  4. ottima playlist Boss..
    un augurio a tutti
    C

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  5. Semplicemente grazie Tony; leggo anche le principali riviste musicali internazionali ma le tue selezioni si avvicinano molto spesso alle mie preferenze, in particolare per i nomi meno scontati.
    Gianluca

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  6. Auguri a Tutti !
    come sempre tanti spunti interessanti e tanti dei miei album preferiti nella classifica del Boss.
    Il mio preferito è quello dei Madness,di cui sono fan sfegatato da decenni,poi Motorpsycho e Bob Mould.
    Tra gli italiani Winstons e Fuzz Orchestra.
    Ciao.
    Aldo

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