venerdì, settembre 29, 2006

Settembre 2006. Il meglio

Il ( MIO) meglio del settembre 2006

Ascoltato (il meglio)

The Who “Wire and glass”
(Il ritorno dei migliori. Un grande EP in attesa dell’album)

Jet – “Shine on”
(Solo rock n roll , assolutamente fantastico)

Black Keys “Magic potion”
(Blues grezzo e minimale , oscuro e cattivo)

ascoltato anche
Bob Dylan
(un album davvero ottimo , molto rauco e roots , grande Bob) , Juliette and the Licks (solo rock n roll , molto Iggy e un po’ di plastica ma diretto e con il tiro giusto) , Yo La Tengo (eclettico e maturo tra Velvet U e avantgarde.ottimo), Oneida (psichedelica moderna con i fiocchi , consigliato) , Kasabian (buono e interessante), Cursive (molto “avanti” , interessante), Beck (un po’ deludente, niente per cui strapparsi i capelli), Outkast (hip hop jazzato e bluesy, molto piacevole) , Sean Lennon (il figlio di LUI in un album un po’ tedioso), Dears (noiosini un po ‘Smiths), Sunshine Underground (niente di che) , Justine Electra (pallosa), Bat for Lashes (gotico, cupo e palloso), Tommy Bolin (dal 75 un po’ di outtakes hardrock dell’ex Deep Purple), DJ Shadow (coraggioso ma deludente), The Head Cat (Lemmy e un ex StrayCats alle prese con il rockabilly , divertente), The Veils (carino, un po’ Nick Cave ma soporifero), Tapes n Tapes (non malaccio), Walls of Jericho ( brutale ma scontato), Wicked Wisdom (metal banale e scontato), Freddy Mercury (indecente !), Roger Sisters (freschi come i primi B52 , molto bellino), Get Cape Wear Cape Fly (palloso), Sebastien Tellier (irrilevante), Larrikin Love (chi si ricorda dei Levellers , roba così , annoiante), 747S (tra Arctic e Beatles, niente di interessante), Scissor Sisters (se vi piacciono Abba e Bee Gees…però lo fanno molto bene), Cerys Matthews (catatonico…), Albert Hammond Jr. (il chitarrista degli Strokes solista, inutile), Nordgarden (roba acustica ben fatta.Un po’ di tedio però),Not Right (da Pisa only rock n roll), Urla dal Granducato vol. 2 (quando si suonava DAVVERO punk), AntiAnti (molto particolare e ben riuscito), Cisco (l’ex MCR in un album un po’ scontato).

Tutte le recensioni su www.radiocoop.it


Letto
Mauro Corona “Vajont quelli del dopo”
(Un buon libro di denuncia sul disastro del Vajont e gli intrallazzi successivi)
Neil Strauss “The dirt”
(Divertente, un po' noioso, alla fine tragico, sguardo sulla carriera sexdrugsandrocknroll dei Motley Crue)
Lodovico Ellena “Guida alla patente europea del fascista”
(Divertente , ironico e pungente vademecum sulla tipologia del fascista moderno.
Non ce ne è uno che mi piaccia, ma il libro si legge bene)

Visto
RockInIdro il 2 settembre a Milano con Iggy and the Stooges in gran forma , Internatiional Noise Cospiracy assolutamente eccezionali , Damend deludenti come gli Eagles of Death Metal , buoni i Corsive , insignificante il resto.

Belle cose
Tre pagine sul mio futuro libro “Uscito vivo dagli anni 80” (attualmente al vaglio di alcune case editrici) su “Rolling Stone”.
Silvia Baraldini libera.
Il pavimento nuovo in cucina.

Cose
My Space a go go
www.myspace.com/tonyfacedrummer (il mio)
www.mysapce.com/thesinnersaint ( quello di Lilith)
www.myspace.com/thenotmoving
www.myspace.com/chelseahotelhardcore (Chelsea Hotel)

Suoni

L’addio dei Not Moving a RockinIdro.
L’album di Lilith che va avanti pian pianino ma va (
www.theblackladyalbum.blogspot.com)
Lilith and the Sinnersaints in partenza per l’attività live
La ristampa dei Chelsea Hotel in via d’uscita con live ed inediti


Calcio
La Juve che pareggia con il Rimini , l’Inter che è sempre la stessa , la Nazionale strapazzata dalla Francia (la madonna…tanto i Campioni siamo noi fino al 2.010 !!), il Cagliari che fa pietà….

In cantiere
La ristampa in CD dell’album dei Chelsea Hotel.
Il nuovo album di Lilith.
Il mio libro “Uscito vivo dagli anni 80”.
Soulshaker 3 con il Link Quartet di cui escono anche due compilation “Decade” e “Evolution” e un “best of” per il mercato giapponese, oltre a un brano in un film (!!! …e il gruppo non c’è più…)
Una trasmissione in radio a Radio Inn Piacenza , “La musica del diavolo” (dal blues di Robert Johnson a quello dei Black Keys).
I Jet a Milano il 21 ottobre

Ps: nella foto Brian Jones e Francoise Hardy


mercoledì, settembre 27, 2006

Bentornata Silvia !


Silvia Baraldini è finalmente libera !!!
Con i Not Moving le dedicammo il nostro album "Sinnermen" nel 1986.
Oggi è un giorno di gioia anche per me.


«La libertà è inebriante.
Ma non rinnego di aver fatto evadere Assata Shakur, la primula rossa delle Pantere nere.
Non c'è reato di cui non venga accusata ed io ero convinta che andasse liberata»

Silvia Baraldini non è mai stata condannata per fatti violenti o di sangue, ma per reati associativi e per concorso esterno in evasione.

La condanna a 43 anni di carcere ricevuta negli Stati uniti è assolutamente abnorme rispetto alle leggi italiane e , anche senza l'indulto, il 29 luglio del 2008 la donna sarebbe comunque stata definitivamente libera dopo aver scontato ben 26 anni di carcere, dei quali venti negli States prima dell'estradizione in Italia, il 24 luglio del 2000.
Silvia non ha ucciso mai nessuno e non ha mai rubato niente

Attivista comunista, Silvia Baraldini ha operato negli anni '60, '70 e '80 negli Stati Uniti come membro di un partito eversivo (Black Panther Party), che combatteva per i diritti civili dei neri.
Fu condannata nel 1983 a una pena cumulativa di 43 anni di carcere negli Usa per concorso in evasione, associazione sovversiva, due tentate rapine e ingiuria al tribunale.
Nel 1999, grazie alle pressioni del governo italiano, fu estradata e rientrò in patria.
Gravemente malata, nel 2000 ottenne il differimento della pena per potersi curare.
Nell'aprile 2001 arrivarano gli arresti domiciliari per motivi di salute.
Avrebbe finito di scontare la pena nel 2008.
Per effetto dell'indulto, la libertà è arrivata con un paio di anni di anticipo.

lunedì, settembre 25, 2006

Verità per Aldro , verità per Paolo



In Italia accade anche questo
Un anno fa

Ferrara 25 settembre 2005.
Federico Aldrovandi, 18 anni compiuti da poco, trova la morte nel corso di un controllo di polizia. E' domenica mattina, Federico ha appena trascorso la serata con amici e sta dirigendosi a piedi verso casa.
E' incensurato e non ha commesso alcun reato; semplicemente forse non sta bene: nel suo sangue si scopriranno blande tracce di oppiacei e alcol, ma in quantità incompatibili con un malore grave, men che meno con uno che possa condurre alla morte.
Probabilmente ha bisogno d'aiuto, ma l'unico "aiuto" che troverà sarà quello di un violentissimo controllo di polizia, al termine del quale giacerà a terra senza vita.
A casa non ci è mai tornato, per la sua famiglia sono stati giorni e giorni di silenzi e depistaggi.

http://federicoaldrovandi.blog.kataweb.it/federico_aldrovandi/

http://www.veritaperaldro.it/

Brescia 24 settembre 2005
La Procura di Verona ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta sugli scontri fra ultrà e polizia dopo la partita di campionato fra Verona e Brescia del 24 settembre 2005.
Durante gli scontri alla stazione ferroviaria di Porta Nuova, rimase gravemente ferito Paolo Scaroni, 29enne residente a Castenedolo che seguiva la trasferta con lo storico gruppo ultrà Brescia 1911.
Il tifoso ricoverato in condizioni gravissime all’ospedale di Verona, dopo alcune settimane di coma farmacologico indotto venne operato alla testa per rimuovere un grumo di sangue.
Infine sette mesi di riabilitazione nel centro specializzato di Negrar in provincia di Verona.
Solo dallo scorso aprile è tornato a casa.

venerdì, settembre 22, 2006

The Ruts


Una delle migliori punk rock bands della storia , autori di un solo album e di una manciata di singoli assolutamente indimenticabili.
Vissero un paio di anni , il tempo di marchiare a fuoco con il loro punk spesso e volentieri macchiato di reggae e dub un'epoca.
La morte per overdose del vocalist Malcom Owen nel luglio del 1980 ne decretò la prematura fine.
La band proseguì con il nome di Ruts DC realizzando due ottimi album , più rock e meno impetuosi.

Musicisti eccellenti , testi caustici e cattivi ma allo stesso tempo romantici e introspettivi , brani in cui la violenza e la potenz apunk si è sempre mischiata con un gusto eccelso per la melodia 60's.

Discografia

"In a rut" / "H-Eyes" (1979) 45
L'esordio con due brani duri , rocciosi , cattivi. Grazie alla spinta di John Peel vendette 20.000 copie.
Il lato B è , ironicamente , una canzone contro l'eroina che porterà via Malcom un anno dopo.

"Babylon's burning" / "Society" (1979) 45
Uno dei quattro o conique classici del punk rock.
Riff indimenticabile , brano immortale. Entrò nella top ten
La B side è un brano proto hardcore da paura

"Something that I said" / "Give youth a chance" (1979) 45
Altro brano assolutamente eccellente , pop punk da antologia con un 'esecuzione tecnica e un arrangiamento avanti secoli rispetto a tutte le altre punk band dell'epoca.
La B side è la prima escursione in ambito reggae.

"The crack" (1979) LP
Un grande album che anticipava il melting pot sonoro che di lì a poco i Clash avrebbero portato al successo con "London calling" e poi "Sandinista" .
A fianco di anthems punk come "Babylon's burning" , "Out of order" , "It was cold" , l'esplosiva "Savage circle" , la grandissima "You're just a .." , la cattiva dub punk song di "SUS" , il reggae di "Jah war" , il punk rock quasi glam di "Backbitter" , l'hardcore di "Criminal mind2.
Capolavoro

"Jah War" / "I ain't sophisticaed" (1979) 45 e 12"
Reggae punk al 100% , dilatato in dub nel 12".
Sul retro uno dei primi brani composti , puro punk rock .

"Staring at the rude boys" / "Love in vain" (1980) 45
Uno dei loro migliori brani dove influenze reggae-dub si miscelano alla perfezione con un brano di punk evoluto , con un eccellente melodie e la voce di Malcom a fare faville.
La B Side è un lover reggae con una languida armonica , un basso dub e un refrain indimenticabile.

"West one (Shine on me)" / "The crack" (1980) 45
Singolo postumo . Il loro brano migliore in assoluto , una delle canzoni che più amo nella storia della musica.
Brano commovente in cui confluiscono mille emozioni sonore , dal ritmo reggae punk , veloce , serrato , alla melodia quasi beatlesiana del ritornello , mentre nel ritornello la voce di Malcom è minacciosa.
Poesia punk. Ancora reggae nella B side.

"Grin and bear it" (1980) LP
Una specie di compilation finale che raccoglie i singoli con alcune B side , rarità , inediti in studio.
Indispensabile per chi non ha i singoli.
Alla fine ancora più bello di "The crack"

"Stepping Bondage" / "Lobotomy" / "Rich bitch" 45
45 di scarsa qualità con tre bran iregistrati dalla prima line up della band nel 1977.
Punk rock grezzo ma poco interessante.

John Peel Sessions (1986) 12"
I Ruts registrarono tre John Peel Sessions , tra il 79 e l'80.
Nel 1986 uscì la session registrata il 21 maggio del 1979 con 5 brani già editi ovvero SUS , Society , You're Just A... , It Was Cold , Something That I Said.

Sono usciti anche due album dal vivo "The Ruts Live" e "Live and Loud!!" ma di pessima qualità sonora , più vicini a bootlegs malriusciti.
Gli album sono stati ristampati in CD , ma talvolta con errori grossolani nelle note di copertina.

Successivamente alla morte di Malcom Owen , i superstiti Paul Fox (chitarra), John "Segs" Jennings (basso) e Dave Ruffy (batteria) proseguirono con il saxofonista Gary Barnacle con il nome di RUTS DC con cui realizzarono due ottimi album "Animal now!" e "Rythm collison" nel 1981 e 1982 tra punk , rock , reggae e inflessioni jazz funk.
Nel 1987 con l'aiuto del saxfonista Dave Winthrop (ex-Secret Affair) realizzarono un album reggae funk dub con Mad Professor "Rhythm Collision Dub Vol. 1" .

Paul Fox ha lasciato la musica , John "Segs" Jennings suona con gli Alabama 3 , Dave Ruffy è un ricercato ed apprezzato session man che ha suonato con Sinead O'Connor, Neneh Cherry, Alison Moyet, Adam Ant, Mica Paris, World Party, Waterboys, Aztec Camera. Produce inoltre musica dance e fa il DJ.




martedì, settembre 19, 2006

The Who - Wire and glass

Dopo 24 anni sono tornati in studio.
Qualche anno fa , due nuovi brani , "Good looking boy" e "Red old wine" erano già stati inseriti nella compilation "Then and now" ma erano poca cosa.

"Wire and glass" è una mini opera di 11 minuti che anticipa l'album "Endless wire" in uscita il 31 ottobre (il mio 45° compleanno...so che Pete e Roger l'hanno pensato per me. Grazie ragazzi !).

E se dal vivo rimangono imbattibili in studio continuano a fare faville !!

Sei brani che spaziano dalle atmosfere di "Quadrohenia" fino ad arrivare ai momenti più ispirati di "Face dances" . Grande Roger , come sempre immenso Pete ! Un gran bel lavoro che li riporta ai fatsi degli anni 70.

Recensioni più serie e circostanziate su www.radiocoop.it e nel forum di www.thewhoitalia.com

venerdì, settembre 15, 2006

Raduni mod

E’ un argomento delicato per chi frequenta la scena mod.
Ancora una volta la scena italiana si frammenta ulteriormente.

So che parlarne significa cacciarsi in un vespaio (non nel senso di Vespe e Lambrette , purtroppo) ma poco importa.

Personalmente non entro nello specifico delle diatribe perché da lungo tempo lontano da un ruolo “attivo” e completamente (se non per sentito dire) alieno dalla conoscenza dei fatti.


Ma la sostanza è che dopo la netta separazione (che personalmente ho sempre condiviso) tra “mods” inclini al freakbeat e ad altro di un po’ di anni fa , quest’anno si compie la frattura (drastica , polemica e dolorosa) all’interno della DTK , l’organizzazione mod che fondai nel 1984 e che poi lasciai in altre mani sapienti che per anni l’hanno gestita nel migliore dei modi.

Tra poco si terranno due raduni :
l’uno a Massa Carrara al “Tago Mago” il 23 settembre (che NON è il previsto 50° Raduno , ma una serata in cui si dibatterà tra l’altro dell’attuale situazione. Il 50° Raduno è previsto per la Pasqua 2007) a cura della DTK (www.radunomodnazionale.splinder.com) , l’altro , organizzato da altri (www.italiamod.com) il 29 e 30 settembre a Ravenna.

Personalmente ho dato l’adesione , come DJ , alla serata di Ravenna , semplicemente perché mi è stato chiesto , oltretutto da amici di cui mi fido.

Ripeto:
personalmente non voglio , ma soprattutto , non posso prendere posizioni perché non capisco e soprattutto non conosco il motivo delle fratture in atto , in cui si mischiano antipatie personali , politica , motivazioni ideologiche , scazzi vari , incomprensioni mai chiarite.

Rimane il personale rammarico di vedere una scena altrimenti così forte e attiva come quella italiana frammentarsi in mille rivoli , l’uno contro l’altro (mi ricorda l’estrema sinistra , da sempre……).

Peccato.


martedì, settembre 12, 2006

Lucianone senza vergogna ferito nell'onore

L'uomo più rivoltante e inquietante che lo "sport" (tra virgolette) italiano abbia mai conosciuto .
Il responsabile principale dello sfascio della squadra di calcio più forte , vincente e amata (pure odiata...) d'Italia.
Personaggio arrogante , sporco , laido , dai metodi mafiosi , schiacciato da una tonnellata di prove , evidenti , palesi , condannato dalla giustizia sportiva.

Ebbene , con il compiacente tappeto della lacchè dei potenti , questo personaggio , Lucianone per gli amici, (tra i tanti il ministro Mastella , l'ex ministro Pisanu , prelati e altri politici vari , i vari Cannavaro e (ex) juventini vincenti , le mezze calzette scodinzolanti come Fede , Mughini e pseudo giornalisti) , ha usufruito della platea di RAI 2 (servizio pubblico ! il cui canone è pagato dai cittadini !) per dire la sua verità , senza contraddittorio (o meglio con il falso contraddittorio di Gene Gnoccchi e della stessa serva .
Il buon Vianello di "Mi manda Rai Tre" è stato zittito dallo stesso Moggi senza che nessuno gli restituisse la parola , quando ha provato a fare qualche domanda VERA).

Sintetizza bene Norma Rangeri sul "Manifesto" :
"Più che un pesante scivolone, una pratica consueta della tv-lavatrice, impegnata a evitare domande imbarazzanti e imbattibile nel favorire i politici da salotto".

VERGOGNA ! e basta.

lunedì, settembre 11, 2006

Undici settembre


Oggi Bush e la sua cricca festeggiano cinque anni dall'11 settembre 2001.

Tutti i media si preparano ad inondarci di un mare di parole e di commemorazioni
I dubbi (suffragati da montagne d iinchieste , prove e quantaltro) sulla "verità" che ci hanno propinato fino ad oggi non sono mai stati dissipati.
3.000 e passa morti innocenti nelle Twin Towers , migliaia di soldati e centinaia di migliaia di innocenti civili in Iraq e Afghanistan , Abu Ghraib , Gunatanamo e le decine (centinaia ?) di prigioni segrete della CIA in tutto in mondo , Abu Omar (anche l'Italia...) etc etc etc
Ovvero : un nuovo ordine mondiale basato sul terrore e la repressione.

Hezbollah in Libano , Hamas in Palestina , Ahmadinejad in Iran , i kamikaze islamici in mezzo mondo , gli attentati di Madrid , Londra , Sharm el Sheik etc , NON SONO LA CAUSA , SONO L'EFFETTO di quello che con l'11 settembre 2001 si è fermamente voluto creare.

Toccherà all'Iran , alla Siria ora ? A chi altri ? Guerra , petrolio , affari. Solo questo.

E se esiste un Dio , chiunque esso sia li stramaledica per l'eternità

venerdì, settembre 08, 2006

A litlle bit me...


Trovata per caso su google un'intervista di qualche mese fa rilasciata a www.novamuzique.net di Antz.
Ho detto anche delle robe intelligenti , così ve la propongo , in un'orgia di autoconsiderazione (ma d'altra parte il blog è mio e ci faccio quello che voglio , giusto?)
PS: la foto sopra è tratta dal concerto del Link Quartet a supporto di Manu Chao nel 2003

TONY FACE: Our Generation (antz)

Attivo sulla scena musicale dal 1979, Antonio Bacciocchi, noto come Tony Face è lo storico batterista dei Not Moving (
www.notmoving.net).
Di esperienze ne ha fatte.
Tony Face è anche editore musicale, organizzatore di concerti, festival ed eventi, giornalista musicale e di spettacolo.
Dall'intervista che segue emergono pillole di saggezza "underground” maturate da una esperienza non trascurabile…

Dagli esordi dei Not Moving alle ultime produzioni dei Link Quartet ne sono passati di anni… Te la senti di raccontarci una breve e personale storia del rock indipendente italiano “filtrata” dalla tua esperienza?
Per sintetizzare in estremo posso rimarcare come gli inizi fossero all’insegna della totale spontaneità, soprattutto perché non esisteva una scena, ma si creava ogni giorno che passava. Ogni contatto, ogni nuovo locale che dava spazio ai gruppi “punk” o “new wave”, ogni nuova fanzine erano un tassello in più che la faceva crescere. Nel corso degli anni il tutto si è omologato, liofilizzato, normalizzato.
Ora ci sono MTV, gli appositi media, ma soprattutto una mentalità che porta le nuove bands a non vedere l’ora di firmare per la major di turno e diventare i nuovi Green Day, Subsonica o Afterhours (a seconda delle ambizioni).
C’è un enorme offerta, spalmata su un estrema varietà di generi, ma mancano innanzitutto la domanda e in particolare la qualità, l’originalità, la spontaneità.

I Not Moving hanno rappresentato una delle esperienze più significative della nostra storia musicale. Vi siete “ritrovati” dopo 17 anni. Da quale esigenza nasce questa reunion? Avete intenzione di riprendere un percorso?
La reunion è stato un episodio sporadico, nato dalla voglia di supportare l’uscita del cd/dvd “Live in the 80’s” (edito dalla GoDown Records).
Con il ritorno casuale in Italia, in contemporanea all’uscita, del bassista originale, l’idea ha preso ancora più corpo. Di nuovo abbiamo privilegiato la spontaneità, senza farci troppe domande.
I concerti sono andati bene, è stato molto bello, probabilmente ci sarà un’appendice estiva con qualche altra data, ma è bene che il tutto finisca.

Gli anni 60 hanno segnato la tua vita (posso affermarlo?). Nei Link Quartet l’ispirazione è splendidamente manifesta. Che importanza attribuisci a quel decennio? …
E’ il decennio in cui è nata la cultura “underground” , finalmente ad appannaggio dei giovani.
Dove il rock n roll nel decennio precedente aveva gettato i semi, la cultura e la musica beat prima, poi la psichedelia, il ’68, le sperimentazioni con le droghe, la cosiddetta Woodstock generation etc etc hanno creato un mondo in cui , in particolare in ambito musicale (ma non solo ) è stato inventato TUTTO!
Il rock dagli anni 60 in poi è riuscito a creare ben poco di nuovo a mio parere.
Basti pensare ad un’ipotetica classifica dei migliori dieci album di tutti i tempi , immancabilmente la maggior parte è costituita da dischi di quel decennio

Credo che la propulsione data dal beat, a partire dagli anni 60 sia quella che poi, con il passar degli anni, ha determinato l’esplosione dello spirito punk.
La tua esperienza attraversa entrambi questi aspetti. Come li hai vissuti e come li vivi?
Il punk è stata la riproposizione, in qualche modo la modernizzazione del beat.
Non a caso gruppi come i Sonics o i Count Five nei 60’s venivano già definiti punk.
Discorso poi proseguito nei primi 70’s da bands come Stooges e New York Dolls e subito dopo fatto di nuovo esplodere dai vari Ramones, Damned, Dead Boys nel 75/76 e portati su tutti i giornali subito dopo da Sex Pistols e compagnia bella.
Personalmente ho sempre trovato la stessa energia, lo stesso significato, lo stesso mood tanto in “My generation” degli Who o “You really got me” dei Kinks che in “London calling” dei Clash o “New rose” dei Damned.
Non dimentichiamo che il tutto, volenti o nolenti, deriva dal rythm and blues e dalla soul music di Ray Charles , James Brown , Aretha Franklin (per citare i più famosi) a loro volta evoluzione di Chuck Berry, John Lee Hooker, Muddy Waters, Bo Diddley.
Il filo rosso è quello, le radici, la spina dorsale è quel ritmo, quel beat, quel suono, che arriva da lontanissimo, ormai da quasi 80 anni fa, da Robert Johnson, Leadbelly, Jerry Roll Morton, i primi bluesman.

L’approccio dei Link Quartet non mi sembra affatto “trendarolo”, a differenza di molte altre esperienze legate al jet set finto alternativo. Cosa pensi dell’esplosione della moda lounge, delle rivisitazioni sixities ad ogni costo e in tutte le salse che, spesso, fanno da soundtrack ad una generazione fighettina e snob, spesso superficiale e consumistica?
E’ lo sfruttamento commerciale di un’estetica che è sempre accattivante (soprattutto geniale) e spendibile in termini commerciali.
Soprattutto in Italia, i suoni 60’s più leggeri (quelli che i nostri genitori scoprirono con Equipe 84, Nada, Camaleonti etc etc) rappresentano la base musicale, quella che per gli americani è stato il blues o il country. Da piccolo in sottofondo sentivo i Beatles o le canzonette yè yè italiane.
Credo mi sia rimasto come marchio indelebile…

Non trovi che ci sia un distacco fortissimo tra la generazione “vinilica” e quella del “file sharing” in mp3? Non sono poi passati così tanti anni; ma nonostante ciò il concetto di fruizione dell’ascoltatore è totalmente cambiato. Che ne pensi?
La differenza più eclatante è che fino ad un po’ di tempo fa ascoltare musica significa acquistare un album e farlo passare almeno una decina di volte prima di giudicarlo e di apprezzarlo o meno.
Ora ci sono montagne di siti che ti fanno ascoltare tutto quello che c’è in circolazione.
La fruizione di un album si limita spesso ad un ascolto veloce e assolutamente superficiale. Siamo sommersi da montagne di produzioni (e di stimoli pubblicitari) e trovare cose interessanti su cui concentrarsi è sempre più difficile.
Personalmente per lavoro (curo un sito musicale e di spettacolo) ascolto decine di album al mese, indipendenti e non, ma se devo godermi un po’ di musica, tiro fuori i vinili di vecchio blues, soul, northern soul, Beatles, Who, Stones.

Credi che il copyleft possa aiutare le band emergenti ad avere un po’ più di visibilità?
E’ uno dei tanti palliativi attraverso cui si pensa di risolvere una situazione stagnante e moribonda.
E’ il sistema in generale che è chiuso su sé stesso e destinato a crollarsi addosso.
Le nuove bands la dovrebbero piantare di passare la giornata su internet a spedire i messaggi su MySpace e invece suonare in giro il più possibile, farsi il culo, girare l’Italia, l’Europa, il mondo.
Si può fare.
Certo costa sacrificio, sangue e sudore e ci vuole talento, ma è l’unico modo per uscire o perlomeno provarci veramente.

Trovi che ci sia qualcosa di interessante nell’attuale scena italiana?
Tantissime cose.
Nell’immensità delle uscite saltano spesso fuori dei gioielli di alta caratura, ti posso citare a caso, passando dai “grandi nomi” a quelli più “piccoli” Vinicio Capossela e gli Hormonauts, i Rosolina Mar e gli Assalti Frontali, i Santo Niente e gli Statuto, ma sono decine i nomi sconosciuti che sarebbero degni di attenzione, aiuto e considerazione.
Mi sembra che non manchino le proposte.
Manca invece chi le dovrebbe ascoltare, andare a vedere, comprare. Senza dimenticare che, contrariamente a tante altre situazioni, in Italia non c’è mai stato alcun tipo di aiuto da parte delle istituzioni, anzi, semmai il contrario.

I Link Quartet hanno un grosso seguito anche all’estero, così come accade per molte altre band italiane. E spesso questo è più gratificante dell’esperienza nazionale. Cos’è che non funziona da noi?
Innanzitutto un’esterofilia congenita che ci caratterizza da sempre e poi, come detto, la limitatezza della scena, la mancanza di concreti supporti che incentivino le bands più meritevoli. E’ possibile che la RAI o Mediaset non abbiano mai trovato uno spazio televisivo da dedicare alle nuove bands? E se le reti private possono essere giustificate dal tornaconto economico, la Rai no, è un ente pubblico, che può, anzi DEVE fare trasmissioni che non necessariamente debbano tenere conto dello share e degli ascolti. E comunque credo che una trasmissione che , come faceva Arbore ad esempio, desse spazio ad apparizioni live o ai video dei gruppi indy oltre ad avere un suo seguito servirebbe a smuovere non poco la situazione.
E’ solo un piccolo esempio di cose da fare ma la lista è lunga.

Alla luce delle tue esperienze personali, qual è la tua idea di “indipendente”?
Semplicemente chi decide di suonare la musica che gli pare nel modo in cui preferisce , cosa che ho sempre fatto…forse è per questo che non sono mai andato da nessuna parte…

Dovessi “ricominciare da zero”, oggi, come musicista, come ti muoveresti? O visti i tempi lasceresti perdere?
La formula rimane la stessa. Suonare dal vivo il più possibile, soprattutto all’estero.


giovedì, settembre 07, 2006

L'articolo sui Mods del Manifesto

Visto che me l'hanno chiesto in un po' di seguito l'articolo sui "Mods" scritto da moi , pubblicato su Alias del "Manifesto" il 12 agosto.

Gli albori 1958-1963
La cultura mod nasce sul finire degli anni Cinquanta a Londra, quando un numero limitato ed esclusivo di giovani ragazzi e ragazze creò uno stile personale e lontano dalle mode e da ogni riferimento estetico e sociale fino ad allora conosciuto in patria e altrove.
La parola è una abbreviazione di modernists, ovvero i fan del modern jazz, che nei primi anni Cinquanta avevano sviluppato uno stile fortemente elegante fino all'ultimo dettaglio ma si configura anche come concetto culturale che volge le spalle al passato e guarda avanti verso un nuovo stile di vita , antitetico a ciò che fino ad allora veniva proposto ad un giovane (infanzia-adolescenza-scuola-lavoro-famiglia).
I mods “inventano” un nuovo concetto di “gioventù” o giovanilismo , dove per la prima volta i ragazzi si appropriano della propria vita attraverso un linguaggio estetico , culturale , artistico , assolutamente personale , non necessariamente impostato in funzione di una vita lavorativa o della ricerca di una posizione sociale.
E’ la “rivolta nello stile”.
I primi mods sono assolutamente esclusivi , elitari , poco inclini ad “espandere il verbo” , riversano la loro attenzione e tutto il tempo libero sul perfezionamento dell’aspetto estetico , sulla qualità della propria vita , sulla ricerca di dischi e di musica esclusiva.
Esteticamente l’ispirazione attinge agli stili italiano e francese con giacche a tre bottoni , polo , pettinature curatissime e come mezzo di trasporto vengono scelti gli scooters italiani (Vespe e Lambrette) oltre che per la loro eleganza , soprattutto perché rispetto alle moto o ad altri mezzi non sporcano i vestiti.
Uno dei capi più caratteristici dell’abbigliamento mod , il parka verde dell’esercito americano aveva esclusiva funzione di protezione e di impermeabile per non sdrucire i vestiti eleganti che indossavano per andare alle feste ai concerti o allo shopping.
Immediatamente gli scooters subiscono la dovuta personalizzazione mediante l’aggiunta di specchietti , fanali , cromature e modifiche varie (che nel boom del mod-ism assumeranno aspetti a volte grotteschi con decine di accessori).
Ciò che i mods ricercavano era il “total look” ovvero la sintesi di numerosi stili eleganti , puliti , rigorosi , in uno stile personale e inimitabile , in continua evoluzione e passibile di costanti modifiche e personalizzazioni.
Il fulcro della filosofia mod era nel prendere il meglio dalla società , alla costante ricerca di una perfezione estetica , comportamentale , sociale.
L’attenzione musicale era rivolta a generi assolutamente elitari come cool jazz, soul, R&B ,ska jamaicano , assolutamente lontani dai gusti e dalla fruizione di massa.
Anzi , più il genere era oscuro e lontano dalla commercialità e più diventava appetibile al mod
Da un punto di vista sociale il fenomeno è sempre stato piuttosto trasversale anche se la working class era numericamente più rappresentata anche in virtù della volontà di miglioramento estetico e di una collocazione paritaria all’interno della società.

60’s
Il fenomeno mod si allargò lentamente in ambito giovanile e con l’esplosione dei Beatles e il conseguente fenomeno musical culturale del beat , divenne in breve tempo vittima dell’interesse dei massmedia e del mercato che provvide a omologarlo e a farlo diventare una moda.
Nacquero le prime mod bands che suonavano per i mods , dagli Who , agli Small Faces , agli Action a bands amate dai mods come i Kinks , Georgie Fame , Zoot Money Big Roll Band e decine di altre. Personaggi come Rod Stewart , David Bowie , Marc Bolan , Ron Wood furono assidui frequentatori e protagonisti della scena mod londinese , il programma della BBC “Ready Steady Go” della BBC diede sempre più spazio ed impulso al fenomeno che trovò spesso le prime pagine dei giornali a causa dei mitici scontri sulle spiagge di Brighton e Margate con gli odiati rockers.
Scontri che a loro volta attirarono sempre più giovani , assolutamente disinteressati alla cultura e allo stile , ma solamente vogliosi di qualche emozione forte e scazzottata.
La cosa , assolutamente antitetica al concetto originale mise in fuga i mods originali che rinnegarono l’evoluzione in atto e si divisero in due correnti sotterranee: gli stylistics , che proseguirono nel loro stile elitario affidandosi al soul e al rythm and blues , allontanandosi sdegnosamente dai gruppi che ormai stavano prendendo la via per strade più rock e psichedeliche e dalla scena che si imbastardiva , e gli hard-mods che indurirono l’aspetto estetico , accentuarono la “cultura di strada” e diedero vita , con successivi processi evolutivi alla cultura skinhead.
In breve tempo , complice anche il fatto che l’età media dei mods originali era sempre stata particolarmente bassa (non più di 18/20 anni) , persi per strada gli iniziatori e passati ad altre mode (e altre droghe…) coloro che si erano lasciati attrarre dalla moda , il fenomeno mod scomparve.
Ne proseguì in qualche modo l’anima all’interno della scena Northern Soul che dalla fine degli anni 60 , nei 70’s (fino ai giorni d’oggi) continuò a portarne avanti in qualche modo l’attitudine di amanti del ballo di un particolare sound , della ricerca della musica rara , della dedizione ad uno stile , ma lo spirito mod si era ormai perso.
In una recente intervista l’ex batterista degli Small Faces e Who kenney Jones , mod della prima ora , ricorda scherzosamente e con ironia , cogliendo però probabilmente nel segno più di tante altri analisi , che i mods scomparvero nel momento in cui entrò in vigore in Inghjilterra la legge che obbligava a portare il casco anche per chi guidava gli scooters. Accessorio insopportabile per chi spendeva ore e tantissimi soldi per avere un taglio di capelli perfetto ed impeccabile !!

70’s
Nel 1973 gli Who pubblicano l’album “Quadrophenia” , pietra miliare del rock e (involontario) manifesto programmatico del revival che di lì a poco sarebbe esploso portando in questo caso definitivamente il mod-ism a radicarsi nella (sotto) cultura inglese e non solo.
Con l’arrivo del punk i giovani ritrovarono un ideale estetico stilistico e culturale a cui far riferimento , forte ed eccitante , ma nel momento in cui , passata la prima ondata , anche il fenomeno punk venne immediatamente canonizzato ed omologato dai media e dal mercato , alcuni cercarono altrove qualcosa di ancora “puro” e soprattutto “nuovo”.
Il mod rinacque “dal basso” ,grazie ad uno spirito di ricerca personale e , fatto curioso , più o meno contemporaneamente in diverse parti del mondo (Europa , USA , Australia) seguendo le medesime modalità.
Il sottoscritto si definiva “mod” già nel 1978 quando il film “Quadrophenia” , destinato a far da detonatore al revival , doveva ancora attendere un anno prima di uscire.
Il riferimento era il libretto interno dell’album “Quadrophenia” in cui si parlava della vicenda del mod protagonista della storia , corredata da alcune foto che in qualche modo rappresentavano , con quelle dei primi Who , l’unico riferimento concreto dell’estetica e dell’etica mod.
In Inghilterra nel frattempo i Jam riportavano prepotentemente in auge suoni e colori di quell’epoca , mentre in maniera sotterranea bands come Chords e Purple Hearts compivano i primi passi verso un suono che mischiava l’irruenza elettrica del punk con marcate influenze 60’s mentre i Nine Below Zero di Dennis Greaves (futuro leader dei Truth) pur non definendosi mod divennero seguitissimi dai giovani in scooter e parka.
Quando nel 1979 il film “Quadrophenia” arrivò nelle sale il revival esplose come nuovo fenomeno di moda e come tale dopo poco tempo scomparve , cancellato dal sopraggiungere di un nuovo trend da seguire.
Fortunatamente lasciò alle spalle ottime bands come Secret Affair , i già citati Chords e Purple Hearts , Long Tall Shorty , i Jolt , ma anche una lunga serie di improbabili gruppi che saltavano nella nuova moda musicale sperando di cogliere uno sprazzo di popolarità (dai Lambrettas ai Merton Parkas , dai Killermeters ai Back To Zero , dagli Squire , ai Mods , ai Beggar) ; ma soprattutto una scena di base , che da allora supererà tutte le mode , i revivals e i cambi generazionali , diventando sempre più radicata e solida all’interno delle scene cosiddette sottoculturali o giovanili , superando per la prima volta il fenomeno del tabù adolescenziale.
Molti dei mods di allora sono restati fedeli all’etica ed estetica che accompagnò la loro adolescenza continuando a seguirne (e a modificarne) i dettami fino all’età matura e alla collocazione , in maniera coerente e limpida , all’interno della società.

Dagli 80’s ad oggi
Finita la moda , sancito anche dallo scioglimento dei Jam nel 1982 (Weller pur unendosi all’ex Merton Parkas Mick Talbot negli Style Council , virerà verso un sound jazzato ed eccessivamente raffinato e commerciale per il gusto mod) , la scena mod ha continuato a proliferare , seppure spesso decimata numericamente e indirizzata prevalentemente verso le serate a base di soul e rythm and blues , a scapito delle live bands , sempre più snobbate.
Nonostante ciò a metà degli anni 80 l’etichetta di Eddie Piller (futuro fondatore della Acid Jazz Records e scopritore di nomi come Jamiroquai e James Taylor Quartet) , la Countdown , permise a talenti come Makin Time e Prisoners di emergere e crearsi ottimi seguiti , arrivando (nel caso dei Makin Time ) anche nelle charts inglesi , aprendo più o meno consapevolmente la strada al cosiddetto “brit pop” (Oasis , Blur , Ocean Color Scene ,Charlatans , Supergrass) che se da una parte non si è mai esplicitamente definita mod , alla scena ha sempre fatto diretto riferimento (basti pensare al periodo “Parklife” dei Blur , all’estetica degli Oasis , alla presenza nei Charlatans dell’ex bassista dei Makin Time , alla costante partecipazione di alcuni dei membri degli Ocean Color Scene a vari raduni mod).
Sempre la metà degli anni 80 permise l’affacciarsi di ottimi talenti come i Moment e gli Small World (spentisi purtroppo nell’anonimato nonostante ottimi lavori discografici) e di una brevissima quanto effimera scena londinese , chiamata “Thames Beat” di cui facevano parte bands come Times , Jetset , gli stessi Squire , i Direct Hits e i Biff Bang Pow di Alan Mc Gee futuro boss della Creation Records ( che lanciò gli Oasis , Primal Scream , Teenage FanClub , My Bloody Valentie) e che seppur non dichiaratamente mod si rifacevano a quei suoni e a quell’estetica.
Purtroppo lasciarono poche tracce e non sempre di livello accettabile.
Il Brit Pop rilanciò in prima pagina l’immagine mod e nel contempo riportò in auge il “modfather” Paul Weller che nel frattempo , dedicatosi alla carriera solista , non sempre aveva trovato riscontro e facile presa su pubblico e critica.
Un’immagine molto “contaminata” e che portava gli stilemi del modism solo di riflesso , ma a cui tributava spesso e volentieri omaggio (vedi gli Oasis con la cover di “My generation” degli Who immancabile nei concerti o i Blur che nell’album “Parklife” chiamarono il protagonista di “Quadrophenia” Phil Mc Daniels alla voce , per non parlare di Paul Weller tornato a vestire in pieno gli abiti , il suono e l’etica mod) , mentre gli Who in una delle numerose reunion riportarono sul palco “Quadrophenia”!.
Ai nostri giorni le bands che più o meno esplicitamente si rifanno al mod sono numerose (basti pensare al mood degli Arctic Monkeys) anche se quelli più fedelmente vicini allo spirito classico sono indubbiamente gli Ordinary Boys autori di due pregevoli albums , i Rifles che dopo una serie di stupendi singoli tra Jam , Clash e Specials si apprestano a pubblicare il primo album “No love lost” , mentre sono più che degni di una particolare citazione gli immensi The Movement dalla Danimarca che si rifanno da vicino ai primi Jam con testi inneggianti al marxismo e alla rivolta proletaria. Non dimenticando ovviamente i nostri Statuto da oltre ventanni orgogliosi interpreti del verbo mod al 100%.
Nel frattempo molte delle bands del revival 79 (Secret Affair , Purple Hearts , Long Tall Shorty , Chords con il nome di The Pope ) si sono parzialmente riunite per sporadici concerti e anche incisioni , affiancandosi alle sempre più numerose (e talvolta patetiche) reunions di classici nomi dei 60’s (Action , Creation , Zombies , Yardbirds tra gli altri , per lo più caratterizzate dalla presenza di un paio di membri originali) in attesa del nuovo imminente album degli Who , dopo 23 anni di silenzio discografico , preceduto a breve dal singolo più lungo della storia , la mini opera rock “Wire & glass”

Tony “Face” Bacciocchi



lunedì, settembre 04, 2006

Agosto 2006 : il meglio

Il ( MIO) meglio dell'agosto 2006

Ascoltato (davvero poco)

Pete Seeger "In Italia"
(dal vivo nei 70's , commovente e potente)
Slayer "Christ illusion"
(non deludono ma neanche entusiasmano)
Jet "Put your money where your mouth is"
(la miglior rock band del pianeta con i Wolfmother fa ancora centro con il nuovo singolo. R n R !!!)

Pharrel Williams (hip rap non da buttare) , Captain (robaccia) , Unicamista (patchanka fatta benino) , Devocka (ottimi e sonici)

Tutte le recensioni su www.radiocoop.it

Letto
Legs McNeil "Please kill me" (davvero bello e interessante , tutt oquello che era e NON era il punk)
Marco Polo "Il milione" (bello , suggestivo , scritto 800 anni fa e ancora con un fascino incredibile)
George Harrison "I me mine" (carino ma deludente anche se George è sempre stato il mio beatle preferito)
L.Ellena "Le pagine strappate della Resistenza" (un po' di fatti della Resistenza visti da destra)
Un pacco di Tex (bellissimo "Il bisonte bianco" ...)

Films
D'estate la RAI fa vedere , sul tardi delle cose molto carine e interessanti
Eccellenti "Un pomeriggio di un giorno da cani" , "Le mani sulla città" , "Il laureato" , ottimo "Mobbing-Mi piace lavorare" della Comencini con una grande Nicoletta Braschi.

Belle cose
La Marcia de Castelli di Momeliano , la Festa sul Monte Albareto , il Monte Nero , il Monte Bue , il Monte Ragola, il Lago Nero , il Passo del Mercatello , la serata con chisolini , salume e liscio alle Pianazze , i funghi sul Groppo Nero e sul Cavannera , la Festa di Marenzuolo , le Miniere di Pomarolo.

Cose
Finito il libro "Uscito vivo dagli anni 80" , prima o poi esce.
L'articolo sui Mods sul Manifesto del 12 agosto firmato da me ed Oskar

Suoni

Le ultime prove dei Not Moving
I Chelsea Hotel con “We’re all gonna die!” ormai pronto
L'album dei Wicked Minds "Witchflower" con me alle percussioni
Lilith and the Sinnersaints

Calcio
La Juve resta in B nonostante tutto
Suazo rimane al Cagliari !

In cantiere

Il libro , il nuovo album di Lilith e un tot di altre cose.

PS
Nella foto sopra una composizione artistica del sottoscritto.
Bella eh ??
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