lunedì, agosto 31, 2015

Il meglio del mese. Agosto 2015



C'è un concorso al MEI che premia il miglior blog privato italiano.
Se vi piace il Nostro blog votatelo e/o fatelo votare qua, grazie !:


https://www.facebook.com/musicletter.it/posts/10153486860843436

Siamo oltre la metà del 2015 e i titoli che possono ambire alla Top 10 del'anno sono sempre più numerosi. Tra gli stranieri Paul Weller Gaz Coombes, Selecter, Kamasi Washington, Noel Gallagher, Moment, D’Angelo, Bettye Lavette, Charlatans, Saun and Starr, Sleater Kinney, Pops Staples, Mighty Mocambos, Tobias Jesso Jr., Ryley Walker, The Suffers, Jon Spencer Blues Explosion, Sonics, Blur, Sandra Wright, Soul Motivators. The Slingshots, Saun & Starr, Kendrick Lamar, Anderson East, Speedometer, Mbongwana Star, Spitfires, Billy Price & Otis Clay, Diane Shaw, Nathaniel Rateliff
In Italia Cesare Basile, Salvo Ruolo, Gang, Mads, Big Mojo, Elli de Mon, Sycamore Age, Dellera, Mother Island, Kicca, Simona Norato, Gang, Nico, Randy Roberts, Strike.


ASCOLTATO

THE STRYPES - Little victories
Difficile gestire il peso di un esordio così potente e tanto caratterizzante da un punto di vista sonoro. Soprattutto la popolarità ottenuta, un macigno per dei ragazzini cresciuti a pane e Yardbirds.
Questo secondo album è l’onorevole tentativo di andare oltre senza rinnegare il passato.
La band guarda in diverse direzioni (dagli Arctic Monkeys, soprattutto, agli Oasis a varie influenze indie brit pop), ogni tanto sbanda, altre volte tira fuori gli artigli di sempre.
I brani sono buoni, il lavoro è vario e molto meno unidirezionale rispetto all’esordio, si respira aria di transizione verso un’identità più matura anche se “Little victories” è spesso poco personale e lontano da quella splendida ingenuità elettrica dell’esordio.

BRIAN AUGER - Back to the beginning
Brian Auger è stato ed è uno dei migliori e più talentuosi tastieristi della scena inglese, precursore della fusion e dell' Acid Jazz dei 90's, protagonista della prima scena mod come solista e con gli Steampacket (con Rod Stewart, Julie Driscoll e Long John Baldry).
Quando fondò i Trinity si propose anche un giovanissimo Jimi Hendrix ma ricorda Brian che lui “un chitarrista ce l'aveva già”.
La Freestyle Records, una delle migliori etichette in ambito soul/blues, rende un doveroso e preziosissimo omaggio all'opera di Auger, raccogliendo 24 brani scelti accuratamente negli oltre 50 anni di carriera discografica e documentandone tutti i cambiamenti e le direzioni musicali, fino ai nostri giorni con la nuova versione degli Oblivion Express con vari figli nella band.
Tra i pochi successi, rarità varie (inclusa una poderosa Shake di Sam Cooke con Rod Stewart alla voce), brani live e funamboliche evoluzioni di tecnica sopraffina, le 2 ore di musica volano via che è un piacere.

NATHANIEL RATELIFF - Nathaniel Rateliff & The Night Sweats
Spettacolare album di rhythm and blues, gospel, soul in cui convergono l’anima di Otis , il groove di Booker T, un approccio redneck (è del Missouri) alla John Cougar o ai primi CCR. Il tutto molto ruvido, energico e con un’impronta attuale che cancella eventuali rigurgiti nostalgici.

BILLY PRICE and OTIS CLAY - This time for real
Eccellente album di solidissimo southern soul e rhythm and blues old style.
Accompagnati dalla Roomful of Blues di Duke Robillard il duo sprizza faville spaziando tra brani di Bobby Womack (l’irresistibile “Broadwalk”), dei Los Lobos (“Tears of God”) o la grande You got me humming” di Sam & Dave (al cui stile l’album si avvicina spesso).

DIANE SHAW - Love, life and strings
Bellissimo esordio per la cantante black londinese con un album a base di PURO NORTHERN SOUL, Motown, Philly sound, un po’ di funk.
Il tutto suonato da una band con i fiocchi e con una cura per gli arrangiamenti di prima qualità. Notevole.

T BIRD & the BRAKES - Harmonizm
La band inglese si destreggia tra buone atmosfere funk, molto danzabili e con buon groove e destrezza strumentale. Il tutto condito da una buona dose di auto ironia e un repertorio, pur se prevedibile, niente male.

RICKIE LEE JONES - The other side of desire L’ho seguita a lungo poi l'ho mollata, troppo spesso deluso.
Il nuovo album non è malaccio, solido, ispirato, convincente.
Anche se alla fine rimane un retrogusto di tedio non particolarmente piacevole.

BRAVI TUTTI - Trolleyland
Il quartetto piacentino prosegue la strada veloce e compatta del punk rock dalle tinte Social Distortion/Green Day con sferzate hardcore che li affiancano ai Punkreas, tra i tanti. Testi pungenti, ironici e divertenti, grande precisione esecutiva, brani travolgenti, produzione essenziale ma perfetta per il genere. Un lavoro che non cambierà le sorti della musica ma che diventa sempre più irresistibile ad ogni nuovo ascolto.

ROGER DAMAWUZAN & Les As Du Benin - Wait for me
Bellissima stampa di alcuni rari brani che questo cantante del Togo registrò nei 70’s. Il “James Brown di Lomè” spazia tra un torrido funk, soul “pesante” e ovvie influenze africane: Afro Soul !
Suonava 5 giorni la settimana all’Hotel Tropicana nella capitale togolese ed è uno dei più importanti musicisti nazionali, tutt’ora in attività.

ASCOLTATO ANCHE
YO LA TENGO (soporifero album di covers sussurrate, da Cure a Hank Williams), JR THOMAS and the VOLCANOS (ottimo album di original reggae ), BANDITOS (dall’Alabama tra country, 60’s blues, rock sudista, rock n roll. Ottimi), JOSS STONE (grande classe, un po’ di reggae, soft soul ma il tutto troppo anonimo e mainstream ormai), THE SORCERERS (si va di ethio jazz sorcato di funk. Niente male davvero), BEACH HOUSE (colonna sonora perfetta per un lungo sonno, peggio della Formula Uno d’estate), DESTROYER (suona nei New Pornographers e si diletta in ottimi album solisti, tra rock, jazz e un po’ di blues), DIANE COFFEE (batterista dei Foxygen al secondo album molto 70’s tra rock, soul, R&B. Discreto)

LETTO

MASSIMO FINI - Una vita - Un libro per tutti o per nessuno
L'autobiografia finale (per sua stessa volontà) di un giornalista/scrittore/personaggio (e anche attore) da sempre (veramente e volutamente) scomodo.
Inviso dalla sinistra, mal sopportato a destra, con una lunga serie di nemici che mai gli hanno mancato sgambetti e legnate.
Una vitacomunque vissuta intensamente, fino in fondo, ricca e di spessore.
Gli aneddoti sono fantastici, gli incontri con Montanelli, Nureyev, Giorgio Bocca, gli strali a Feltri, gli scontri con Berlusconi.
C'è tanto narcisismo e un po' di autoindulgenza ma la lettura è veloce, gradevole e interessantissima per chi ama conoscere un po' di retroscena della vita politica e sociale degli ultimi 50 anni italiani. Rigorosamente secondo Massimo Fini.

SIMONA BELLI e VALENTINA SECCI - Slego e Velvet. La prismatica riviera del rock
Il lavoro di certosina ricerca fatto da Simona Belli e Valentina Secci ci porta alla preziosa scoperta delle vicende dei mitici SLEGO e VELVETdue locali fondamentali per la scena rock, e non solo, italiana.
Dalla rocambolesca nascita nei primi anni '80 dello Slego nel dancing di una Casa del Popolo di Viserba, alla trasformazione in uno dei principali fari del clubbing nostrano, dove dagli 80's sono passati un po' "tutti", dai Fuzztones ai Ramones, Blur, X, Nofx Litfiba, Casino Royale, Subsonica, Bluvertigo, Afterhours, Marlene Kuntz, i "miei" Not Moving e una lunga serie di RADUNI MOD.
Poi tocca al Velvet, dove viene ricordato un mitico concerto di Paul Weller, tra gli altri prendere le redini.
Lo Slego finirà male, divorato dalla speculazione edilizia che lo abbatterà per trasformarlo nel solito condominio, il Velvet prosegue tutt'ora l'attività.
Tra aneddoti, un approccio "romanzato" delle varie vicende, personaggi incredibili, risse, la figura centrale nel racconto del compianto Thomas Balsamini e una serie di contributi finali (incluso il mio) di chi ha "vissuto" lo Slego, il libro scorre veloce e gradevole ed è un essenziale strumento per riassumere una grande storia.

MARCO PETRONI - Il St. Pauli siamo noi
Notevole il viaggio che Marco Petroni compie a St.Pauli.
Non è solo un libro sul calcio questo, proprio perchè il St.Pauli non è e non sarà mai SOLO una squadra di calcio.
E' un quartiere, una comunità che si fonde con i giocatori, con gli Ultras, con la tradizione del luogo, con la sua anima anti fascista e antagonista.
E "Il St. Pauli siamo noi" ne è una perfetta descrizione, che parte dagli albori del quartiere (da sempre ribelle e allergico all'autorità) fino ad arrivare ai nostri giorni tra occupazioni, scontri, cambiamenti radicali e difficoltà di accettare la modernità di un calcio sempre più spersonalizzato.
La cura dei dettagli, la descrizione da "dentro" (Marco è un assiduo frequentatore del Millerntor, lo stadio del St.Pauli) sono esemplari. Si rivivono i momenti di massima tensione con i fascisti e le forze dell'ordine ma anche i primi 60's quando per molto tempo da quelle parti bazzicavano alcuni giovanotti di Liverpool, destinati a diventare i Beatles.
In mezzo le sempre precarie vicende della squadra, sballottata da una serie all'altra con rare e sempre difficoltose apparizioni in Bundesliga. Lavoro interessantissimo, completo ed esaustivo, non solo per calciofili.

COSE & SUONI
“RevoLuce” è il nuovo album di Lilith and the Sinnersaints.
Un po' fermi al momento dovremmo riprendere con qualche data in autunno.

www.lilithandthesinnersaints.com
https://www.facebook.com/LilithandtheSinnersaints

Mie recensioni quotidiane di music a italiana su www.radiocoop.it

IN CANTIERE
Un nuovo libro, una collaborazione ad un altro, una sorpresa in ambito musicale (se va in porto) e un paio di presentazioni. Ii 6 settembre a Vimercate (MI) di Weller, il 12 settembre a Bologna di Rock n Goal.

domenica, agosto 30, 2015

Maunsell Forts



La fine del mondo è la rubrica domenicale (ORMAI , inaspettatamente, SEGUITISSIMA) che va ad esplorare i luoghi abbandonati dalla storia o comunque estremi.
I precedenti post
:
http://tonyface.blogspot.it/search/label/La%20fine%20del%20mondo

Le fortezze marittime Maunsell, che prendono il nome dal loro ideatore, l'ingegnere Guy Maunsell erano piccole piattaforme marittime edificate sull'estuario dei fiumi Tamigi e Mersey durante la Seconda guerra mondiale, come difesa da attacchi tedeschi.
Furono abbandonate negli anni cinquanta e successivamente utilizzate per altre attività. Una di queste vide la nascita del cosiddetto Principato di Sealand.

Tra il febbraio e l'agosto del 1942 furono costruite le prime quattro fortezze e nel 1943 altre tre forti più vicini alle spiagge.
Dopo la guerra le rovine vennero considerate un pericolo per la navigazione ed il complesso fu smantellato interamente nel 1960.

A partire dagli anni sessanta, alcune delle piattaforme in migliori condizioni divennero sedi di varie radio pirata: nel 1964 Screaming Lord Sutch fondò Radio Sutch, poi diventata Radio City, su Shivering Sands; Tom Pepper creò nello stesso anno Radio Invicta, poi nacque Radio Tower. Le radio pirata vennero infine chiuse dal governo britannico nel 1967.

Nel 1965 Paddy Roy Bates si installò nel forte Knock John, fondando la radio pirata Radio Essex, rinominata in seguito Britain's Better Music Station (BBMS).
Occupò poi Roughs Sands, da dove svolgerà diverse attività per rivendicare l'indipendenza dalla Gran Bretagna della piattaforma, battezzandola "Principato di Sealand", sfruttando il fatto che sorgeva fuori dalle acque territoriali inglesi.
La Gran Bretagna comunque modificò in seguito la definizione delle proprie acque territoriali ed attualmente la piattaforma ne è inclusa. L'indipendenza del forte "Rough Sands" (Sealand) non è mai stata riconosciuta da alcuno Stato.

sabato, agosto 29, 2015

Appuntamenti



Domenica 6 settembre a Vimercate (Milano) alle 15.30 all'Area Feste, via Degli Atleti 1 presento la bio su PAUL WELLER.

Il 12 settembre invece torno con Rock n Goal a Bologna in una situazione molto particolare...su un RING.
Vedi dettagli qui: http://www.boxeoliterario.com/

Sul nuovo CLASSIC ROCK c'è la mia intervista (con l'aiuto di Flavio Candiani) a PAUL WELLER.
Poi recensioni di Any Other, Bachi da Pietra, Zeus, Johnny Freak, Wolf Alice.

venerdì, agosto 28, 2015

Get Back. Dischi da (ri)scoprire



Ogni mese la rubrica GET BACK ripropone alcuni dischi persi nel tempo e meritevoli di una riscoperta.
Le altre riscoperte sono qui:

http://tonyface.blogspot.it/search/label/Get%20Back

PAT BOONE - In a metal mood: No more Mr. Nice guy
PAUL ANKA - Rock swings
RICHARD CHEESE - The best


Nel 1997 il crooner PAT BOONE veste un giubbotto di pelle e riprende una serie di brani provenienti dalla scena hard metal e li ripropone in chiave swing jazz con tanto di big band di fiati. Ad aiutarlo anche esponenti del genere come Ritchie Blackmore e Ronnie James Dio oltre ad uno stuolo di grandi musicisti da Dweezil Zappa a Sheila E. al batterista Gregg Bissonette.
Il risultato è molto curioso e piacevole soprattutto quando si cimenta con classici come “Smoke on tne water” o “Paradise city” dei Gun and Roses. Ma ce n’è anche per Judas Priest, Van Halen Metallica, Ozzy e perfino una discreta versione della difficile “Stairway to heaven”.

Nel 2005 un altro asso del crooning, PAUL ANKA, ripete la medesima operazione, evitando il metal ma concentrandosi su un più ampio spettro “rock” e pop da Lionel Richie a Bon Jovi, via Spandau Ballet e Pet Shop Boys.
Lavoro molto più raffinato e curato che raggiunge altissimi livelli con versioni sorprendenti e riuscitissime di “Smells like a teen spirit” dei Nirvana, di “Wonderwall” degli Oasis, “Jump” dei Van Halen e una reinterpretazione super lounge di “Love cats” dei Cure.
E poi lui canta splendidamente. Consigliato.

RICHARD CHEESE, cantante e comico americano ha infilato dal 2000 ad oggi una decina di album impostati sulla stessa formula, spaziando da Dead Kennedys e Clash, RATM, Red Hot Chili Peppers, U2, vari gruppi hard metal, Green Day.
C’è perfino una speed swing “We are the world”.
Effetto risaputo, versioni non sempre riuscite ma cercando anche qua c’è parecchio da divertirsi.

giovedì, agosto 27, 2015

Simona Belli e Valentina Secci - “Slego e Velvet. La prismatica riviera del rock"



Nelle foto: i Not Moving allo "Slego".

Il lavoro di certosina ricerca fatto da Simona Belli e Valentina Secci ci porta alla preziosa scoperta delle vicende dei mitici SLEGO e VELVET due locali fondamentali per la scena rock, e non solo, italiana.
Dalla rocambolesca nascita nei primi anni '80 dello Slego nel dancing di una Casa del Popolo di Viserba, alla trasformazione in uno dei principali fari del clubbing nostrano, dove dagli 80's sono passati un po' "tutti", dai Fuzztones ai Ramones, Blur, X, Nofx Litfiba, Casino Royale, Subsonica, Bluvertigo, Afterhours, Marlene Kuntz, i "miei" Not Moving e una lunga serie di RADUNI MOD.
Poi tocca al Velvet, dove viene ricordato un mitico concerto di Paul Weller, tra gli altri prendere le redini.
Lo Slego finirà male, divorato dalla speculazione edilizia che lo abbatterà per trasformarlo nel solito condominio, il Velvet prosegue tutt'ora l'attività.
Tra aneddoti, un approccio "romanzato" delle varie vicende, personaggi incredibili, risse, la figura centrale nel racconto del compianto Thomas Balsamini e una serie di contributi finali (incluso il mio) di chi ha "vissuto" lo Slego, il libro scorre veloce e gradevole ed è un essenziale strumento per riassumere una grande storia.

Personalmente ricordo i concerti di X, Fuzztones (con gli Havana 3AM di Paul Simonon in apertura) e quelli suonati con i Not Moving, gli Spiders Top Mods, con Herbie Goins e la festa per la presentazione della compilation "Mondo Beat".

martedì, agosto 25, 2015

The Strypes - Little Victories



Difficile gestire il peso di un esordio così potente e tanto caratterizzante da un punto di vista sonoro.
Soprattutto la popolarità ottenuta, un macigno per dei ragazzini cresciuti a pane e Yardbirds.
Questo secondo album è l’onorevole tentativo di andare oltre senza rinnegare il passato.
Anche l'immagine lascia (con l'eccezione del cantante) il culto dei 60's e diventa più "casual" e variegata (incluso il look skinhead del batterista).
N on si sa quanto studiata o spontanea ma poco importa.
La band guarda in diverse direzioni (dagli Arctic Monkeys, soprattutto, agli Oasis a varie influenze indie brit pop), ogni tanto sbanda, altre volte tira fuori gli artigli di sempre.
I brani sono buoni, il lavoro è vario e molto meno unidirezionale rispetto all’esordio, si respira aria di transizione verso un’identità più matura anche se “Little victories” è spesso poco personale e lontano da quella splendida ingenuità elettrica dell’esordio.

Le iniziali "Get into it" e "I need to be your only" sono rocciosi rock n roll che guardano ancora al passato mentre stupiscono la "deviazione" indie pop senza alcuna personalità di "A good night..." e la scopiazzatura palese e senza vergogna degli Arctic Monkeys in "Eighty four".
Dopo il buon rock di"Queen of the half crown", "Everyday" ci porta in una ballad dal sapore Oasis/Beatles e finalmente "Best man" e "Three stretts and a village green" ci fanno rivivere il gusto garage degli esordi con un lavoro sopraffino di basso e chitarra. E' quasi hard "Now she's gone" mentre riecheggia certo punk beat 77 "Cruel Burnette".
E' un ottimo jungle beat alla Bo Diddley "Status update" con splendida armonica e atmosfere alla Pretty Things e Stones '65.
A chiudere uno dei migliori episodi dell'album, la bellissima "Scumbag City", sorta di blues rock con la chitarra in gran spolvero.
Da non perdere le quattro bonus tracks della versione deluxe che curiosamente, ma non troppo, sono quelle più vicine alle atmosfere dell'esordio "Snapshot".
Ombre e luci in "Little victories" ma gli STRYPES meritano ancora fiducia, potrebbero darci ancora grandi soddisfazioni.

Qualche brano da ascoltare:

Il (brutto) singolo:
https://www.youtube.com/watch?v=dtgz2EsZaw4

L'ottimo brano in apertura (qui in grande versione live in studio):
https://www.youtube.com/watch?v=MCdxkq7DHxM

Un altro tra i migliori brani:
https://www.youtube.com/watch?v=K7x98Ai4uUg

La conclusiva "Scumbag city"
https://www.youtube.com/watch?v=sS-Gxc6DY-A

lunedì, agosto 24, 2015

Campionato di calcio 2015-2016



Ripartito il Campionato e come ogni anno qua si va di previsioni e pronostici.
Innanzitutto è da rimarcare il ritorno, seppur modesto, degli investimenti in acquisti (200 milioni in più) e di qualche nome interessante (da Mandzukic a Dzeko, Kedhira, Jovetic).

Indipendentemente dagli inattendibili risultati della prima giornata la JUVENTUS rimane ancora la netta favorita con unico (credibile?) avversario la ROMA, molto rinforzata (anche se pur se pur sempre in balìa di senatori e magagne interne). Poi LAZIO, NAPOLI e FIORENTINA ma difficilmente in grado di accreditarsi per lo scudetto.
L'INTER ha fatto una buona campagna acquisti ma è ancora un'incognita, il MILAN è stato spinto da un'imbarazzante campagna mediatica (la Gazzetta ha usato toni trionfalistici per la vittoria in Coppa Italia con il Perugia e giusto ieri paragonava con un fumoso giro di parole Bacca e Luiz Adriano a Gullit-Van Basten !!!!, Mihalovic "non firmerebbe per il terzo posto"...) ma non mi sembra possa aspirare a posizioni di vertice (considerato che ora arriva anche Balotelli a distruggere lo spogliatoio).
Dovrebbero fare un campionato tranquillo Bologna, Verona, Udinese, Torino, Palermo, Genoa, Sassuolo, sperando magari in qualche exploit verso l'Europe, la Samp con quel presidente, quell'allenatore e Cassano può fare disastri (in senso negativo, intendo).
Atalanta, Empoli, Chievo, Frosinone, Carpi si giocheranno la salvezza.
Un occhio lo riserverò sempre alla serie B ovviamente dove spero in un immediato ritorno del mio CAGLIARI in A, senza spareggi o play off !!

E come sempre i pronostici in percentuale:
Juventus 60%
Roma 20%
Napoli 5%
Lazio 5%
Fiorentina 5%
Inter 3%
Squadra a scelta 2%

giovedì, agosto 20, 2015

Il St. Pauli siamo noi di Marco Petroni



Notevole il viaggio che Marco Petroni compie a St.Pauli.
Non è solo un libro sul calcio questo, proprio perchè il St.Pauli non è e non sarà mai SOLO una squadra di calcio.
E' un quartiere, una comunità che si fonde con i giocatori, con gli Ultras, con la tradizione del luogo, con la sua anima anti fascista e antagonista.
E "Il St. Pauli siamo noi" ne è una perfetta descrizione, che parte dagli albori del quartiere (da sempre ribelle e allergico all'autorità) fino ad arrivare ai nostri giorni tra occupazioni, scontri, cambiamenti radicali e difficoltà di accettare la modernità di un calcio sempre più spersonalizzato.
La cura dei dettagli, la descrizione da "dentro" (Marco è un assiduo frequentatore del Millerntor, lo stadio del St.Pauli) sono esemplari.
Si rivivono i momenti di massima tensione con i fascisti e le forze dell'ordine ma anche i primi 60's quando per molto tempo da quelle parti bazzicavano alcuni giovanotti di Liverpool, destinati a diventare i Beatles.
In mezzo le sempre precarie vicende della squadra, sballottata da una serie all'altra con rare e sempre difficoltose apparizioni in Bundesliga.
Lavoro interessantissimo, completo ed esaustivo, non solo per calciofili.

mercoledì, agosto 19, 2015

Il St Pauli in tour in Africa



Nel 1982 il St.Pauli FC ottenne la promozione dalla Oberliga (serie C) alla 2.Liga (la serie B) tedesca ma a causa di una riforma dei campionati attuata dalla Federazione fu costretta a rimanere in terza categoria.
Per compensare parzialmente il danno la Federazione Tedesca offrì al St.Pauli un tour in Africa.

Dal libro "St.Pauli siamo noi" di Marco Petroni:

Il team partì per la tourneè africana il 27 dicembre 1982, durante la pausa invernale del campionato.
La prima tappa fu la Somalia.
A Mogadiscio tra caldo mancanza di cibo i giocatori per sostenere le due partite in programma dovettero ricorrere all'aiuto degl iintegratori di vitamine.
I bianco-marroni giocarono nello stadio nazionale di Mogadiscio davanti a 20.000 spettatori perdendo 3-0 contro il Wagad Mogadiscio e pareggiando 0-0 contro l'Horseed FC.
La notte di Capodanno la squadra cercò di festeggiare l'anno nuovo in una discoteca alla moda di Mogadiscio ma venne bloccata all'entrata per un paio d'ore, fino a quando le accese proteste del medico della società fecero intervenire la polizia che lo trattenne in prigione per tutta la notte.
Gli imprevisti accompagnarono la squadra tedesca anche in Kenya, seconda tappa del tour.
Giunti a Nairobi i dirigenti del St.Pauli furono avvisati che il match contro la squadra locale dei "leopardi" era stato spostato a Mombasa, distante 600 km.
I ricordi dei calciatori di un surreale viaggio in pullman assieme a persone del posto che trasportavano anche capre e galline. L'ultima tappa prevedeva la Tanzania.
Nel min i torneo il St.Pauli giunse in finale davanti alla rispettabile cornice di 12.000 spettatori.
Gli avversari del Simba Dar Salam interpretarono il match amichevole con molta foga. All'ennesima entrata scomposta, che causò un serio infortunio a l calciatore del St. Pauli, l'allenatore Lobowski entrò in campo, fece un fischio ai suoi e li invitò ad uscire.
Il pubblico di casa non la prese bene e diede inizio a una protesta che sfociò in una sorta di sommossa.
Dovette intervenire l'esercito che scortò il pullman del St.Pauli fuori lo stadio tra lanci di sassi e pomodori. Con 25.000 miglia di aereo e 1.800 km di pullam si chiudeva così l'odissea africana.

lunedì, agosto 17, 2015

Chris Spedding

La rubrica DARK SIDE OF THE SUN va alla scoperta di quei personaggi rimasti sempre nell'ombra di grandi artisti (talvolta parenti stretti) ma essenziali nella loro carriera senza godere mai delle luci della ribalta.
Dopo Enrico Ciacci (fratello e chitarrista di Little Tony), Ian Stewart pianista fondatore dei Rolling Stones, Simon Townshend, fratello di Pete, il padre/manager di Paul Weller, John Weller, Marco Pirroni, da sempre nelle retrovie di alcuni tra i principali act della scena punk/new wave, Andy Summers, nomade della musica dagli anni 60 ad oggi, Pat Smear, dai Germs ai Nirvana ai Foo Fighters, l'attore Gianni Agus, oggi, in occasione del nuovo album "Joyland" diamo spazio a CHRIS SPEDDING.


Le altre puntate qui:
http://tonyface.blogspot.it/search/label/Dark%20side%20of%20the%20sun

Uno dei personaggi più schivi e meno considerati della scena inglese, una quindicina di album solisti, scarsamente considerati dal pubblico e dalla critica ma uno dei chitarristi più versatili e interessanti in circolazione oltrechè produttore e scopritore di alcuni nomi che faranno fortuna epocale nella storia del rock.
Ha collaborato e suonato con Paul McCartney, Roger Daltrey, John Cale, nel 1971 nell'album "Coming from reality" del mitico Sixto Rodriguez, Willy De Ville, Roxy Music, Bryan Ferry, Elton John, Brian Eno, Tom Waits, Joan Armatrading, Nina Hagen, Jack Bruce, Nick Mason, Art Garfunkel, Katie Melua, Ginger Baker.
Ha anche fatto parte del gruppo dei Wombles, band che si esibiva travestita da pupazzi in una trasmissione per bambini.

Ma è stato soprattutto lo "scopritore" (ruolo che ha sempre negato, sminuendo molto il suo ruolo)) dei SEX PISTOLS di cui produsse il primo demo , registrato il 15 maggio 1976 con "Problems", "No Feelings" e "Pretty Vacant".
Nel 1978 si offerse di produrre il primo demo dei CRAMPS ma il risultato fu indicato troppo "pulito" da Lux Interior e soci.
Nel 1975 rifiutò un'offerta di MICK JAGGER per andare in toiur con gli Stones per sei mesi ("Ero troppo occupato e stare in giro per tanto tempo, in assoluto secondo piano, non faceva per me"). Il 21 settembre partecipo' suonando con i Vibrators al famoso Punk Festival del "100 club".

L'uscita più recente è di qualche mese fa. "Joyland" è un discreto lavoro in cui Chris coinvolge Brian Ferry, Johnny Marr, Glen Matlock, Robert Gordon, Andy McKay e tanti altri, tra rock n roll sanguigno, ottimi brani di rock mid tempo, un po' di surf e una "Pied piper" decadente (la "nostra "Bandiera gialla").

venerdì, agosto 14, 2015

Musica per Ferragosto



Giorni di Ferragosto e vacanze.
Vi propongo un po' di nuovi e vecchi video per intrattenere chi passa per di qua.

Partiamo dai THE NEEGRO di Alex Loggia degli Statuto con "Annunaki Gods song":
https://www.youtube.com/watch?v=68nPe0DfSRM

Poi gli SPITFIRES con "4Am" dal nuovo "Response"
https://www.youtube.com/watch?v=fXw88xDAccM

PAUL WELLER in un brano di Tim Hardin coverizzato a suo tempo dagli SMALL FACES, "Red balloon"
https://www.youtube.com/watch?v=yRnYOxssFZ8

Gli STONES ROSES dal recentemente dibattuto "Second coming" con la travolgente "Love spreads"
https://www.youtube.com/watch?v=ct-qa6SjRZo

Nell'intervista a PAUL WELLER lui l'ha definita una delle migliori canzoni di PAUL MC CARTNEY in assoluto da "Memory almost full" del 2007.
https://www.youtube.com/watch?v=RTmT67ubi3A

Sempre Paolino nella stessa intervista ha detto che ci sarebbe solo un gruppo con cui vorrebbe aver voluto suonare: gli SMALL FACES
https://www.youtube.com/watch?v=6vWTtx_PxPo

I congolesi MBONGWANASTAR hanno realizzato uno dei dischi più particolari dell'anno.
Un assaggio qua:
https://www.youtube.com/watch?v=cAZxMZBZ628

Un disco pazzesco lo ha pubblicato anche KAMASI WASHINGTON, "Epic".
Una lunga dimostrazione è qua:
https://www.youtube.com/watch?v=XDXNzucphEw

Dalle "nostre" parti segnaliamo il ritorno discografico della PELUQUERIA HERNANDEZ con il nuovo album "Mamboo" da cui è tratto il singolo "Tinto Bruna non avrai il mio scalpo"
https://www.youtube.com/watch?v=taovTWCtTDs

E i mod heroes THE MADS con il singolo "The virtual life":
https://www.youtube.com/watch?v=xYX7rZADrLE

E infine RANDY ROBERTS & the Capital Strokes meritano:
https://www.youtube.com/watch?v=u4XKCiHuYBw

DIMENTICAVO:..... LILITH AND THE SINNERSAINTS con una versione live in studio de "La peggiore delle libertà":
https://www.youtube.com/watch?v=tdxPAK1_Wpw

E perchè non ricordare che un po' di anni fa feci un album solista a nome TONY FACE BIG ROLL BAND ?:
"Old soul rebel" si apriva con questa versione di "Somebody stole my thunder" di Georgie Fame con Chris Philpott degli Small World alla voce e noi Link Quartet come backing band:
https://www.youtube.com/watch?v=-axePZA3E5A

E che un po' dopo registrai un Tributo a Sgt Pepper con anche questa "Getting better" con NINA ZILLI alla voce con questa line-up ?
Nina Zilli vox, Tony Face drums, Luca Biagini bass, Simone Modicamore guitar, Massimo Antenucci Guitar, Alessandro Zano wurlitzer, Paolo Stabellini 2nd vox, Andrea Modicamore back vox.
https://www.youtube.com/watch?v=-ycTrjbHzqk

giovedì, agosto 13, 2015

Punky Reggae Party



Nel 1977 la giornalista inglese Vivien Goldman al lavoro per un articolo per "Sounds" sulle connessioni tra punk e reggae che stavano emergendo nella nuova scena inglese, intervistò Bob Marley e Lee Scratch Perry, di stanza a Londra per registrare "Exodus".
Bob cercava un ambiente più tranquillo dopo essere scampato ad un attentato a Kingston, in Giamaica.
Non è che da quelle parti fosse tutto tranquillo (vedi gli scontri al carnevale di) Notting Hill ma sicuramente la vita era un po' più al sicuro. Vivien portò con sè l'acetato del primo album dei Clash (che uscirà l'8 aprile) e fece ascoltare ai due la versione di "Police and thieves", brano di Junior Murvin che era stato prodotto proprio da Lee Scratch Perry.
All'inizio i due apparvero "spaventati" dalla voce roca di Joe, così in contrasto con il dolce falsetto che caratterizza l'originale di Junior.Bob disse che "è diverso ma mi piace. I punk sono i reietti della società. Così come i rasta.
Anche loro difendono ciò che noi difendiamo"
.

Poco tempo dopo registrò PUNKY REGGAE PARTY che uscì nel 1977 solo su 12 pollici e solo in Giamaica. Divenne poi la B side di "Jamming" e successivamente venne ripresa in versione live in "Babylon by bus" e comparve in numerose compilation. Il testo fa chiaro riferimento alla scena punk, citando una serie di bands dell'epoca, Jam, Damned, Clash, Dr.Feelgood:

New wave
New wave, new craze
New wave, new craze
New wave, new craze
Let me tell you
We're going to the party
And I hope you are hardy
So please don't be naughty
For it's a punky reggae party
New wave
New wave, new craze
New wave, new craze!
Tell you what!
It Take a joyful sound
To make a world go 'round
Come with your heart and soul
Come 'a come and rock your boat
Cause it's a punky reggae party
And it's tonight
it's a punky reggae party
And it's alright
Rejected by society
Treated with impugnity
Protected by their dignity
I face reality

New wave, new craze
New wave, new craze
New wave, new craze
New wave, new craze

Wailers still be there
The Jam, The Dammed, The Clash
Wailers still be there
Dr. Feelgood too, ooh


No boring all farts No boring all farts No boring all farts will be there
No boring all farts No boring all farts No boring all farts will be there
Yeah, it's the punky reggae party
And it's tonight
Punky reggae party
And it's alright
A tip from a gypsy
She said man you got a tipsy
Hidin' from reality
In your world of Hipocrisy
In your world of Hipocrisy
Oh let me tell you
I'm poppin, I'm poppin, I'm poppin, I'm poppin, I'm poppin with your bubble
We ain't lookin' for no trouble
So if you trouble trouble
We give it to you double

New wave
New wave, new craze
It take a joyful sound
And make the world, make the world go 'round!
It take a joyful sound
Come 'a Come to rock your boat
It's a punky reggae party
And it's tonight
Punky reggae party
And it's alright
Groove, groove, groove!
New wave
New wave, new craze
Everybody!
Bounce! Bounce!

mercoledì, agosto 12, 2015

Umano non umano di Mario Schifano



https://www.youtube.com/watch?v=CnxL0f5zTxE

Umano non umano
Regia, soggetto, sceneggiatura: Mario Schifano
Fotografia: Mario Vulpiani
Montaggio: Rosanna Coppola
Interpreti: Alexandra Stewart, Carmelo Bene, Rada Rassimov, Mick Jagger, Keith Richard, Sandro Penna, Alberto Moravia, Giovanni Rosselli, Franco Angeli, Mario Bagnato, Adriano Aprà, Franco Brocani, Maurizio Calvesi, Anita Pallenberg
Produttori: Anita Pallenberg, Ettore Rosboch

Presentato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 1969

Secondo lungometraggio dell’artista Mario Schifano (dopo "Satellite" del 1968 e una lunga serie di cortometraggi) è un film sperimentale e che si sviluppa senza logica apparente e con un montaggio schizofrenico a blocchi.
Immagini prese dalla guerra in Vietnam si alternano (sottolineate da un ipnotico battito cardiaco) ad sequenze di vario tipo che coinvolgono talvolta celebrità come Mick Jagger, Keith Richards, Alberto Moravia, Carmelo Bene. Lo scopo contrapporrebbe la disumanizzazione "della compiaciuta chiacchiera culturale tipica dell’occidente, contrapposta all’umanità” della resistenza vietnamita e della rivoluzione cinese".

I momenti più interessanti sono probabilmente il palyback di MICK JAGGER di "Street fighting man" al minuto 36.04 e il KEITH RICHARDS alle prese con un Moog al 1:01:28.

«Umano non umano, uno dei pochi film d’artista ad essere stato prodotto, è da molti critici considerato come il più bel esempio sperimentale del cinema italiano anni Sessanta. Nel film fanno da cerniera tra una sequenza e l’altra le immagini di guerra riprese dalla televisione, mentre il trait d’union sonoro è il battito cardiaco che cessa solo in alcuni momenti.»
– Rebecca Teciuba

martedì, agosto 11, 2015

Il calcio che (non) conta



Rubrica periodica che andrà a visitare i campionati meno seguiti e noti in giro per il mondo.

In ISLANDA il campionato è in pieno svolgimento e vede il Fimleikafélag Hafnarfjarðar (più brevemente conosciuto come FH) guidare la classifica con 30 punti distanziando il KR di 3 punti. A seguire Breidablik, Valur e Fjolnir.

Sempre da quelle parti nelle ISOLE FAR OER alla 20° giornata il B36 Tórshavn guida sicuro con 45 punti davanti al NSÍ Runavík a 40 e al Vikingur a 35.

In SCOZIA Celtic, Aberdeen e Hearts a punteggio pieno dopo due giornate. Solo una giornata in Championship (la serie B) e Irangers inaugurano battendo il St.Mirren 3-1.

Appena partiti in IRAN e Esteghlal FC e Sepahan guidano a pieni punti dopo due giornate. Male il Persepolis (una delle più note squadre locali, con 30 milioni di supporters).

In UZBEKISTAN alla 17° giornata il Pakhtakor Tashkent precede di quattro punti il Lokomotiv Tashkent, mentre i TURKMENISTAN domina l' Altyn Asyr con 12 punti di distacco sull'Ahal, dopo 18 giornate.

In SIRIA eppur si gioca. Sono sei le squadre impegnate e al momento AL Aish e al Whada sembrano aver la meglio dopo tre giornate.

In VIETNAM dopo 20 giornata è lotta incertissima tra B.Binh Duong (chiamato il Chelsea del Vietnam a causa di una florida situazione finanziaria e dove giocano il croato Marko Simic, una carriera tra Ferencvaros e, lo scorso anno, Pordenone, il nazionale ugandese Oloya e il senegalese Dieng, 127 presenze con l'Honved Budapest) e LS.Thanh Hoa, divise da un punto.

Dopo 10 giornare è la lotta al vertice in MONGOLIA tra FC Ulaanbaatar (in cui si segnalano le presenze di un giocatore irlandese, un liberiano, un nord coreano e un croato...) Selenge Press (dove gioca il giamaicano Andre Fagan) ed Erchim (dove giova il serbo Mladen Lazarević, già con Partizan e nella serie B belga).

Nel frattempo il BHUTAN, approdato per la prima volta ai gironi di qualficazione per i Mondiali 2018 dopo aver eliminato lo Sri Lanka ha iniziato maluccio perdendo 6-0 dalla Cina e 7-0 da Hong Kong.
Meglio l'AFGHANISTAN che pur sconfitto 6-0 dalla Siria ha rimediato una vittoria , 1-0 con la Cambogia.

lunedì, agosto 10, 2015

Astrid Kirchherr



ASTRID KIRCHHERR è un personaggio che ha incrociato la vita e le vite dei BEATLES spesso e in circostanze non sempre felici ma sicuramente particolari.
Nata nel 1938 ad Amburgo, si iscrisse ad una scuola per costumisti, dove incontrò Klaus Voormann, futuro collaboratore dei Fab Four (e autore della copertina di "Revolver" tra le tante cose).
Fu proprio Voorman a presentarla ai Beatles in tour ad Amburgo nel 1960 con ancor Stu Sutcliffe al basso, con il quale, a breve, si fidanzò.
Fu in quel periodo che scattò alcune celebri foto alla band e ai singoli componenti.
Nel giugno del 1961 Stu lasciò la band e restò, per amore di Astrid, ad Amburgo.
Fu lei ad annunciare ai Beatles, tornati in Germania in tour, la prematura scomparse del loro ex bassista per emorragia cerebrale i l10 aprile del 1962.

Nel 1964 divenne una fotografa freelance e realizzò un servizio sul set cinematografico del film "A Hard Day's Night", per la rivista tedesca "Stern".
Rimase sempre in ottimi rapporti con Lennon e Harrison che le chiese di fargli la foto per la copertina interna del suo primo album solista "Wonderwall Music" del 1968.
"Ero a Londra e George mi disse che aveva bisogno di una foto per il suo album. Gli risposi che non me la sentivo e che poi non avevo nemmeno una macchina fotografica con me. Mi rispose "Darling, devo solo far schioccare le mie dita e potrai avere qualsiasi macchina tu voglia". Cosi la feci ed è una foto davvero bella.
George mi offrì di trasferirmi a Londra, mi avrebbe allestito lui uno studio per permettermi di fare la fotografa lì.
Ma ero così insicura e rifiutai.
Ero una brava fotografa o ero solo quella che fotografava i Beatles? Sono stata sempre chiamata la fotografa dei Beatles anche se ho fatto migliaia di altre foto.
Tutti mi cercavano solo per fotografare i Beatles. Oppure erano interessati alle mie vecchie foto sui Beatles, anche se erano sfocate e non riuscite perfettamente.
Ma non mostravano alcun interesse per i miei altri lavori. Fu davvero molto faticoso per una donna fotografa, negli anni '60, essere accettata.
Ma alla fine ci riuscii!»


Ha stimato di aver perso una cifra enorme causa dell'utilizzo illecito e indiscriminato delle sue foto, avvenuto senza l'autorizzazione e il conseguente pagamento dei diritti d'autore.
Altro aspetto curioso della sua vita "beatlesiana": nel 1967 sposò il batterista Gibson Kemp, quello che aveva sostituito Ringo Starr in Rory Storm and the Hurricanes, dopo che il Nostro aveva scelto di unirsi a John, Paul e George, "orfani" di Pete Best.

domenica, agosto 09, 2015

Norilsk



La fine del mondo è la rubrica domenicale (ORMAI , inaspettatamente, SEGUITISSIMA) che va ad esplorare i luoghi abbandonati dalla storia o comunque estremi.
I precedenti post:
http://tonyface.blogspot.it/search/label/La%20fine%20del%20mondo

Situata nel territorio di Krasnojarsk, nella Siberia settentrionale, Norilsk è una delle rare città che sorge su un suolo permanentemente gelato (permafrost).
Non solo il gelo e la posizione geografica (la notte polare dura da fine novembre a fine gennaio) la rendono poco ospitale ma è anche tra i 10 luoghi più inquinati al mondo a causa della produzione di alcune tra le più pericolose sostanze chimiche esistenti sul pianeta.
é infatti sede della compagnia mineraria MMC Norilsk Nickel, che sfrutta le grandi riserve di palladio, platino, nichel e cobalto.
In nessun posto al mondo c'è una concentrazione tanto elevata di anidride solforosa che causa malattie di ogni tipo che colpiscono gli abitanti che hanno un'aspettativa di vita di 10 anni inferiore a quella degli altri cittadini russi (nonstanet, anche a causa di queste restrizioni,gli stipendi siano piuttosto alti). Fondata nel 1935 come Gulag, raggiungense i 183 mila abitanti nel 1982 anche se attualmente la popolazione si è ridotta fino agli attuali 106 mila.
Norilsk è sottoposta a restrizioni di accesso, quasi integrali per i cittadini stranieri. Il clima subartico porta le temperature invernali spesso -40°C con aggiunta di tempeste di vento che portano ad accumuli di neve di diversi metri.
Il sole da metà maggio a fine luglio non tramonta mai, e le temperature medie, da giugno a settembre, superano gli 0 gradi anche se possono avere picchi fino a 30 gradi.
Nella prima metà di ottobre l'autunno si trasforma velocemente in inverno, le temperature precipitano talvolta sotto i -20°C.
Nonostante questo quadro poco edificante gli abitanti hanno fama di essere molto socievoli.
Related Posts with Thumbnails