venerdì, marzo 24, 2006

Giuseppe Pinelli: una storia italiana

Gli anarchici del Ponte della Ghisolfa hanno ricollocato in piazza Fontana la targa in ricordo di Giuseppe Pinelli con su scritto "...ucciso innocente". La targa era stata rimossa qualche giorno fa. E nella stessa aiuola ne era stata collocata una che recita: "... innocente morto tragicamente".
Ora le targhe sono due

Il 1968 e il 1969 sono anni dove la contestazione operaia e studentesca sembra portare a grandi cambiamenti.
Tra il gennaio e il dicembre 1969 vengono compiuti 145 attentati quasi tutti di matrice fascista.
Il 25 aprile 1969 gli anarchici sono accusati e poi assolti di vari attentati alla fiera di Milano.

Un anarchico di nome Braschi viene invitato durante un interrogatorio dal commissario Calabresi a buttarsi dalla finestra.
Il 12 dicembre 1969 a Milano nella sede della banca nazionale dell'agricoltura in piazza Fontana alle 16,37 scoppia una bomba che causa la morte di 16 persone e il ferimento di altre 88.

Nella stessa ora a Roma scoppiano altre bombe. Infine nella banca Commerciale di Milano viene trovata una borsa contenente una bomba che in tutta fretta, viene fatta esplodere eliminando una prova preziosa per le indagini.Immediatamente, a dimostrazione di un disegno già preordinato le indagini senza alcun indizio seguono la pista anarchica.
Il commissario Luigi Calabresi già alle 19,30 ( 3 ore dopo la strage) ferma alcuni anarchici davanti al circolo di via Scaldasole.
Nella notte del 12/12/1969 sono illegalmente fermate circa 84 persone quasi tutte anarchiche, tra cui Giuseppe Pinelli. Il lunedi 15/12 viene arrestato con l'accusa di starge Pietro Valpreda, anarchico.

Dopo più di tre anni di galera, innocente sarà completamente assolto.
I giornali partono con una campagna stampa di calunnia e denigrazioni sposando le tesi della questura.
La sera del 15 dopo 3 giorni di continui interrogatori muore, volando dalla questura del 4° piano della questura, Giuseppe Pinelli.

Aldo Palumbo, cronista dell'Unità, mentre cammina sul piazzale della questura sente un tonfo poi altri 2 ed è un corpo che cade dall'alto, che batte sul primo cornicione del muro, rimbalza su quello sottostante e infine si schianta al suoloper metà sul selciato del cortile per metà sulla terra soffice dell'aiuola.
Nella stanza dell'interrogatorio sono presenti il commissario Luigi Calabresi, i brigadieri Panessa, Mucilli, Mainardi, Caracutta e il tenente dei carabinieri Lograno che saranno tutti per 'meriti' elevati di grado.

Il questore Marcello Guida, nel 1942 uomo di fiducia di Mussolini e direttore del confino politico di Ventotene, già 20 minuti dopo, dichiara che il Pinelli si è suicidato e che il suicidio è una ammisione di colpevolezza perché "l'alibi era crollato".
Nel primo mese vengono fornite 3 versioni contrastanti di come sarebbe venuto il suicidio.

Gli anarchici accusano subito la polizia di assassinio e i fascisti e lo stato di essere gli autori delle stargi.
Parte una campagna di controinformazione con assemblee, cortei, libri,fino ad arrivare ad un processo allo stato.
Si scopre che a mezzanotte meno due secondi (2 minuti e 2 secondi prima della caduta di Pinelli) venne chiamata l'autoambulanza.

La stanza dell'interrogatorio larga m.3,56x4,40 e contenenti vari armadi e scrivania ela presenza di 6 persone rende impossibile uno scatto di Pinelli verso la finestra.
La stranezza che la finestra fosse aperta trattandosi di dicembre e di notte.
Pinelli cade scivolando lungo i cornicioni.
Non si è dato quindi nessuno slancio.
Egli cade senza un grido e senza portare le mani a protezione della testa, come se fosse già inanimato.
Nononstante questo il 3 maggio 1970 il caso per lo stato è chiuso: il procuratore Gaizzi archivia la morte di Pinelli come "Morte accidentale".

Nel giugno 1971 nel processo contro Calabresi accusato dal giornale 'Lotta continua' di essere responsabile di omicidio viene riesumata la salma di Pinelli.
Sul collo viene riscontrata una ecchimosi di cm 6x3 presumibilmente provocata da un colpo di karaté (metodo usato dalla polizia) sicuramente precedente alla caduta.
Vengono fatte prove con un manichino che escludono completamente il suicidio.
Nell'ottobre 1975 il processo si conclude senza né suicidio né omicidio ma con l'allucinante verdetto di malore attivo.

Il Pinelli secondo la giustizia si sarebbe sentito male e avvicinatosi alla finestra con attorno 6 persone sarebbe inavvertitamente scivolato.
Cosa impossibile perchè il baricentro della sua altezza(1,67 m) era inferiore all'altezza della ringhiera (97 cm).
In pochi credono a quella sentenza il 16-12-77 con un corteo i democratici e dli antifascisti milanesi portano per ricordare Pinelli una lapide in piazza Fontana dove si trova tuttora
(opera della Scintilla autogestita di Modena)

8 commenti:

  1. una di quelle macchie che l'italia fascista non potra' mai cancellare..pensa poi alla fine che han fatto fare a Valpreda.
    Cristiano

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  2. non voglio entrare nel merito della vicenda pinelli, peròvolevo ringraziarti x al strepitosa discografia che hai lasciato sul mio blog
    ciao stefano
    www.rocktime.splinder.com

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  3. che fine ha poi fatto valpreda?
    pibio

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  4. Valpreda ha passato da INNOCENTE meta' della sua vita tra carcere e processi in quanto imputato dell'omicidio del commissario calabresi
    Cristiano

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  5. Trent'anni dopo per quella strage furono condannati gli esponenti neofascisti di Ordine Nuovo, Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi e Giancarlo Rognoni.
    Valpreda non c'entrava nulla.
    Ma era anrachico , un ballerino e pertanto frocio e di conseguenza un pervertito che non si faceva scrupoli a piazzere bombe.
    Questo fu l'assunto di molti colpevolisti più o meno consapevoli...
    Valpreda è morto a 69 anni nel luglio 2002.

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  6. ma (scusate ancora ma voglio informarmi, di sta vicenda non ho mai capito un cacchio)la morte del commissario non è lo stesso delitto per il quale Sofri è dentro da una vita?

    pibio

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  7. Sofri è stato accusato e condannato per avere "ispirato" il delitto Calabresi con i suoi scritti (e non solo) su "Lotta Continua". Con lui condannati anche Bompressi e Pietrostefani.
    SENZA SOLLEVARE POLEMICHE INUTILI E VECCHIE , si è trattato , SECONDO ME , in realtà di una condanna politica a tutta un'epoca e a un movimento...

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