mercoledì, gennaio 06, 2016

Osvaldo BOT



Nato a Piacenza nel 1895 scomparso nel 1958 OSVALDO BOT (vero nome Osvaldo Barbieri, BOT è l'acronimo di Barbieri Oswaldo "Terribile") fu un pittore futurista della seconda ondata legato soprattutto all’ambiente milanese, nel decennio 1928-1938.
L'adesione al movimento futurista ( dopo l'apprezzamento ricevuto da Marinetti nel 1929 che lo sosterrà in alcune mostre milanesi e nella produzione editoriale) e la simpatia (più o meno forzata dai tempi e dagli eventi) per il fascismo lo portarono alla ribalta nel Ventennio con personali alle Biennali di Venezia del 1930 e del 1932, alle Quadriennali romane e alle mostre futuriste di Milano e di Roma.

Numerose le sue xilografie realiste e parodistiche o grottesche oltre al "periodo africano", quando visse in Libia, ospite di Italo Balbo per un paio d'anni.
Tutta la sua vita fu un esperimento, con risultati disuguali.
Forse i migliori li ottenne quando si trovò di fronte al vero, quando lo affrontò con umiltà. Si dedicò anche alla scultura e alla ferroplastica.

Durante la guerra torna ai paesaggi: eterei, con case diroccate, nature morte.
Morirà dimenticato e in povertà.

Piacenza gli ha dedicato un'interessante e completa mostra (fino al 10 gennaio) alla Fondazione di Piacenza e Vigevano – Spazio Mostre di Palazzo Rota Pisaroni Via Sant’Eufemia, 13– Piacenza

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