giovedì, dicembre 30, 2010

Il meglio del 2010. Dischi.







Dopo aver ascoltato 272 album il verdetto finale sul mio meglio del 2010 è questo.
Sono gli album che ho ascoltato di più e più volentieri.
Un anno comunque interessante e con ottima musica.


1 Gil Scott Heron - I’m new here
Il ritorno epocale di un grandissimo. Il nuovo blues è qua.
2 Paul Weller - Wake up the nation
Un album all’altezza delle sue capacità. Essenziale, ispirato, ben fatto.
3 Isobel Campbell Mark Lanegan - The hawk
Formula consolidata: blues/country/gospel/roots e grandi canzoni.
3 Asa - Beautiful imperfection
Incantevole mix di afro, soul, pop, black sound.
5 Sharon Jones and the Dap Kings - I learned the hard way
Aretha e James Brown, ultra funk soul.

6 Bellrays - Black lightning
Punk soul all’ennesima potenza. Gli Stooges incontrano Aretha Franklin e Betty Davis.
7 Soft Pack - Soft pack
Power pop con ascendenza ‘77 + Feelies
8 The Qualitons - Panoramic Tymes
Hammond grooves, 60’s beat, Georgie Fame, ethiojazz, funk power dall’Ungheria. Fab.
9 Dungen - Skit I Allt
Freak prog acid beat pop dalla profonda Svezia. Come sempre geniali-
10 The Coral - Butterfly house
60’s sound come sapevano fare i primi Primal Scream che scavavano tra Byrds e Beatles.Cool.

11 Johnny Cash - American VI Ain’t no grave
Johnny Cash. Basta questo.
12 Mavis Staples - You’re not alone
Dall’anima e dal cuore. Black power.
13 Kula Shaker - Pilgrim’s progress
Si difendono ancora bene con le sempre gradite influenze Beatles tardo 60’s.
14 Corinne Bailey Rae - The sea
Canzone d’autore, accenni addirittura prog, jazzy, bluesy. Grande voce.
15 Bamboos - 4
Dall’Australia uno dei migliori funk soul grooves in circolazione
16 Carl Barat - s/t
Brit sound al 100%. Belle songs sempre gradite.
17 Janelle Monae - The archandroid
Psychosoul e hipfunk per la Prince in gonnella. Farà faville in futuro.
18 Tom Jones - Praise and blame
Blues rock n roll, country, gospel per il grande vecchio.
19 Amparo Sanchez - Tucson Habana
Folk latino in chiave moderna, struggente e intenso
20 Ringo Starr - Y not
E’ perchè gli voglio bene e non me la sento di lascairlo fuori dalla mia top 20

ITALIA

1 The June - Green fields and rain
Capolavoro di suoni direttamente dal 67/68, tra Beatles, Tomorrow, Creation, Byrds
Canzoni fenomenali, arrangiamenti maturi, esecuzione perfetta. Eccellenza.
2 Statuto - E’ già domenica
E’ il loro migliore album. Con tutto il mondo Statuto dentro.
3 Massimo Volume - Cattive abitudini
Il ritorno, forte e deciso, di Emidio Clementi e compagni. Bello, duro, intenso.
4 Cut - Annihilation road
Punk e rock, elettricità, irruenza, sapori new yorkesi, assalto sonoro. Grandi.
5 Guignol - Una risata ci seppellirà
Deep blues tinto di Nick Cave e Piero Ciampi. Notevoli

6 Il Pan Del Diavolo - Sono all’osso
I Violent Femmes italiani, più cattivi e diretti.
7 Tre allegri ragazzi morti - Primitivi del futuro
Giocano con il reggae, il dub. Rino Gaetano e il punk. E lo fanno benissimo.
8 Paolo Apollo Negri - The great anything
Il Maestro dell’Hammond in una grande summa della sua arte
9 Vallanzaska - Iporn
Italian ska ma non solo..
10 J.J.Vianello - Love rains on me
L’ex Wasted Time suona un maturo e convincente mix di soul, northern, swing. Bello e piacevolissimo.

11 Svetlanas - s/t
Soviet punk rock, breve , dritto, aspro e acido.
12 Vessel - Melodies of cupido island
Intensa, personalissima visione dark wave.
13 Giancarlo Onorato - Sangue bianco
Prosegue il personalissimo viaggio nella canzone d’autore di Onorato. Il suo album migliore.
14 No Guru - Milano Original Soundtrack
Ex Rimo Tribale ed altri con una splendida colonna sonora per Milano
15 Andrea Chimenti - Tempesta di fiori
Eccellente canzone d’autore
16 OJM - Volcano
Tra psych, Blue Cheer e MC5, potentissimo.
17 Hot Mama - Volume 1
Rythm and soul dal profondo dell’anima.
18 Electric Sixty Nine - Cornelius the colonel
Tra 70’s rock, Who, Black Crowes, Hendrix.
19 El Santo Nada - Tuco
Tex Mex strumentale tra sabbia, polvere, sudore.
20 Spiders Top Mods - Kick out the Jam, Modfathers
Per MODestia è al 20° posto, ma meriterebbe ben di più...

mercoledì, dicembre 29, 2010

Il meglio del 2010. Libri.






In attesa del meglio discografico si parla dei libri del 2010
Dopo aver letto 36 libri nel 2010 ho diviso il tutto in tre categorie.
Tra quelli usciti nel 2010 relativi e affini alla musica in generale e “gli altri”.
A seguire una serie di altri titoli pubblicati in epoche precedenti.

Usciti nel 2010
MUSICA E DINTORNI


TOP 3

KEITH RICHARDS - Life
Mai come in questo caso si può dire “la sua vita è un romanzo”.
Un romanzo travolgente e appassionante, pieno di aneddoti gustosissimi e di bellissime riflessioni dall’infanzia, attraverso 50 anni di Stones. Un must.

PATTI SMITH - Just kids
Il viaggio di Patti Smith e Robert Mapplethorpe tra la fine dei 60’s e dei 70s’, ancora innocenti e con la loro arte in embrione. A volte prolisso e statico, alla fine però avvolgente, coinvolgente, emozionante.

ROBERTO CALABRO’ - Eighties Colours
L’enciclopedia DEFINITIVA sulla scena garage psicho italiana degli anni 80.
Scritto con competenza, passione e verve, tra interviste, recensioni, discografie dettagliate e una marea di grandi foto. Indispensabile.

GLI ALTRI
LUCA FRAZZI / TERRY RAWLINGS “Mod. Vita pulita in circostanze difficili”
Esemplare e perfetto documento sulla storia del Mod dalle origini ad oggi, con tanto di appendice italiana ed eccellente documentazione fotografica.

JEROME BLANES - OUTSIDERS by INSIDERS
A cura di Max Dal Pozzo esce la traduzione in INGLESE della biografia dei beaters OUTSIDERS nelle parole di loro stessi. E’ un inglese “facile” e una lettura appassionante, ricchissima di informazioni e che offre uno stupendo spaccato sul mondo beat olandese dei 60’s.

SHEL SHAPIRO - Io sono immortale
Bellissima auobiografia. Sincera, diretta, senza peli sulla lingua, cruda a tratti.

CLAUDIO PESCETELLI - Nudi & Crudi (Piccola storia dei Festival Pop italiani) vol.1
Un’accurata e affascinante storia dei primissimi festival pop italiani tra improvvisazione, pionierismo estremo e un’estrema difficoltà a recuperare informazioni su un periodo oscuro della musica nostrana.

ENAMEL VERGUREN “I’m not like everybody else” Mod Chronicles vol. 2
In inglese, un sguardo all’interno della scena mod d’oltremanica negli anni 90, con la nascita del giro psychofreak e pessime consgeuenze. Il tutto corredato da articoli, foto, ritagli , testimonianze. Interessante.

LA VOCE DI STRATOS
Libro con vari contributi ma soprattutto DVD/film di L.D'Onofrio e M.Affattato con l'intera storia di DEMETRIO STRATOS con immagini e brani inediti. Emozionante e splendido.

ALTRO
TOP 3

PAUL VERHOEVEN - L’uomo Gesù
Il regista di “Basic insinct” ripercorre in maniera scientifica e dettagliatisisma la vità dell’Uomo Gesù , spogliato dai miracoli e dalle falsità clericali. Sorprendente, affascinante, accuratissimo. Un gioiello da leggere.

PAOLO SORRENTINO - Hanno tutti ragione
La saga di Tony Pagoda non può non affascinare. Politicamente scorretto ma pieno di spunti di riflessione, divertente e anche profondo. Forse prolisso ma comunque convincente.

J.S.HIRSCH - Hurricane - Il miracoloso viaggio di Rubin Carter
L’incredibile storia del pugile Rubin Carter (immortalato da Dylan nell’epica “Hurricane”), anni di ingiusta e dura galera per un omicidio mai commesso, condannato per ragioni razziali e “burocratiche”, la riabilitazione, l’alcool, la vittoria finale.
Senza compromessi. Libro lungo e a tratti difficile, ma concreto, spietato, denso, vero.

ALTRI
ANDREA CAMILLERI - Il Nipote del Negus
Divertentissimo e scanzonato Camilleri che ambientando una storia singolare (parzialmente vera) nel fascismo, ci dimostra quanto possa essere attuale, nell’Italia odierna.

NICK HORNBY - E’ nata una star ?
Come sempre leggero, divertente. Poca consistenza ma ironia e freschezza. Si legge in mezzora.

ANGELO POLITI - Una vita da gadano
Il proseguio di “Son tre giorni...”.
Angelo Politi affina la sua verve da gadano con un nuovo libro ancora una volta allo stesso tempo divertente, profondo, sbruffone, policamente scorrettisismo, gradevolissimo da leggere. E poi c’è perfino una parte intitolata Tony Face...come posso non parlarne bene ? http://snaporazblast.wordpress.com/

Letto anche:

NICK HORNBY - Tutto per una ragazza
Leggero e convincente come sempre, 100% brit

NICK HORNBY - Tutta un’altra musica
Piacevole, leggero, gradevole, come una chiaccherata con un vecchio amico (e pieno di riferimenti alla “nostra” musica)

SILVIA BALLESTRA - Tutto su mia nonna
Di rara bruttezza e inconsistenza

PAOLO RUMIZ - Annibale. Un viaggio
Un ECCELLENTE viaggio nella storia

PAOLO RUMIZ - La leggenda dei monti naviganti
Capolavoro di dolcezza e lucidità. Un atto d’amore verso un’Italia che (r)esiste (ma non per molto)

JOHN KING - Fedeli alla tribù
Duro, ostico, spocchioso e provocatorio come un hooligan in cerca di botte.
Bello.

JOHN KING “Fuori casa”
Sboccato, violento, perso tra calcio, sesso e alcool. Libro peso e duro ma nel grande stile di John King (uno che ha scritto il capolavoro “Human punk”)

ANDREA VALENTINI 3-7-1969 Brian Jones , Morte di un Rolling Stones
Eccellente viaggio tra i meandr idei misteri e della vita di Brian il Grande

ERRI DE LUCA - Il peso della farfalla
Tanto bello come scrive tanto odioso il personaggio del libro. Suscita emozioni, quindi è un buon libro.

DAVID FOSTER WALLACE - Considera l’aragosta
Gioiello minore di un genio. Non tanto per cosa ma per COME scrive.

CASS PENNANT - Congratulazioni, hai incontrato la I.C.F.
Un buon libro sull’holliganismo brit (West Ham United) dei 70’s. Interessante e istruttivo. Pure divertente.

CANDIDO CANNAVO‘ - Pretacci
Una serie di affettuosi ritratti di preti per i quali varrebbe la pena ricominciare a riguardare alla Chiesa senza pensieri incendiari. Personaggi come Don Gallo, Don Rigoldi, Padre Zanotelli aiutano a capire che non c’è solo la merda vaticana.

RAY CHARLES “Brother Ray”
L’appassionante autobiografia del Genius. Ben fatta.

JACK LONDON “La strada”
Racconto autobografico sui suoi anni da hobo che precede di 50 anni “On the road” di Kerouac. Eccellente !

PIERFRANCESCO PACODA - New Wave
Una lunga serie di interviste ad alcuni protagonisti (Killing Joke, Ruts, Passions, Robert Wyatt). Interessante.

CHRISTA WOLF - Cassandra
Violentemente epico, tragico, solenne, elogio militaresco alla mitologia dell’antica Grecia. Notevole. Un classico

ANDREA CAMILLERI - Un sabato con gli amici
Un Camilleri inedito, teatrale, molto crudo, inquietante e morboso.
Un libro strano non pienamente riuscito, ma che si fa ricordare.

ANGELO POLITI - Sono tre giorni che la mia morosa non m ifa le fusa
Ne ho già parlato in un post dedicato.
Ed è uno dei libri più divertenti che abbia letto. Non è poco.

JIM CARROLL - Jim entra nel campo di basket
Il tragico, drammatico, ma anche lieve e spesso divertente, “viaggio” di Jim Carroll (quello dell’ottimo album “Catholic boy” ) dai campi di basket all’eroina.
Lode all’abilità dell’autore di trascinarci nella lenta, quasi impercettibile, discesa nell’inferno. Grande libro.

JIM CARROLL - Jim ha cambiato strada
Ottimo seguito di “Basketball diaries”. Contenuti micidiali, taglio sempre ironico e solare. Grande Jim.

EMIDIO CLEMENTI - Matilde e i suoi tre padri
Piacevole romanzo, si legge bene e velocemente, è scritto bene ed è un discreto manifesto della generazione fine 70’s. Lui è quello dei Massimo Volume.

EMIDIO CLEMENTI - L’ultimo Dio
Autobiografia tra introspezione e cruda realtà, molto riuscita e ben fatta.

lunedì, dicembre 27, 2010

Dicembre 2010. Il meglio



In attesa delle classifiche di fine anno, anticipo il resoconto di dicembre e tralascio per questo mese l'appuntamento con "Get back"

ASCOLTATO

BELLRAYS - Black lightning
Rimangono a livelli di incredibile eccellenza.
Soul+punk+blues+hard. Energia, tiro, anima. Grande album.

THE QUALITONS - Panoramic Tymes
Vengono dall’Ungheria e suonano un 60’s rythm and soul da paura (tra Manfred Mann e Georgie Fame), Hammond all’impazzata, groove pazzesco di color Daptone , perfino ethio jazz. Da scoprire subito.
www.thequalitons.com

MOTORHEAD - The world is yours
La solita zuppa con brani intitolati “Rock n roll music” o “Born to lose”.
Ma il sapore è sempre buono, energico, familiare, che ti fa venire in mente i nonni

HOT MAMA - Volume 1
Rythm and blues, soul, funk, blues.
Suonato con anima, passione, onestà, sincerità dalla profonda provincia pavese.
Da avere e stop.

BEATRICE ANTOLINI - BioY
Complesso nuovo lavoro che occhieggia alla Kate Bush meno mainstream, un po’ di Bjork, ma soprattutto molta personalità.

TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI - Primitive del dub
Il nuovo album molto reggae influneced rivisto in chiave dub. Esperimento riuscitissimo anche in virtù dell’alta qualità del lavoro originale. Bello.

ASCOLTATO ANCHE:
FRED WESLEY (L’ex trombonista dei JB’s di James Brown, già anche con Maceo Parker e Ray Charles tra gli altri, con un buon album di funk soul), ARCADE FIRE (boh ? in molti urlano al capolavoro. a me non piacciono)DAMON’S CLAWS (lo fi garage raffazzonato e noioso) BRZZVLL (funk afro soul dal Belgio. Molto interessante e ben fatto. Cool), VIOLENS (new wave anni 80 con tinte 60‘s. Qualcuno ricorda gli Hurrah ? O i primi Primal Scream ?) CALIBRO 35 (varie rarità, Cool sound tra blaxploitation, colonne sonore poliziesche dei 70’s, sperimentazioni varie) ROBERT PASSERA (Ultra lounge in pieno stile Montefiori Cocktail tra 60’s. colonne sonore, beat e cha cha cha. Divertentissimo), FISTFUL OF MERCY (Ben Harper e Dahni Harrison, figlio di George per un disco tra CSN&Y e due palle così), INCARNATIONS (anche questi passeggiano tra CSN&Y e un po’ di Steely Dan. Piacevoli), PLEASANTS (epidemia di novelli CSN&Y. questi ancora più pallosi degli altri. zzzzzz), MEGAFAUN (country, psichedelia, improvvisazioni. Album strano e poco codificabile), AMERICAN AQUARIUM (roots rock palloso), SPOKES (uno sbadiglio di 52 minuti e 30 esatti)



LETTO

KEITH RICHARDS - Life
Mai come in questo caso si può dire “la sua vita è un romanzo”.
Travolgente e appassionante, pieno di aneddoti gustosissimi e di bellissime riflessioni dall’infanzia, attraverso 50 anni di Stones. Un must. Un libro imprescindibile in ogni biblioteca rock che si rispetti.

LUCA FRAZZI / TERRY RAWLINGS “Mod. Vita pulita in circostanze difficili”
Esemplare e perfetto documento sulla storia del Mod dalle origini ad oggi, con tanto di appendice italiana ed eccellente documentazione fotografica.

JIM CARROLL - Jim ha cambiato strada
Ottimo seguito di “Basketball diaries”. Contenuti micidiali, taglio sempre ironico e solare. Grande Jim.

EMIDIO CLEMENTI - L’ultimo Dio
Autobiografia tra introspezione e cruda realtà, molto riuscita e ben fatta.

EMIDIO CLEMENTI - Matilde e i suoi tre padri
Piacevole romanzo, si legge bene e velocemente, è scritto bene ed è un discreto manifesto della generazione fine 70’s. Lui è quello dei Massimo Volume.

VISTO
“A day in the life "
Discreto omaggio a John Lennon nonostante l’infarcitura di banalità e commenti imbarazzanti di ospiti italiani (da Jovanotti al Liga fino a Bergonzoni...mah)

“Le fate ignoranti”
Bello e interessante, mai visto prima.

“The Blues - Dal Mali al Mississippi”
Martin Scorsese alla scoperta del blues, dalle radici africane ad oggi. Emozioni a go go. Bellissimo.

COSE & SUONI
Con Lilith & the Sinnersaints di nuovo sul palco, a Bologna e Piacenza e con ottimi risultati.
Ultimi scampoli di presentazioni di "Mod Generations"
Il "To Beat Parej" a Torino



CANZONI
Bellrays - The way
PJ Harvey - Written on the forehead
Verdena - Razzi, arpia, inferno e fiamme
REM - Discoverer
Beady Eye - Four letter word

CALCIO e SPORT
Si comporta bene ma non sfonda il Copra Basket in A Dilettanti, pur rimanendo ai vertici.
Arrancano Cagliari e Piace nel calcio.



IN CANTIERE
ven 14 gen : Lilith& the Sinnersaints al "Covo" di Bologna + Avvoltoi

gio 3 febbraio: Asa a Milano
ven 4 febbraio: Lilith & the Sinnersaints a Milano "Cox 18" + Guignol
sab 12 febbraio: Lilith & the Sinnersaints a Varese "Sur le Sofa"
mer 16 febbraio: Paolo Rumiz al Baciccia a Piacenza
sab 19 febbraio : "Lo Fi" a Milano. Moderatore per "80's Colours" + Sick Rose e Peter Sellers & Hollywood Party

sabato 5 marzo: Lilith & the Sinnersaints al "Lo Fi" di Milano
venerdì 18 marzo : International Jetset al "Primavera Beat" di Alessandria
lunedì 28 marzo : Lilith & the Sinnersaints a Cremona "Osteria del Fico"

venerdì, dicembre 24, 2010

Pranzo di Natale




Intro
Doors “Soul kitchen”
JR Walker “”Home cookin”


Antipasto di salumi con sottaceti
Aretha Franklin “Satisfaction”
Stevie Wonder “Uptight”
James Brown “I feel good”
Ray Charles “Hit the road Jack”


Anolini con ripieno di carne, formaggio e pan grattato
10 cc “Life is a minestrone”
Vallanzaska “Spaghetti ska”
Hoodo Gurus “Electric soup”
Robert Wyatt “Soup song”
Rolling Stones “Goat’s head soup”


Bollito con verdure
Tasto ripieno
Arrosto
John Lee Hooker/Pete Townshend “I eat heavy metal”
Booker T “Green onions”
Lee Scratch Perry “Roast fish and cornbread”
Smiths “Meat is murder”


Dolce con panna e crema
Beatles “Savoy truffle”
Beatles “Honey pie”
Ray Charles “Eatin ice cream and cake”
Tom Waits “Chocolate Jesus”
Skatalites “Jumbo malt”


Frutta e frutta secca
Mongo Santamaria “Watermelon man”
Manfred Mann “Watermeon man”
XTC “Fruit nut”
George Harrison “Apple scruffs”
Pink Floyd “Apples and oranges”
Monkees “Tapioca tundra”


Caffè
Kinks “Have a cuppa of tea”
Bob Dylan “One more cup of coffe”
Johnny Cash “A cup of coffee”
Rolling Stones “Brown sugar”
Blur “Coffe and Tv”

mercoledì, dicembre 22, 2010

Borghesia Rock




Una volta il rock era sovversivo, cattivo, eversivo, incendiario, faceva paura e preoccupava l’establishment.
Una recente ricerca condotta sulle charts musicali inglesi ha rivelato che il 60% delle pop e rockstar britanniche contemporanee proviene dai banchi di prestigiose e costose scuole private.

Inutile ricordare da dove venivano Beatles, Stones, Who oppure Oasis, Nirvana e i mille eroi della working class che attraverso le loro canzoni portavano un messaggio e le voci “dal basso”.

Sarà per questo che il “rock è morto” e che l’eversione e la sovversione, il “pericolo”, non albergano più tra chitarre e batterie ?

Spunto da
http://www.cabaldixit.blogspot.com/

lunedì, dicembre 20, 2010

Scooters in rock






Sono molte le copertine di dischi in cui compaiono immagini di scooters dichiaratamente "mod".

Ovvio che sono limitate all'ambito strettamente "mod rock" ma anche al di fuori qualcosa è da annotare.
Gli STATUTO fanno la parte del leone con Vespe super accessoriate su "Zighidà", "Elegantemente rudi" "Il migliore dei mondi possibili" , "Sempre", i singoli "Io Dio" e "Ghetto".
Classicissimo "Quadrophenia" degli WHO e scooters a go go sulle copertine dei singoli "Opening up" dei CIRCLES, "Take another shot" di ELEANOR RIGBY, "I've gor me parka" dei SUSSED, "Bocion goes on" dei KICKSTART, degli STRANGEWAYS e degli ITCH.

Immagini in scooters anche nell'interno di "Cafè bleu" degli STYLE COUNCIL (tratto dal video di "Solid bond"), sulla copertina di "Be here now" degli OASIS e all'interno di "All mod cons" dei JAM (schema "tecnico" di una Lambretta).
Infine sul retro di "Wild gift" degli X il chitarrista Billy Zoom guida una stupenda Vespa d'epoca (di cui è un grande collezionista, nonostante il dichiarato amore artistico ed estetico per i 50's)

venerdì, dicembre 17, 2010

Rude Boys






Dopo aver esplorato i mondi di SUEDEHEADS e CASUALS in precedenti post, ancora spazio alle "sottoculture" meno conosciute.

Dalla fine dei 70’s in poi i RUDE BOYS sono comunemente associati alla scena ska ed esteticamente vicini ad una sorta di incrocio tra mods, suedeheads e skinheads.

Ma la sottocultura RUDE BOY nasce nella Giamaica a cavallo tra i 50’s e i 60’s, quando povertà e disoccupazione spinsero, per la prima volta, molti ragazzi a trovare un’identità e una via personale di autodeterminazione.

Con un look ricercato ed elegante, che nascondeva origini sotto proletarie e che si rifaceva a quello dei gangsters americani e a quella della upper class (pork pie hats, giacche a tre bottoni, occhiali scuri a tutte le ore) , i Rude Boys si affiancarono spesso al mondo della musica locale sia per protezione dei Sound Systems nei vari clubs, sia a livello di disturbo di quelli rivali.
Spesso coinvolti da vicino nel mondo delinquenziale, divennero comunque frequente soggetto di canzoni, come ad esempio in “Too hot” e “Judge dread”di Prince Buster, “Shuffling down bond street trojan” di Duke Reid o la celeberrima “007 Shanty town” di Desmond Dekker.

Dopo l’indipendenza della Giamaica dall’Inghilterra, nel 1962, molti giovani autoctoni si spostarono oltre oceano, portando ska e rocksteady (chiamato in UK Bluebeat) e con esso anche la cultura Rude Boy ,che si affiancò a quella mod e si fuse con essa, fino a produrre successivamente quella skinhead nella seconda metà dei 60s’.

Il termine Rude Boy riprende vita con lo ska revival alla fine dei 70’s, viene usato dai Clash (“Rudie can’t fail” da “London calling” e addirittura nel film “Rude Boy” del 1980) , Specials (“Rudi, a message to you”) e Ruts (“Staring at the rude boys”) ad esempio.

the rude boys are dancing to some heavy heavy ska
(Ruts “Staring at the rude boys”)

You think you're pretty hot 
In your pork pie hat
(Rudie can’t fail - Clash)

And now rudeboys have a go wail
'Cause them out of jail
Rudeboys cannot fail
'Cause them must get bail

(007 Shanty town - Desmond Dekker)

mercoledì, dicembre 15, 2010

La buvette del transatlantico




Ieri a Roma e in tantissime altre città italiane, giovani studenti privati di un futuro da una politica imbelle e criminale, se le sono date con altri giovani (per i quali non nutro la benchè minima simpatia), malpagati e sempre più sfruttati a "difesa dell'ordine".
Il tutto in mezzo a cittadini presi per il culo, vessati e trascurati da un governo incapace (o meglio: molto capace di farsi gli affaracci, sporchissimi, suoi).

Nel frattempo nella BUVETTE DEL TRANSATLANTICO un gruppo di stronzi milionari sorseggiava uno champagne d'annata con un po' di aragosta (pagati da NOI), sghignazzando in attesa del prossimo festino e dello stipendio mensile di migliaia e migliaia di euro.

Ecco: sarebbe ora che andassimo un po' tutti nella buvette del translantico e gliela infilassimo su per il culo.
E poi facciamo una grande festa.


Giusto per fare un commento moderato.

Lilith & the Sinnersaints live a Piacenza




Giovedì 16 dicembre, ore 22.30, a PIACENZA, "Baciccia Club", via Dionigi Carli:

LILITH & THE SINNERSAINTS live.

www.lilithandthesinnersaints.com

Il video di "Hammer ring"
http://www.youtube.com/watch?v=Ujou7CdVp9U

LE PROSSIME DATE
venerdì 14 gennaio : Bologna “Il Covo” + Avvoltoi
venerdì 4 febbraio: Milano “Cox 18” + Guignol
sabato 12 febbraio: Varese “Sur le Sofa”
sabato 5 marzo: Milano “Lo Fi”

lunedì, dicembre 13, 2010

Ma a te il punk non ti ha insegnato un cazzo ?




Nelle foto Joe Strummer e Johnny Ramone all'arrivo all'Estragon e Dee Dee Ramone e Stiv Bators alla fine del nostro concerto.

C’è una frase che mia moglie Rita (Lilith) ripete spesso.
E che a volte uso anch’io.
“A te il punk non ti ha insegnato un cazzo ?”
E’ una feroce esortazione ad alzare la testa quando la stiamo per chinare, ad osare, a non sottrarsi alla sfida, a buttarsi nella mischia quando tutto sembra perduto, a non rinunciare mai alla lotta, costi quel che costi.

E così sabato scorso quando in procinto di partire co i nostri Lilith & the Sinnersaints per Bologna, a suonare al Tributo a Joe Strummer, Massimo (chitarrista e bassista) è dovuto restare a casa, ci siamo pianti addosso un attimo, pensato di telefonare ed annullare la nostra partecipazione.
Ma poi all’unisono ci siamo ripetuti : “Ma a noi il punk non ci ha insegnato un cazzo ?”
Andiamo in tre, senza basso.
Luigi, l’altro chitarrista ha rincarato la dose: “Se i White Stripes suonano in due e la batterista fa schifo, vuoi che non possiamo farlo noi che siamo pure in tre e in giro da 30 anni”?

E allora siamo andati.
In tre: chitarra, batteria, voce.
Per chi non lo sapesse, suonare senza il basso brani arrangiati con l’apporto di quello strumento crea un senso di vuoto e di incompleto tremendi.
In poche parole: un schifo.

Ma quando siamo saliti sull’enorme palco dell’Estragon con davanti centinaia di persone con creste verdi, t shirts dei Clash e di ogni altra punkeria in circolazione, ho visto che sulla destra si era presentato, già a gambe larghe, Dee Dee Ramone con il suo basso.
Al suo fianco Ron Asheton degli Stooges chiedeva a Joe Strummer gli accordi, mentre sul lato opposto Johnny Ramone era già curvo sulla chitarra e vicino a lui Johnny Thunders fumava, strimpellando la sua Les Paul Special. Ai cori si erano sistemati Malcom Owen dei Ruts, Stiv Bators dei Dead Boys e Joey Ramone.
Su un lato del palco Darby Crash chiaccherava invece con Sid Vicious.

Joe Strummer mi ha schiacciato l’occhio, ha dato il quattro e siamo partiti con “Hammer ring” un vecchio blues che i neri cantavano nei penitenziari dell’Alabama negli anni 50 e che Alan Lomax ha recuperato nei suoi “Negro Prison Blues”.
Poi abbiamo fatto “Lost bay” dei Not Moving. L’avevamo suonata nel febbraio del 1984 quando aprimmo per i Clash al Palalido di Milano. Joe la ricordava, è stato facile per lui.
Poi ha alzato il pollice quando siamo partiti con una scheletrica versione di “Jimmy Jazz” e si è compiaciuto con la nostra interpretazione blues di “Should I stay or should I go”.
Mi ha urlato : “Questa sarebbe piaciuta a John Lee Hooker !!! Quando torno all’Inferno glielo devo raccontare”.

Che sound, fratelli e sorelle. Che sound !
La gente sotto il palco non li vedeva i nostri amici, ma li sentiva, oh se li sentiva !

Abbiamo chiuso con “I need somebody” degli Stooges e quando Luigi e Rita sono rimasti con le sole voci, davanti ad una platea di giovani (e vecchi) punks in religioso (e incredibile) silenzio, a cantare : “ I NEED SOMEBODY...JUST LIKE YOU” , Joe, i due Johnny, Dee Dee, Malcom, Darby, Stiv, Sid, Ron si sono commossi.

Il loro insegnamento ci serve ancora oggi che si viaggia (chi più, chi meno) spediti verso il mezzo secolo.
Cazzo quanto ci ha insegnato il punk !

Fratelli, sorelle che Vostro Signore vi assista quando Babilonia brucerà, i muri di Gerico cadranno e sarà l’ora dell’Armageddon, ma sappiate che:
DIO ESISTE E SI CHIAMA ROCK n ROLL

Momento cult della serata:
Un giovane rude boy si avvicina a Rita nel backstage, chiacchera un attimo e le chiede: “Ma tu li conosci i Clash ?”.
Lei spietata gli ha raccontato PERCHE’ conosciamo i Clash.
Il tipo è ancora in giro adesso per Bologna con la bocca spalancata e gli occhi sbarrati.

venerdì, dicembre 10, 2010

"Setting sons". Il peggiore album dei Jam






A seguito di una serie di discussioni relative all'affermazione che "Setting sons" sia il PEGGIOR ALBUM dei Jam, confutata da tanti, vado a dimostrare il perchè (dopo ripetuti ascolti dell'album in questione).

Dopo il doppio esordio a base di elettrica urgenza e spontaneità di “In the city” e “This is modern world” e la successiva sorprendente maturazione con “All mod cons”, il quarto album dei Jam esce nel novembre del 1979.
“Setting sons” partì basato su un’idea di concept (addirittura Weller padre e figlio preventivarono di accompagnare il tutto con un libro), ma che venne poi abbandonata e di cui si trova traccia solo in alcuni brani dell’album.

Registrato in fretta e furia per assolvere agli imminenti impegni di tour già preventivati, trovò Weller e la band senza brani sufficienti per un album.
Ricorda Foxton: “Era una specie di ‘imparalo e registralo” allo stesso tempo.
Letteralmente imparavamo un brano la sera e lo registravamo il giorno dopo”


E’ un lavoro piuttosto cupo, a partire dal sound, che abbandona l’immediatezza degli esordi e la pulizia di “All mod cons” e dei singoli precedenti (“Strange town” e “When you’re young”).
La chitarra è spesso secca, quasi hard, il basso di Foxton metallico.
Non meglio la batteria di Buckler e la stessa voce di Weller, molto “chiusa”.
Dei dieci brani due erano già usciti su singolo, “Eton Rifles” un mesetto prima e “Smithers Jones” (in versione non orchestrale come retro di “When you’re young”) e l’album si chiude con una buona, ma francamente inutile e fuori contesto, versione di “Heatwave” di Martha and the Vandellas, molto vicina a quella degli Who.

Ma il resto del lavoro non brilla, neanche a livello compositivo.
Brani come l’iniziale “Girl on the phone”, la ballata elettrica “Wasteland” o la mini opera (originariamente concepita più lunga) “Little boy soldiers” potevano essere funzionali ad un album più esteso, ma in questo contesto risultano trascurabili.
La versione orchestrata di “Smithers Jones” di Foxton, oltre ad essere pomposa, è la classica riedizione delle tematiche care a Ray Davies sul grigiore delle “persone normali” (già e molto meglio espressa in “Mr.Clean” solo un anno prima su “All mod cons”).
Rilucono “Eton rifles”, poderoso rock blues o l’incedere cattivo di “Saturday kids”, ma “Burning sky”, “Thick as thieves” e “Private hell” sono episodi tetri, cupi, pesanti che contrastano fortemente con i Jam che ritroveremo poi nel fresco, solare e beatlesiano “Sound affects”, nell’omaggio soul di “The gift” o nella stessa “Going undeground” che seppure non particolarmente allegra, ritrova solo qualche mese dopo quella verve melodica rimasta imprigionata in questi solchi.

La possibilità di registrare con più tempo e con più cura avrebbe dato sicuramente maggiore lucidità al lavoro, avrebbe evitato certi riempitivi e aggiunto cose migliori.
E’ d’accordo lo stesso Weller :
“Ero veramente infelice di “Setting sons”. Avrebbe potuto essere un altro gruppo, il sound era orribilmente professionale. Non mi è mai veramente piaciuto.

In questo senso “Setting Sons” si configura come l’album meno riuscito e convincente della discografia dei JAM.
Potenzialmente in grado di essere tra i migliori, concretamente affrettato, incompleto e lontano dal Jam Sound.

L’album arrivò al quarto posto in Inghilterra (il singolo ”Eton rifles” al terzo) e fu accolto piuttosto favorevolmente dalla critica, anche se furono in molti ad indicarlo come il “primo album solista di Paul Weller”.

La scultura in copertina è del 1919 ed è opera di Benjamin Clemens.
La foto sul retro è realizzata a Brighton.
Non accreditato, alle tastiere e al piano c’è il futuro Style Council Mick Talbot.

giovedì, dicembre 09, 2010

7° Joe Strummer Tribute . Bologna 11 dicembre - "Estragon"



Sabato all'Estragon di Bologna il Settimo JOE STRUMMER TRIBUTE.
Ci saremo anche noi, come LILITH AND THE SINNERSAINTS alle 22.50 in punto con alcuni brani nostri oltre a "Jimmy Jazz" e "Should I stay or should I go"

ORARI : dalle 16.00 apertura con proiezione del documentario Strummerville diretto da Don Letts.

Dalle 18.00 inizio del concerto, chiusura intorno alle 0.30.

INGRESSO : Euro 13,00

Appuntamento, quindi, sabato 11 Dicembre 2010 @ ESTRAGON , Via Stalingrado 83, BOLOGNA - MySpace : www.myspace.com/tributojoestrummeritalia - Facebook: http://www.facebook.com/pages/Tributo-Ufficiale-Italiano-a-JOE-Strummer/158626184174915?v=wall

mercoledì, dicembre 08, 2010

Socialismo Reale



Partito anni fa come esperienza assolutamente individuale, questo blog ha assunto nel corso del tempo una dimensione sempre più COLLETTIVA.

Molti dei post prendono spunto dai suggerimenti più o meno espliciti dei frequentatori di questa enclave libera, 60's oriented e politically uncorrected.

In ottemperanza ai BISOGNI DEL POPOLO, in piena sudditanza al credo di un SOCIALISMO REALE, vi invito a suggerire argomenti per il futuro sviluppo di un blog che guarda costantemente al SOL DELL'AVVENIR e a SERVIRE IL POPOLO.

Un SOVIET SUPREMO (cioè io) valuterà se il POPOLO sarà pronto e maturo per essere informato sui vostri suggerimenti.

A breve, in quest'ottica, un'analisi dettagliata su "Setting sons" dei Jam.

lunedì, dicembre 06, 2010

Casuals






Lo stile CASUAL venne creato principalmente dai tifosi del Liverpool che, alla fine dei 70’s, al seguito della squadra in Europa, dove vinceva quattro Coppe dei Campioni (1977, 1978, 1981 e 1984), se ne tornavano poi in patria, con una serie di capi di vestiario sportivo (Tacchini, Lacoste, Ellesse, Fila) costosi e difficili da reperire in Inghilterra.
Materiale che non veniva abitualmente acquistato ma era spesso frutto di razzie nei negozi continentali.

Il nuovo look nasceva anche dall’esigenza di confondersi meglio negli stadi, dove le curve erano ad appannaggio degli skinheads e dei mods, più facilmente identificabili dalla polizia a causa del look ben riconoscibile.

In breve il fenomeno assunse i connotati di una sottocultura, si espanse anche alle tifoserie europee e sviluppò una propria identità, uno stile, che cambiò e si sviluppò nel tempo, personalizzandosi ed evolvendosi, rimanendo sempre strettamente legato alla cultura da stadio.

Non particolarmente caratterizzati da affinità con scene musicali si possono però individuare come colonne sonore della scena, dopo l’iniziale vicinanza con oi, mod e punk della fine dei 70’s, una propensione per suoni più mainstream nei mid 80’s, l’abbraccio alla scena rave, acid e del Madchester sound (Happy Mondays, Stone Roses), fino al brit pop di Oasis, Blur.
I CASUALS sono spesso presenti sullo sfondo o come protagonisti in molti libri di John King, Nick Hornby, Irwin Welsh.

Ne parla così Terry Rawlings in “Mod. Una vita pulita in circostanze difficili”

I CASUALS erano i tipici ragazzi proletari della porta accanto il cui mondo quotidiano di articoli griffati, calcio e birra era lo stesso mondo i ncui tutti vivevano, un mondo normalissimo.
Gente normalissima ma con un nemico collettivo.
Indossavano il meglio dell’abbigliamento di qualità, sfoggiavano acconciature curate, eleganti, erano puliti, duri e soprattutto concentrati nell’avere un miglior aspetto di chi gli stava accanto al bar.

Mercoledì 8 dicembre- Torino: To BEAT PAREJ



Mercoledì 8 dicembre a Torino
Da un'idea di Cristina Scanu, con l'aiuto dell'associazione Imagine.
TO BEAT PAREJ Stones In Love Pop Festival

Pieno successo del festival torinese.
Preceduto da una lunga serie di iniziative (dj sets, incontri, presentazione di "Eighties colours" di Roberto Calabrò), ha raggiunto il culmine in serata al "Lapsus", piuttosto affollato, in un clima di stupenda collaborazione, amicizia, rispetto e tranquillità.
Molto alta la media anagrafica...ma era difficile preventivare diversamente.
HAnno aperto i NO STRANGE magnifici interpreti cosmici di atmosfere psichedeliche in bilico tra la Germania di Amon Duul e Popol Vuh e il suono mediterraneo dei 70's italiani. Brani classici e dal nuovo album, ottimo light show.
A seguire un set super energico dei SICK ROSE alle prese con un freschissimo power pop tinto di garage.
Covers di Knack e Saints, classici del loro repertorio, tecnica e tiro invidiabili, Luca Re canta come 25 anni fa.
Chiudono con un breve seti PARTY KIDZ , beat and roll ancora attuale e coinvolgente. Bravissimi.
Poi è ora di una lunga session con vari elementi dei gruppi appena scesi dal palco e l'apporto di Lilith (in "For what it's worth" dei Buffalo Springfields) e del sottoscritto che oltre al precedente brano si diletta con "You really got me".
Bellissima serata.
Energia, coolness, elettricità.
Get UP !!!

venerdì, dicembre 03, 2010

Originalità e creatività



Si è parlato a lungo nel post dedicato agli album di debutto di originalità, creatività, contaminazioni etc.
Interessante al proposito il parere del grande regista JIM JARMUSCH


Nulla è originale.
Ruba da qualsiasi parte che risuona d'ispirazione o che infiamma la vostra immaginazione.
Divora vecchi film, nuovi film, musica, libri, quadri, fotografie, poesie, sogni, conversazioni casuali, architettura, ponti, segnali stradali, alberi, nuvole, corpi di acqua, luce ed ombre.

Seleziona solo le cose da cui rubare e che parlano direttamente alla tua anima.
Se lo fai, il tuo lavoro (e furto) sarà autentico.

L'autenticità è inestimabile, l’originalità è inesistente.
E non preoccuparti di nascondere il tuo furto, celebralo se vuoi.
In ogni caso, ricordo sempre quello che disse Jean-Luc Godard:
"Non è (importante) da dove prendi le cose: è (importante) dove le porti".


sources:
http://www.cabaldixit.blogspot.com/
http://www.everythingisaremix.info/

Mod Books




Segnalo due libri completamente dedicati alla cultura MOD.

Il primo è quello di Terry Rawlings "Mod a British phenomenon" , tradotto in italiano e curato da LUCA FRAZZI e uscito per Arcana con il titolo "Mod.Vita pulita in circostanze difficili".
Testo essenziale per conoscere in dettaglio la storia del mod-ism, corredato da stupende foto e da u'appendice dedicata alla scena italiana.

"Mod Chronicles vol.2" - I'm not like everybody else" è scritto da ENAMEL VERGUREN ed è un resoconto accurato, attraverso numerose testimonianze, foto, flyers etc di quanto accaduto nella scena inglese nei 90's.

Con Enamel sto lavorando alla stesura del terzo volume "I can see for miles", dedicato alla globalizzazione del mod.
Per contatti www.modchronicles.info

DOMANI alla Vecchia Talpa di Fidenza (PR) in via Gramsci alle 18 presentazione del libro di Luca Frazzi, Mod-erato dal sottoscritto.

mercoledì, dicembre 01, 2010

Migliori debutti della storia del rock






Come tutte le classifiche anche questa è più che opinabile, anche se buona parte di questo elenco contiene tra i MIGLIORI DEBUTTI DELLA STORIA DEL ROCK.
A cui ho aggiunto un po’ di miei personalismi

Top 11

Who - My generation (1965)
Velvet Underground and Nico - s/t (1967)
Doors - s/t (1967)
King Crimson - In the court of the crimson king (1969)
Area - Arbeit Macht frei (1973)
Sex Pistols - Never mind the bollocks (1977)
Television - Marquee Moon (1977)
Clash - Clash (1977)
Germs - GI (1979)
Prisoners - A taste of pink (1982)
Rage Against the Machine - s/t (1992)

Altri 20

Beatles - Please please me (1963)
The Mothers of Invention - Freak out (1966)
Pink Floyd - The piper gates at dawn (1967)
Jimi Hendrix - Are you experienced (1967)
The Stooges (1969)
New York Dolls - (1973)
Patti Smith - Horses (1975)
Ramones - s/t (1976)
Devo - Are we noy men (1978)
Joy Division - Unknown pleasures (1979)
Dexy’s Midnight Runners - Searchin for young soul rebels (1980)
Killing Joke - (1980)
Smiths - Smiths (1984)
Jesus and Mary Chain - Psychocandy (1985)
Onda Rossa Posse - Batti il tuo tempo (1990)
Oasis - Defintely maybe (1994)
Arctic Monkeys - Whatever people say I am (2006)
Graham Day and the gaolers - Soundtrack of the dily grind (2007)
Last Shadow Puppets - the age of the understatement (2008)
Graham Day and the gaolers - Soundtrack of the dily grind (2007)
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